La settimana che si sta chiudendo si è caratterizzata con un prevedibile e brusco stop al progetto del porto di Lipari ideato dalla Condotte d’acqua e sostenuto dall’ ineffabile sindaco di Lipari. Prima si è avuta notizia dell’interrogazione presentata, al ministro dell’Ambiente e a quello dei Beni culturali, dal deputato dei Radicali Italiani Marco Beltrandi, poi quella del senatore D’alia. Negli stessi giorni è registrato pure lo stop della Regione. Ora se i progetti del ministero dell’ambiente hanno una razionalità, è molto probabile aspettarsi un pronunciamento negativo ( per il porto) da parte del ministro Prestigiacomo che, tra l’altro, dovrebbe dare anche il nulla osta per la valutazione di impatto ambientale. Verosimilmente nei prossimi mesi assisteremo ad una nuova presentazione di un progetto che ridimensionerà quello proposto qualche settimana fa. Ci saranno altre discussioni e, probabilmente, altre interrogazioni parlamentari, fino a quando non si troverà una soluzione “soddisfacente”. Quale sarà la soluzione “soddisfacente” è ancora presto per dirlo, ma è facile prevedere, come ha detto l’on. Marco Beltrandi, che tutto questo avrà un costo per le disastrate casse comunali di Lipari: ci saranno da pagare i costi di gestione finora sostenuti dalla Lipari porto, e soprattutto ci saranno da pagare, legittimamente, i progettisti che hanno lavorato ai vari progetti, passati e futuri.
Cifre che supereranno il capitale sociale della Società che dovrebbe essere di 1 milione di euro ( 70% ai privati, 30 % al comune di Lipari). Forse per il Comune, in caso di rescissione del contratto, ci saranno da pagare anche delle penali. Senza dimenticare che l’amministrazione di Lipari dovrebbe avere contenzioso aperto per stabilire chi deve pagare i compensi dei componenti della commissione che hanno selezionato il progetto. Essendo una commissione nominata dal comune di Lipari, mi sembra lampante che a farsene carico debba essere il Comune e non la Lipari porto, come asserisce il sindaco; ipotesi grottesca,quella sostenuta dal primo cittadino, che potrebbe aprire anche scenari penali: un “ beneficiato” che dovrebbe pagare coloro che lo hanno scelto. Come mi è capitato di dire molte volte in privato, e di scrivere su queste colonne, non ho mai creduto alla fattibilità del progetto porto, almeno così come è stato finora presentato. Perplessità legate al ritorno economico dell’ingente investimento, e soprattutto alle difficoltà legate all’ottenimento delle autorizzazioni che stravolgerebbero un luogo patrimonio Unesco e di grande interesse mediatico. Scogli che, anche in una terra come la nostra, sarebbero difficilmente aggirabili. Il vero problema di questa faccenda è che i costi non saranno pagati dai conti personali di chi ha sposato il progetto,ma dall’intera collettività che si troverà con un patrimonio immobiliare impoverito, e con meno soldi da investire in progetti ( ammesso che questa amministrazione ne abbia) per sostenere l’economia eoliana.