Un fulmine a ciel sereno per Lombardo la decisione di Berlusconi di tagliare i fondi siciliani per la viabilità e le infrastrutture. Quei fondi, secondo il premier, servirebbero a coprire il buco lasciato dall’abolizione dell’Ici, promessa in campagna elettorale.

Alla reazione ci hanno pensato i deputati del Pd all’Ars che spronano un Lombardo “colto alla sprovvista” ad una presa di posizione forte che arrivi fino a Roma.

“Lombardo impugni presso la corte costituzionale il decreto fiscale con il quale il governo Berlusconi sottrae alla Sicilia i fondi per opere come le metropolitane di Palermo Catania e Messina. Sarebbe un atto dovuto – attacca il capogruppo del Pd Antonello Cracolici – per un presidente della Regione che sostiene di avere tanto a cuore la nostra autonomia“.

Da qui un ordine del giorno all’Ars che così recita: “tale decisione rappresenta un gravissimo scippo finanziario ai danni della Sicilia e della Calabria e, in particolare, un inaccettabile blocco dei progetti di manutenzione straordinaria della viabilità minore di queste regioni, per altro già fragilissima e più che bisognosa di tali interventi“.

E non finisce qui. Il Pd chiede alle associazioni degli Enti Locali (URPS, ANCI, Lega delle Autonomie Locali, ecc.) di “sostenere tale azione con una giornata di protesta con concentramento a Roma per garantire la certezza dei finanziamenti“.

Non tarda ad arrivare la risposta del governatore: “si è realizzata un’evidente violazione dell’articolo 21 dello statuto autonomistico, secondo cui il presidente della Regione partecipa con voto consultivo alle sedute del Consiglio quando si discutono materie di interesse regionale“.

“Pertanto, ho dato mandato ai miei uffici – dice Lombardo – di valutare se sussistono le condizioni per accendere un conflitto presso la Corte costituzionale affinché sia assicurato il rispetto delle prerogative costituzionali della nostra Regione“.