Jannacci e Califano non hanno mai avuto niente da spartire con le Eolie. Le loro canzoni si. Cantate su tutte le spiagge, sulle scogliere, in cima ai crateri, dentro i sentieri delle campagne e nelle interminabili giornate a mare fra gente in amore o gente triste, al tirar delle reti da pesca e fra imbianchini con in testa il classico cappellino di carta rosa della “Gazzetta dello sport”. Una generazione ha goduto del loro musicare le parole d’arte. Fra le scarpe da tennis e la noia ci sono storie che non finiranno mai come le “Sables Noir” e “l’Eolian Hotel”. Uomini e ambienti con la stessa età del successo.

 

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