La cultura ambientale, che difficilmente ha fatto la comparsa sul bene pubblico, mostra segni gravi di peggioramenti nell’arcipelago eoliano. Rispettosi delle proprie terre private, lo “scialapopolo” sconvolge il territorio ed azzanna quello che invece servirebbe sia per l’immagine che per il suolo. Essere e fare si allontana dalla collettività, girando la testa e gli sguardi altrove per far finta di non vedere quello che si vuole. Comanda il malloppo dei voti assorbito anche svendendo il territorio, pur vivendo di territorio e grazie il territorio. Marina lunga è l’esempio. Rottami fra le caratteristiche barche dei pochi pescatori rimasti, con un pontile degli aliscafi che sembra una piattaforma petrolifera sofferta. Terra di parco dove? Prima del parco è meglio ridistribuire ed educare dove avviene il primo sbarco turistico che è l’ultimo ricordo delle isole prima di partire. Basta copiare i ristoranti. Spesso un antipasto ed il caffè finale determinano il successo del pranzo o della cena. Sperando che non sia l’ultima cena.