Salina. Francesco Fenech, un “eoliano Doc” che sussurra alla Malvasia. Il video-intervista

di Umberto Gambino
fenech-17Terra, aria, acqua, fuoco. Siamo al centro del mitico arcipelago eoliano. Eolo era per gli antichi ffenech1.jpggreci il dio dei venti. E da queste parti, non solo i venti, ma tutti gli elementi della natura è come se si dessero continuamente appuntamento. Fino agli estremi: mare piatto e limpidissimo, sole che brucia, aria pulita. Ma anche onde alte e burrasca, tempeste di vento e … non di rado qualche eruzione dal vicino Stromboli.

Visitare le isole Eolie è sempre un’esperienza da raccontare, ricca di fascino e imprevedibilità, anche seffenech2.jpg ci sei stato decine di altre volte. Andare per vigneti è l’esaltazione pura di tutti i cinque sensi. Cinque sensi, quattro elementi, insomma… siamo in piena numerologia. Bene! Aggiungo un altra cifra: uno! E’ l’uno (anzi il primo) settembre il giorno in cui ho organizzato questa “incursione” nell’isola di Salina, la più verde e la più centrale delle sette sorelle dell’arcipelago.

Qui ho voluto scegliere la storia, la simpatia, la generosità di Francesco Fenech. Anche lui è Doc (nel senso di “isolano”): glielo vedi scritto sul viso scolpito dal sole e dalla fatica di tutti i giorni. “Quelli là, quelli della terraferma non possono capirci – spiega (e quelli là sono i siciliani) – noi abbiamo uno stile di vita e un modo di fare tutto particolare. Noi sì, siamo isolani e talvolta… anche isolati”.
Qualche aneddoto storico raccontato dal nostro Francesco. “I Fenech sono una famiglia di origine maltese sbarcata a Lipari nella seconda metà del XVIII secolo. Fra gli illustri avi, anche un Felice Fenech, padre provinciale dei frati Cappuccini”.

Il bisnonno di Francesco, il nostro entusiasta viticoltore contemporaneo, si chiamava (guarda un po’) Francesco ed era un artigiano maestro bottaio. “Nel 1908 – continua – l’arciduca d’Austria scrisse che su queste isole vivevano donne brutte e pelose che producevano però un nettare dolcissimo: era la Malvasia delle Lipari. Già nota all’epoca”. Dolcissima ma non troppo, come apprezzeremo poi in degustazione.
Fenech coltiva qui a Salina, nel territorio del comune di Malfa (l’isola conta tre comuni)  circa tre ettari di vigneto: la maggior parte di Malvasia delle Lipari allevate ad alberello con piccole quantità di Inzolia, Nero d’Avola, Corinto Nero e Catarratto.

Salina è nota come la più verde e la più vitata delle isole Eolie. I vigneti si trovano in una località dalla vista mozzafiato: sei in mezzo al vigneto e alle tue spalle ci sono due delle tre cime più alte delle Eolie: il Fossa delle Felci (sfiora i 1000 metri d’altezza) e il Monte dei Porri che sono due vulcani spenti; di fronte vedi i filari che sembrano defluire lungo il pendio, verso il mare: il vento li accarezza e il sole li bacia senza sosta.
Tra le vigne, insieme a Francesco, troviamo Bouabid, un giovane marocchino sbarcato come clandestino a Lampedusa, a bordo di uno dei tanti barconi. Aveva 17 anni e Fenech gli ha dato una nuova vita e un lavoro: ora che ha 26 anni è un viticoltore regolare qui a Salina. E’ lui l’uomo di fiducia di Francesco, colui che cura le uve, grappolo per grappolo, giorno per giorno, per tutto l’anno. Fenech conferma: “Bouabid capisce l’uva come pochi. Se non ci fosse lui, con me, non saprei come fare”.
Piccolo vigneto, ma grande qualità nei vini Malvasia prodotti da Francesco Fenech che predilige la coltivazione naturale, nel pieno rispetto del terreno (vulcanico) e del territorio ineguagliabile. Da ogni ettaro di vigna si ha una resa di 40 quintali di uva. Fenech produce solo la versione Passito della Malvasia. Il disciplinare permette anche la versione Malvasia naturale (sempre dolce) e quella liquorosa (scelta da pochi viticoltori).

La versione passita prevede la distesa al sole sui graticci (chiamati qui “cannizzi”) per due settimane delle uve ben mature. Le alte temperature di inizio settembre permettono la concentrazione degli zuccheri e degli aromi. Il volume dell’uva si riduce al 40% dell’originale. La resa finale è di un terzo. Gli acini sono selezionati uno ad uno manualmente.
Ho avuto il piacere di assaggiare la Malvasia delle Lipari passita Doc 2010, un vino che è davvero un nettare degli dei. La tecnica di vinificazione si basa sull’affinamento per 18-24 mesi in acciaio. Poi due o tre mesi di bottiglia. Il risultato è un vino con 13% di alcol e 6-7% di zuccheri. Rivela compiaciuto Francesco: “Quando fermenta la malvasia sembra succo di frutta”.
Dall’aspetto giallo paglierino che vira sull’ambrato, la Malvasia di Fenech esprime aromi tipicamente mediterranei che giocano sul fruttato di nespola e albicocca, con punte di fiori bianchi, miele e mandorla dolce. Io ho notato anche una componente di erba tagliata fresca… sarà stato il clima particolare del 1° settembre 😉 Al gusto è di una dolcezza contenuta, morbida, fresca. Ben amalgamata con alcol e zuccheri che non fuggono mai in avanti. Una bevanda afrodisiaca che fa subito sognare una bella amaca stesa tra due palme e un’odalisca che ti soffia mentre sorseggi il calice di Malvasia. E qui, un bicchiere tira l’altro con facilità! Un vino da meditazione e anche da dessert con la pasticceria secca siciliana. Temperatura di servizio ideale: 9 gradi.

“La Malvasia delle Lipari è diversa da tutte le altre sorelle Malvasia – rivela Fenech – studi sull’origine del clone hanno isolato un Dna simile a quello del Greco Bianco (vitigno autoctono calabrese, ndr)”.
E’ certamente la stagione estiva quella propizia per visitare questi splendidi luoghi. Con le dovute eccezioni: quel primo settembre ho avuto appena il tempo di chiudere il mio notes che, alle due del pomeriggio, si è scatenato un violento nubifragio. Poi, dopo un’ora, tutto finito: è tornato il sole! La conferma che questa è una terra dagli opposti estremi. 
Beh, l’entusiasmo di Francesco è stato così contagioso che non ha potuto fare a meno di accompagnarci (me ed una troupe televisiva) fino al porto di Santa Marina Salina. In attesa dell’imbarco per Milazzo, d’obbligo la sosta al piccolo bar per assaggiare la buonissima granita con brioche e per presentarci due amici cari che producono e vendono un’altra delizia tipica di queste isole: i capperi!

Azienda agricola Francesco Fenech Via Fratelli Mirabito, 41 – 98050 Malfa – Isola di Salina – Tel./Fax: 090 9844041; email: info@fenech.it
Vitigni coltivati: malvasia delle Lipari, Corinto Nero, Insolia, Catarratto, Nero d’Avola. Produzione: 15.000 bottiglie.
www.fenech.it

http://www.bartolinoleone-eolie.it/fenec.wmv

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Salina. Francesco Fenech, un “eoliano Doc” che sussurra alla Malvasia. Il video-intervistaultima modifica: 2013-05-29T08:19:24+02:00da leonedilipari
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