Tra tutte queste varie porcheriole ve ne è una, dal titolo “L’onore e il rispetto”, porcheriola anch’ essa. Ma il titolo mi ha colpito. Due termini, onore e rispetto, in disuso nel linguaggio comune e, sopra tutto, nelle coscienze e nelle menti. L’ onore: “sentimento che nasce dalla dignità morale” a detta del Dizionario della Lingua Italiana Edito da Sansoni.
Da decenni non sento più l’ espressione “parola d’ onore” o “sul mio onore”, affermazioni che impegnavano un uomo ben più di un contratto o di una cambiale. E, se prendiamo per buona la definzione che da il Dizionario, la spiegazione è presto data. Se vi è immoralità, o come spesso ho scritto, più frequentemente amoralità, è conseguente che di onore non si parli.
Il rispetto, sempre a detta del medesimo Dizionario, è il “sentimento di riverenza e devozione che ci porta a trattare qualcuno con deferenza per la sua età, i suoi meriti,etc.”. E quì accade, di tanto in tanto, sentir qualcuno che “pretende” rispetto. Ma, a mio modesto avviso, lo strillar di “pretendere” rispetto sta a dire che rispettabili non si sia. Un esempio per tutti: la conclamazione del “dovuto” rispetto per la Magistratura di cui tante volte ho pur detto.
Ma come che sia, onore e rispetto ci vengono spiegati entrambi come sentimenti. Se non li esterniamo, ciò sta a dire che non li abbiamo.
E’ possibile che si sia divenuti tanto aridi?