La pesca

aziinoavvpiccola1.JPGdi Alfio Ziino

Ier sera imperversava in TV l’ ispettore Callaghan, impegnato in una delle sue mirabolanti poliziesche avventure. Film leggero, dal finale scontato, tale da consentire più di una distrazione e, tra queste, la voglia improvvisa di qualcosa di fresco e saporoso.
Una pesca.
La ho tratta dal frigo, acconciata in un piatto con tutta la posateria di rito e…….ed ho preso a guardarla. Dapprima a guardarla, dopo ad interrogarla.
Ma tu da dove vieni? chi ti ha colto, uomo, donna, cittadino comunitario o non? ed era il medesimo soggetto che ti ha allevato, accudendo alla tua casa madre, l’albero al quale eri annessa? e per quante mani sei passata, prima di giungere quì?. E così via.
L’ interrogatorio si è concluso concedendo alla pesca la sua vittoria: divenir cibo e come tale perire.
Questa breve nota potrà pure apparire farneticante, ma
vuole avere un senso.
Anche dietro un banalissimo frutto vi è il lavoro, la fatica, l’ingegno. Disprezzarlo, disprezzare il frutto, equivale a disprezzare tutte le mani, e le menti, che a quel frutto hanno portato. Il cibo non si getta, non si “lascia”.
Aggiungo, anche per rispetto a chi cibo non ha.
La pescaultima modifica: 2013-09-25T10:46:42+02:00da leonedilipari
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