Lipari&Artisti

da9a8cddd3279727df22914d9bc8b003_S.jpgIntervista a Benito Merlino
realizzata da Domenica Riggio www.editoriasiciliana.it

Benito Merlino nasce a Filicudi, una delle Isole Eolie. Negli anni Sessanta si trasferisce a Parigi, dove attualmente risiede, cantando nei cabaret e nei teatri della Rive Gauche. Ha lavorato con Atahualpa Yupanqui, cantautore, scrittore e chitarrista argentino, con Lanza del Vasto, filosofo e poeta e con Ugo Ronfani, critico teatrale. Autore e compositore, ha registrato più di trenta dischi con case discografiche. Marionettista, ha realizzato per France 2 una serie televisiva, I Paladini di Francia. Ha composto musiche di molti film e della Crèche de Sicilie di Angela Tripi su dei testi di Vincenzo Consolo recitati da Claudia Cardinale. Ha scritto una biografia su Federico Fellini per Gallimard e si occupa anche di traduzioni dall’italiano al francese. Nel 2008 ha pubblicato con Pungitopo il romanzo Arpa Eoliana, del quale è stata pubblicata recentemente una nuova edizione. Insomma, una personalità poliedrica.Abbiamo avuto il piacere di incontrarlo.

Quanto c’è del cantore Benito Merlino e quanto del cultore di tradizioni folk nelle pagine di Arpa Eoliana?

Anche se in Arpa Eoliana c’è molta fantasia, tutte le tradizioni riportate sono vere, autentiche, anche perché il romanzo è un po’ la storia del mio nonno materno. Mi piace farle rivivere attraverso le mie canzoni e nei miei libri, le vivo personalmente ogni volta che posso tornare in Sicilia. La mia casa, situata in un vecchio cratere spento dell’isola di Lipari, è un’abitazione tipica eoliana del 1650 con la mia chiesetta di Gibilimanna accanto ed alcuni beni etno-antropologici. Non ha né luce né acqua corrente. D’estate, mi faccio luce con le candele, con i lumi, e attingo l’acqua piovana dal pozzo con un secchio come si faceva anticamente. Ed è anche in questa casa che nasce, cullata dal vento, la bellissima storia d’amore dei personaggi di Arpa Eoliana.

Adesso purtroppo le vigne non ci sono più e solo qualche albero di ulivo ha resistito all’incendio doloso che nel 1977 distrusse la mia proprietà. I politici dell’isola volevano costruire un dissalatore che avrebbe cancellato uno dei più bei paesaggi di Lipari. Una volta scongiurato il pericolo del dissalatore, grazie al mio tenace interessamento, a quello dei vicini, e all’aiuto d’Italia Nostra, ho scritto e inciso un oratorio popolare, Gibilimanna è salva, in cui parlo di questo dramma e degli abusi edilizi che si perpetuano nelle isole Eolie.

Ecco alcuni passaggi di una delle canzoni del disco :

Nun ristau mancu un filu d’erba
E tuttu è niuru, niuru di pici
E l’alivu, l’alivu saracenu
Si scurdau ch’era natu pi la paci

Unn’è con ci potti mancu lu ventu
Unn’è con ci potti lu vurcanu
Ddà ci potti la manu criminali
Manu storta pigghiata di lu mali

C’è cu dici chi foru i cacciaturi
Pi cacciari megghiu lu cunigghiu
C’è cu dici chi forunu di fora
Senza scarpi nè tenda, nè linzola

Ma pi ’mmia inveci foru chiddi
Chi si spartinu lu megghiu comu vonnu
Ma pi ’mmia inveci foru chiddi
Chi si inchinu i sacchetti speculannu…

Il titolo del libro rimanda, in qualche modo, al suono così affascinante e impenetrabile della vita.

  Certamente. L’arpa eoliana è il soffio del vento tra i rami degli ulivi centenari che strazia l’anima nei momenti di malinconia, di nostalgia, d’amore… quando tutto è buio e si ha paura del domani. Ed è anche la vita che scorre inesorabilmente lasciando dei rimpianti e delle canzoni.

Perché raccontare la storia di un’isola come Lipari, in un periodo complesso quale quello fascista? Voglia di far scoprire una “piccola” realtà quasi del tutto ignorata?

Per la loro posizione geografica al centro del mediterraneo, le isole Eolie hanno sempre tenuto un ruolo nella nostra storia. Nel periodo fascista, Lipari è stata scelta da Mussolini come luogo di relegazione ove inviare gli oppositori al suo regime. Rosselli, Nitti, Lussu, Parri, Torrigiani, Malaparte, Gualino e tanti altri… vi hanno soggiornato. Ed è a Lipari che è nato il movimento Giustizia e Libertà dei fratelli Rosselli.

I due protagonisti, Gaetano e Irma, personificano sentimento di autenticità e desiderio irrefrenabile di emergere : sono il riflesso della società odierna?

I due protagonisti sono certamente il riflesso della società moderna e delle sue aspirazioni. Irma è un personaggio assai moderno. Fa teatro, recita Ibsen, è una donna libera, senza pregiudizi. Non ha paura di partire in capo al mondo per seguire lo straniero che ama. Non è razzista pur appartenendo ad una famiglia borghese di Montevideo. Non dimentichiamo che Gaetano è un emigrato di Filicudi e come tutti gli emigrati ha avuto delle difficoltà ad imporsi in terra straniera.

Quanto è importante oggi, come ieri, avere delle radici profonde, essere legati alla propria “culla natia”, così intensamente come Gaetano?

Gaetano aveva lasciato la sua isola a solo sette anni, poi era cresciuto in Uruguay, aveva studiato a Montevideo, ma diventato grande e indipendente, ha voluto ritrovare i colori, i sapori, gli odori della sua infanzia felice. Il piccolo borgo antico. Ed è per ritrovarlo che ritorna a Lipari in piena crisi fascista. Molti giovani di oggi, forse inconsapevolmente, trascurano le loro radici per interessarsi a delle cose futili come il calcio alla televisione, il motorino, il telefonino… Non fanno nulla per migliorare le proprie condizioni culturali e seguono tutto quello che suggerisce la società dello spettacolo e del consumo. Speculano sul fatto che i loro genitori debbano mantenerli.

Ma è anche vero che con i pregiudizi ancestrali e con il nostro menefreghismo abituale, al Sud tutto è più difficile. Mi ricordo che quando arrivai a Parigi, dopo i miei brevi studi universitari, non conoscevo niente della letteratura francese che è indiscutibilmente una delle più belle al mondo. A Parigi ho scoperto Flaubert, Stendhal, Chateaubriand e tanti altri che hanno arricchito il mio universo. Ho studiato, ho letto, ho scritto…

Nel maggio scorso, ho pubblicato, sempre da Gallimard, oltre al Fellini, Une Enfance Éolienne, nella prestigiosa collezione bianca, e traduco diversi autori italiani che faccio conoscere in Francia. E a proposito di radici, che mi permetto di ricordare che già negli anni Settanta ho scritto e inciso con dei musicisti eoliani, che feci venire appositamente dalle isole Eolie a Parigi, una Missa Eoliana dove si ritrovano e le mie radici siciliane e le mie radici sudamericane.

La grande cantastorie Rosa Balistreri ha decantato la “sua” Sicilia per tutta la vita. Lei continuerà a dedicarsi culturalmente alla sua Terra?

Assolutamente. D’altra parte in quasi tutti le mie composizioni e nei titoli dei miei dischi, c’è sempre la Sicilia : Sicilia di ieri e di oggi, Dei, eroi, pirati, re ed emigranti, La Baronessa di Carini (che ho inciso con Lanza del Vasto), Festa Siciliana, Mare Nostrum, Chants de Sicile et des îles Éoliennes, L’isola blu… I miei cavalli galoppano verso il Sud al ritmo della mia chitarra e al suono del flauto di canna. I colori, le immagini e le figure di una Sicilia immobile, eterna sono la mia sorgente d’ispirazione.

La mia Sicilia è quella dei Paladini partiti in guerra, delle processioni del Venerdi Santo, delle Ofelie dei borghi marinari impazzite per il bel pescatore scomparso in una notte di tempesta, delle madri in nero che aspettano il ritorno dei figli… Ed appaiono scorci e momenti di un’altra Sicilia, quella degli scavatori dello zolfo, della pomice e dell’ossidiana, degli emigranti, della miseria, delle lotte contro le ingiustizie. Tintinnano le campanelle degli ultimi carretti siciliani, scalpitano i destrieri dei Paladini, s’alza l’ippogrifo di Astolfo e vola fra le nuvole…

Negli anni Settanta, ho partecipato con Rosa Balistreri a uno spettacolo organizzato dall’Unesco in piazza Duomo a Milano, e di questo spettacolo facevano pure parte Ciccio Busacca, Ignazio Buttitta e I Taberna Mylaensis. Ognuno di noi ha cantato la “sua” Sicilia ed è stato molto commovente. Continuerò a cantare la “mia” però per “riuscire” penso che bisogna allontanarla… perchè come disse un giorno Leonardo Sciascia a Vincenzo Consolo “Si resti ccà nu fà ’nenti”.

Grazie!

Grazie a voi!

Lipari&Artistiultima modifica: 2012-01-24T10:58:00+01:00da leonedilipari
Reposta per primo quest’articolo

Lipari&Artisti

GERI PALAMARA – Agrigento,terra di Dei e di Poeti.Video by Nora Hache



 
Geri Palamara incontra ad Agrigento il suo vecchio amico degli anni sessanta,il poeta Sal Passarella.E’ ospite nel suo splendido B&B sulla RUPE…
Lipari&Artistiultima modifica: 2012-01-22T10:26:00+01:00da leonedilipari
Reposta per primo quest’articolo

Lipari&artisti

nmerlodorinogaetano.JPGLipari – Tre famosi artisti eoliani si preparano in vista dei prossimi concerti estivi: da sinistra Dorino Profilio, Nicola Merlo e Gaetano Raffaele. In attesa di riscaldare voce e strumenti, riscaldano i muscoli… 

Foto di Roberto Marturano.

Lipari&artistiultima modifica: 2012-01-19T07:29:01+01:00da leonedilipari
Reposta per primo quest’articolo

Lipari&artisti

rconti.jpgdi Renata Conti

Nel mio sito ci sono delle novità e mi farebbe piacere ricevere le vostre impressioni.

Laboratorio artistico “Il mare dipinto” vico Trota, 11 – 98055 Lipari Messina
Tel. 090 9812699

www.Ilmaredipinto.it
info@ilmaredipinto.it

Lipari&artistiultima modifica: 2011-04-30T10:56:09+02:00da leonedilipari
Reposta per primo quest’articolo

Lipari&Artisti

giacolinodottore.jpgdi Gianni Iacolino

Sessanta minuti di bella musica, creatività’, fantasia, destrezza e simpatia!  Non passeranno molti anni, che di Dimitri Greco si adimitri1.JPGparlerà fuori dal ristretto spazio del nostro arcipelago. Ancora grazie, Dimitri, per la splendida serata che ci hai offerto.

Lipari&Artistiultima modifica: 2010-08-30T17:56:02+02:00da leonedilipari
Reposta per primo quest’articolo

Lipari&Artisti

csottile.JPGLipari – Artisti si nasce, non si diventa.

Nella foto il giovane artista eoliano Carmelo Sottile.

“E io lo nacqui” direbbe il buon Totò… 

Lipari&Artistiultima modifica: 2010-04-08T15:01:00+02:00da leonedilipari
Reposta per primo quest’articolo