Lipari, per i 38 ex lavoratori della pomice sciopero della fame e occupazione della stanza del sindaco. Tra poco le interviste a Bartolo Natoli, Luigi Carlo Merlino e Tiziano Profilio

afame.JPGLipari – Da stamane i 38 ex lavoratori della pomice hanno iniziato lo sciopero della fame e occupato la stanza del sindaco Mariano Bruno. La protesta è rivolta al ministero dell’ambiente, alla Regione e anche all’Unesco che dopo che le Eolie sono divenute “Patrimonio dell’Umanità” hanno determinato la chiusura della società Pumex, l’unica d’Italia che estraeva la bianca pietra pomice e le consgeuenze sono state che hanno perso il posto di lavoro. Ben 13 ex lavoratori non sono neppure in mobilità. Tra poco potrete seguire le interviste con Bartolo Natoli, Luigi Carlo Merlino e Tiziano Profilio.

Ed ecco la lettera aperta. Con l’ennesimo disperatoo appello rivolto alle istituzioni nazionali, regionali, provinciali e locali: L’importante riconoscimento per le Isole Eolie di entrare a fare parte della lista dei Siti Patrimonio dell’Umanità è stato e continua ad essere, anche causa di una grave crisi socio – economica che ha coinvolto i Lavoratori della Pomice. Noi ex lavoratori delle cave di pomice abbiamo perso il nostro sicuro ed onesto lavoro, precipitando con le nostre famiglie, in una profonda crisi economica, finanziaria e morale che sicuramente sta lasciando il segno in una comunità piccola come la nostra che, è già di per se, disagiata dall’insularità. Quante promesse! ma ad oggi l’unica realtà e’ che per tredici di noi e’ finito il periodo di mobilità, senza che Regione – Comune, Stato ed Unesco abbiano fatto un qualche cosa di concreto. Ad oggi possiamo dire all’UNESCO che sembra inutile dettare REGOLE e/o RACCOMANDAZIONI, se queste vengono puntualmente disattese senza, soprattutto, ESERCITARE NESSUNA VIGILANZA sullo stato “dell’arte”. Questo e’, quello che e’ avvenuto alle EOLIE, sulle spalle solo di noi ex Lavoratori della Pomice!!!! Infatti sin della Missione presieduta dal Professore Hamilton, in visita ufficiale a Lipari dal 21 al 28 Marzo 2007, è stato evidenziato chiaramente il problema occupazionale relativo ai circa “quaranta” lavoratori impiegati nelle cave di pomice.

Nel verbale conclusivo, la Commissione dichiarava che il problema principale dei lavoratori di cava era dettato dalla mancanza di una occupazione alternativa, chiara ed immediata. Veniva evidenziato altresi’ che, la riassunzione ed il riaddestramento erano stati discussi, non solo a livello comunale, ma anche con le Autorità Regionali e veniva raccomandato che un programma comprensivo di ricollocazione, doveva essere effettuato immediatamente. Nella 31° sessione dell’Unesco, tenutasi in Nuova Zelanda dal 23.06.07. al 02.07.07, veniva ulteriormente ribadito che uno degli elementi essenziali affinché il sito Eoliano fosse conservato, era la chiusura delle cave di Pomice (punto 3.1) veniva, altresì, analizzato il problema occupazionale conseguente alla cessazione delle attività minerarie stabilendo che, “ un programma comprensivo, ben concepito, per la riassunzione ed il riaddestramento del personale debba essere effettuato immediatamente”. In data 23.01.2009, con nota protocollo DPN-2009-0001309, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare trasmetteva a tutti gli Enti interessati la relazione sull’attuazione delle condizioni poste dall’UNESCO per il mantenimento del sito Isole Eolie nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità. In tale documento veniva evidenziato come a partire dal 01.02.09, essendo stato già risolto il primo punto (chiusura delle cave di pomice), le Autorità avrebbero dovuto affrontare i restanti otto punti espressi nella decisione “31-COM-7B-24” dove, tra l’altro, alla lettera
“f” si parla di un programma di riassunzione e/o riqualificazione dei lavoratori interessati. A tale proposito già il 03.12.2008, in una riunione tenutasi presso il Ministero dell’Ambiente, alla presenza degli Amministratori Regionali si era discusso circa il reimpiego degli ex lavoratori del
settore pomicifero presso strutture Museali sia esistenti, sia in fase di progettazione (Museo Archeologico Regionale Eoliano “Bernabò Brea”
ed Eco – Museo Regionale della Pietra Pomice) come suggerito dall’UNESCO. In considerazione di quanto sopra al punto 3° (implementazione delle condizioni richieste dalla decisione 31-COM-7B.24 paragrafo “6” lettera “f”) veniva individuato il percorso per la realizzazione, con
finanziamenti pubblici, dell’Eco – Museo della Pietra Pomice e, comunque, veniva evidenziato come già il 24.01.2008 la Regione Siciliana, aveva attivato una formale procedura di reimpiego dei lavoratori dell’ex comparto pomicifero nelle strutture Museali esistenti a Lipari (Museo Archeologico “Bernabò Brea”).

Ma attenzione la storia recita, che il Comune e la Regione restano immobili, l’UNESCO non vigila e noi ex Lavoratori della pomice con le nostre famiglie, moriamo di fame. Oggi, con questa Lettera Aperta, intendiamo portare a conoscenza tutta la cittadinanza eoliana che, stanchi di questa situazione siamo costretti ad intraprendere iniziative eclatanti sino a quando, tutti gli enti interessati  “STATO,  UNESCO, REGIONE, e COMUNE”  non si assumeranno le proprie responsabilità, senza scaricarle gli uni sugli altri e quindi sino a quando tutti non  siederanno attorno ad un tavolo per affrontare e risolvere il problema di noi ex lavoratori della pomice, in modo definitivo.

Lipari, per i 38 ex lavoratori della pomice sciopero della fame e occupazione della stanza del sindaco. Tra poco le interviste a Bartolo Natoli, Luigi Carlo Merlino e Tiziano Profilioultima modifica: 2010-03-08T13:36:41+01:00da leonedilipari
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