Rassegna Stampa. “DestraLab”, case e cisterne

adestralab.jpgL’architettura tipica Eoliana è tuttora ben viva nel modo di edificare delle Isole Eolie, ma nasce da esigenze strettamente funzionali dettate dalle condizioni particolari in cui gli abitanti dell’arcipelago si trovarono a vivere. La forma delle case a piccoli cubi, i tetti piatti e le pareti che presentano lievi arrotondamenti consentivano di incanalare l’acqua nelle cisterne. La tecnica costruttiva era molto semplice, visto che erano gli isolani stessi a costruire le proprie case e i materiali utilizzati erano calce idrata mischiata alla sabbia.

I muri esterni erano spessi e costruiti a secco con delle pietre locali ciò permetteva di intrattenere il calore in inverno e mantenere fresco l’abitato nel periodo estivo. Caratteristiche sono le travi di legno che reggevano il soffitto, poste a 40 cm l’uno dall’altro con stuoie di canne e sopra venivano messe pietre, malta di calce e sabbia battuta facendo divenire il soffitto duro e compatto. Questa tecnica faceva sì che la costruzione fosse antisismica poiche le fondamenta e le basi erano fatte con pietre pesanti, mentre i solai con pietre leggere e friabili. I rifasci delle porte e delle finestre venivano ingentiliti con bordi colorati e tipiche sono le sculture poste sul tetto. All’interno della camera principale, che era la cucina, vi era un soppalco utilizzato per conservare i cibi. La cucina, costituita da una fornacella a due o tre fuochi aveva due forni: uno grande per il pane e uno piccolo per i dolci. Il bagno, piccolissimo, era fuori dalla casa per motivi di igiene.

All’esterno della casa vi era il terrazzo, con i “bisuoli” (sedili in muratura) e i “pulera” (tipiche colonne Eoliane) che sostenevano un pergolato a vite. La bocca della cisterna si trovava nel terrazzo. C’erano due tipi di magazzini: la “pinnata” (dove venivano posti gli attrezzi da lavoro, e il “palmento” (dove si pestava il vino).

Questa è la tecnica millenaria che veniva utilizzata dagli eoliani per costruire le loro case. Tutte, o quasi, le case della Eolie hanno una cisterna. La “cisterna” serviva a:

attingere l’acqua piovana che veniva raccolta per caduta dai tetti; la bocca della cisterna era sempre di lato al lavatoio e questo, essendo posto all’esterno, consentiva il recupero dell’acqua utilizzata per lavare per innaffiare l’orto antistante il terrazzo.

Ogni parte della costruzione era strettamente funzionale all’economia abitativa; così, ad esempio, il cosiddetto “astrico“, ovvero il tetto a terrazzo, veniva utilizzato per raccogliere l’acqua piovana in sottostanti cisterne interrate a forma di uovo.

Questa è invece la “rassegnata ironia” con cui ieri l’onorevole Luca Barbareschi ha risposto all’Ansa sulla questione della “presunta piscina abusiva” costruita nella sua casa di Filicudi nelle Eolie.

“E’ vero, dal 1964 esiste una cisterna d’acqua, un manufatto di 40 mq, di due metri x 60 x 3,20 cm d’altezza. Compro quando sono qua 2 camion di acqua per essere autonomo a questo punto posso o innaffiarci il mio giardino di ulivi o berli tutti. Recentemente per tre metri ho fatto anche un muretto a secco con le pietre. Non ho mai ricevuto alcuna denuncia, dunque mai fatto ricorso al Tar. Ora dopo queste indiscrezioni che smentisco verranno a controllare. Se riceverò denuncia ricorrerò al Tar”, aggiunge il finiano Barbareschi gustando una granita ad Alicudi e spiegando di non volersi ”rovinare i 20 giorni di vacanza l’anno con questa vicenda che guardacaso mi riguarda in questi giorni”. ”Sono sereno – conclude – vicende così sono nel conto della politica attuale. L’assurdo è che esiste un hotel a Filicudi con piscina olimpionica e che si parli di questa cisterna che c’è da sempre in una paese dove la cementificazione selvaggia e gli ecomostri non importano a nessuno”.

Questa è la foto della “cisterna” in questione, esistente secondo Barbareschi dal 1964, e qui ci sono le altre foto che il Notiziario delle Eolie ha pubblicato, riconfermando la notizia dell’accertamente eseguito nella villa dell’attore a Filicudi.

oltre alla piscina di 40 metri quadri costruita al posto di un terrapieno destinato a giardino e confinante con la strada pubblica, come anticipato, è stato anche realizzato un vano tecnico con due finestre non previste in progetto, una diversa destinazione del vano scala munito di finestra e una porta che permetteva l’accesso sulla strada comunale. Il tutto senza concessione edilizia del Comune di Lipari, senza i pareri della Sopritendenza, del Genio Civile (zona sismica), mentre i movimenti di terra con scavo sono stati eseguiti senza il parere della Forestale in un’area sottoposta a vincolo idrogeologico. Per gli abusi edilizi, una denuncia è stata inviata alla procura della Repubblica di Barcellona, mentre dal Comune sta per partire l’ordinanza di demolizione e il ripristino dello stato dei luoghi.

Dei manufatti dell’on. Barbareschi non ce ne può fregare di meno e ci dispiace molto che qualcuno abbia tentato di rovinare le sue meritate vacanza, ma è proprio con la stessa “rassegnata ironia” che gli facciamo sapere che il tentativo di prendere per il culo il mondo intero a un limite. Soprattutto in Sicilia.

p.s.: Ah e del direttore del Notiziario Bartolino Leone tutto si può dire tranne che è un pericoloso strumento nelle mani del Cav. e dei servizi segreti italiani per condurre battaglie politiche. Sarebbe ora che la smettessero di ripetere tutti sempre e comunque la stessa musica. Esiste anche altra bella musica.

Rassegna Stampa. “DestraLab”, case e cisterneultima modifica: 2010-08-23T20:06:00+02:00da leonedilipari
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