Rassegna Stampa. “Repubblica”. Lombardo&Il libro dei favori

ELAURIA.jpgdi Emanuele Lauria

Un file finito per sbaglio o per vendetta in rete e pieno zeppo di nomi, cognomi, numeri di telefono, cortesie da fare in cambio di voti, segnalatori delle “pratiche” e riferimenti politici o burocratici da contattare. Il sistema Lombardo, se accertato, viaggia sul libro mastro dei favori che da quasi due anni è all’esame della magistratura. Un archivio elettronico dell’elettorato e dei suoi bisogni che sembra fare a pugni con l’autodifesa via satellite pronunciata a Sala d’Ercole dal governatore: “Non ho mai accettato raccomandazioni”.

La vicenda è stata ripresa ieri dall’europarlamentare Sonia Alfano. È quella del database di Raffaele Lombardo, spuntato su Internet dopo le regionali del 2008. Venuto fuori dalla segreteria del presidente, da quella del fratello Angelo o di altri esponenti dell’Mpa. L’inchiesta è in mano al pm Alessandra Chiavegatti. Ma anche i colleghi della procura etnea che si occupano dell’indagine per mafia che coinvolge Lombardo stanno valutando se acquisire agli atti il “brogliaccio”. Sull’autenticità dell’archivio i magistrati non nutrono molti dubbi. E d’altronde non c’è un solo numero di telefono, o un indirizzo, che non corrisponda al nome indicato. Ivi incluso quello dello stesso Lombardo. Difficile tuttavia verificare se le segnalazioni abbiano avuto esito positivo e se l’eventuale interessamento del presidente – o degli esponenti politici a lui vicini – abbia avuto un ruolo decisivo. Insomma, che ci sia stato o meno reato è tutto da dimostrare.

Di certo, il documento rivela una nuova frontiera, organizzata con mezzi telematici, di un sistema clientelare. Dentro ci sono costanti riferimenti, per la valutazione o la soluzione delle “pratiche”, a Maria Bonanno (segretaria di Lombardo) e a numerosi esponenti dell’Mpa. Non mancano, tuttavia, indicazioni di deputati di altri partiti, anche di centrosinistra. Fra i nomi dei file si legge: “Per on. le Raffaele Lombardo”, “per l’onorevole Rao”, “per il dottor Scavone”, “per Di Mauro”, “per on. Riina”, “per on. Fiorenza”.

Ed è vasto, il campionario delle segnalazioni. C’è una lunga lista di impiegati (o aspiranti tali) del call center di Paternò: per ciascuno di essi il nome di un riferimento politico al fianco. Un file contiene dieci candidati a un concorso per autisti, un altro trenta nominativi di insegnanti che puntano a corsi di sostegno per una laurea in scienze agrarie o anche per la scuola materna. In un altro documento è scritto che A. C., assunto da Microelectronics nel marzo del 1999, “aspira al passaggio da operaio a impiegato”. G. S. è invece un dipendente del consorzio gestioni ambientali Siet-Ipi di Catania che “chiede di essere incaricato caposquadra”.

Ancora: viene segnalata la pratica di S. B., che ha presentato alla Crias una domanda di contributo in conto capitale. Dall’artigianato alla musica: D. R. è un mezzosoprano e chiede aiuto in vista di un colloquio al teatro Massimo Bellini in programma nei primi giorni di dicembre del 2006. Poi c’è un elenco di 52 nomi “da inserire in enti di formazione”: fra i segnalatori un attuale dirigente generale della Regione e un deputato dell’Mpa. Dal brogliaccio telematico spuntano due nomi che chiedono una spintarella in occasione dell’esame di abilitazione per dottore commercialista. Quarantasette nominativi fanno parte di un file “inviati Fastweb”.
C’è chi si rivolge ai dirigenti dell’Mpa per la preiscrizione alla scuola elementare e chi per un trasferimento dall’ospedale di Augusta a quello di Lentini. In un file sono contenute le “richieste di lavoro su Palermo”: fra i nomi ci sono quelli di un giornalista, di un ingegnere elettronico e di un altro abitante del capoluogo che, semplicemente, “aspira ad entrare in un ufficio di gabinetto”. N. R. V è un dipendente dell’assessorato dei Beni culturali in servizio a Taormina che chiede il trasferimento a Catania. E ci sono i siciliani stanchi di lavorare nel Continente. Come un maresciallo di polizia tributaria che, da Milano, chiede di essere destinato a Catania o Modica: “Ha già fatto richiesta”, è sottolineato nell’appunto mediatico. La pratica rubricata sotto la sigla “84F” è quella del trasferimento di una farmacia ad Acireale.

Poi ci sono i problemi medici. Anche per quelli – stando al controverso libro mastro – lo staff del governatore era pronto a intervenire: il caso di G. L. M., ad esempio, viene segnalato in previsione di un esame di clinica ortopedica programmato per il 6 febbraio 2007. E fra le pieghe delle cartelle finite su Internet finisce pure la vicenda di una signora che chiede aiuto perché in lista d’attesa per il trapianto di un rene.

Quella del “brogliaccio” di Lombardo potrebbe benissimo essere una spy-story. Un giornalista di “Centonove” lo scoprì – questa è la versione da lui raccontata – aprendo sul programma E-mule il file zippato “Pinnacle 10 e 11 effetti video. zip”. Ne venne fuori una selva di cartella piene di documenti. Fra questi, peraltro, anche un elenco di indirizzi telefonici cui inviare sms: “Ringrazio sentitamente per il nostro comune successo. Raffaele Lombardo”. Oppure: “Sabato 5 maggio, 9,30, protesta contro la politica dei trasporti in Sicilia. Ti aspetto spazio antistante torre cilindrica aerostazione Fontanarossa. Lombardo”. Quando il Corriere della Sera si occupò del caso, il governatore minacciò querele e attraverso il suo avvocato parlò, anche allora, “di campagna diffamatoria orchestrata con interventi a più puntate e calpestando il diritto di cronaca”. La Procura aprì un’indagine conoscitiva, nei giorni in cui accadevano altri episodi poco chiari. Come il furto di due computer nella segreteria politica di Giovanni Pistorio, braccio destro di Lombardo.

Ora quella vicenda torna sotto i riflettori: “Subito dopo la campagna elettorale delle regionali del 2008 io stessa – dice Sonia Alfano – denunciai all’autorità giudiziaria e a quella investigativa l’esistenza di questo archivio che raccoglie e scheda migliaia di personaggi, con accanto la raccomandazione richiesta. Questo sistema vedeva purtroppo coinvolti docenti universitari, anche di sinistra, professionisti, deputati del centrosinistra e perfino medici. Questi sono i fatti che smentiscono le dichiarazioni di Lombardo. Mi dispiace – ha concluso la Alfano – che oggi il Pd democratico continui a sostenere questo governo regionale”. “Si tratta di una vecchia vicenda di appunti on line che il presidente Lombardo ha già abbondantemente chiarito essere a lui estranea”, replica il parlamentare dell’Mpa Nicola D’Agostino. Ma il mistero del libro mastro non si è ancora chiuso.

Rassegna Stampa. “Repubblica”. Lombardo&Il libro dei favoriultima modifica: 2010-04-15T20:11:00+02:00da leonedilipari
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