Recentemente una nota rivista ha dedicato la copertina alla suggestiva immagine della 
“Spiaggia Bianca” di Papisca (Lipari). Una veduta “mozzafiato” per suscitare l’interesse delle bellissime isole della Sicilia e in particolare delle Eolie. Purtroppo questa immagine appartiene al passato e che oggi la spiaggia, non piu’ alimentata dalla discarica di materiale pomicifero di Capo Rosso, ha perso il suo bianco candore.
L’insistenza dei media, nello stimolare l’interesse dei lettori a visitare le isole con quella immagine, deve far riflettere e porre un interrogativo: se la spiaggia bianca, sicuramente unica al mondo, è uno strumento di grande interesse per presentare e promuovere le Eolie nel Mondo, e per attirare visitatori, perchè non è possibile ricreare questo angolo unico e particolare utilizzando il materiale pomicifero di risulta accumulato nella zona alta del litorale che porta ad Acquacalda nei mesi in cui il mare di greco-tramontana è dominante per condizionare il trasporto delle sabbie su questo tratto di litorale, con andamento da nord verso sud?
Sicuramente è un problema di costi. Ma questi, rapportati ai benefici che la comunità delle Eolie, economicamente retta sul turismo, ne ricaverebbe, rappresenterebbero ovviamente un ottimo investimento. Mi permetto pertanto per l’esperienza maturata in tutti questi anni nel settore del turismo, chiedere al Comune di Lipari di valutare attentamente questa possibilità. Altrimenti è indispensabile e corretto informare le varie testate giornalistiche che pubblicano questo panorama, spiegando le motivazioni del fenomeno, che si tratta di uno scorcio dell’isola che appartiene al passato e che non piu’ essere ammirato. Ciò per evitare che eventuali “innamorati” di tale bellezza e suggestione possano giungere sull’isola e scoprire che la “spiaggia bianca di pomice” non c’è piu’….