Lipari, tribunale che se ne va. -3

avvocatisciopero.jpgNella triste storia del naufragio politico sul tribunale di Lipari, in molti hanno cercato di rappresentare la scena mentre i sudati 3 eoliani vestiti con l’abito della festa raffiguranti sindaco, vice sindaco e presidente del consiglio del mitico comune di Lipari venivano ricevuti allegramente dal capo di gabinetto del ministero di Grazia e Giustizia. Nell’ufficio, finemente arredato completo di quadri e piante ornamentali, l’altissimo dirigente ha potuto nervosamente dedicare 90 minuti al problema Lipari, con tribunale già condannato a morte. Dopo un accorato appello dell’oratore di turno che riempiva di aggettivi lacrimevoli, squillavano telefoni e telefonini, di fronte ad un caffé, già freddo e forse pure usato. Mi dispiace, sarà per un’altra volta sentenziò il numero 1 romano. Nessuno ha portato ad oggi i conti delle maggiori spese e dei danni per la chiusura della casa della giustizia. Bastava citare i processi, i testimoni sia privati che appartenenti alle forze dell’ordine, al numero degli avvocati che tirano l’economia locale con segretarie praticanti e formazione. Naturalmente sorge anche una domanda sospetta: ma i 4 comuni eoliani (di nome) perché scelgono sempre più spesso avvocati non residenti nelle isole? Su questo mistero e su questi silenzi si chiudono le porte della politica e il fascicolo passa all’avvocato Angelo Pajno, all’avvocato Alfio Ziino, all’avvocato Salvatore Leone, all’avvocato Luca Zaia, all’avvocato Claudio Mandarano, all’avvocato Giuseppe Carrà, i pochi che sempre, puntualmente hanno fatto sentire la propria voce. Magari accompagnando gli scatoloni dell’archivio del tribunale al traghetto come ad un funerale, con ghirlande, bare con toghe e fasce tricolori dei sindaci. Ma si nutrono dei dubbi sulla loro presenza.

Lipari, tribunale che se ne va. -3ultima modifica: 2013-09-11T09:20:53+02:00da leonedilipari
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