Lipari. La rete idrica e le “Tela di Penelope”. La reazione

gbongiorno1.JPGsagrippiccola.jpgGentile Direttore,

leggo dell’’ennesima missiva, sul suo giornale on-line, della Signora Borgiorno, per quanto riguarda gli ormai innumerevoli guasti alla rete idrica che porta a Lami, che purtroppo si ripetono sempre più spesso nell’ultimi tempi. Vorrei subito ringraziare la Signora Bongiorno che conosco bene, per la sua attenzione e sensibilità che presta al nostro territorio pur vivendo a Palermo, per me che sono residente a Canneto e ci vivo tutto l’anno questa lettera mi da la possibilità di potare all’attenzione della Signora e di tutti i suoi lettori un mio pensiero nel merito di questo problema che sta mettendo a dura prova, per via di mancanza d’acqua, innumerevoli famiglie. Tutti i giorni per almeno due volte mi reco a Lami e conosco molto bene la strada e il traffico a cui è sottoposta, si può ben dire che un tempo quando c’era la discarica dei rifiuti a Lami i mezzi pesanti che attraversavano tale strada erano di gran lunga più numerosi rispetto a oggi e di guasti così frequenti non se ne avevano, personalmente ritengo che la linea irrigua posta sotto la sede stradale, benché sia costituita da un grosso tubo di politelene, sia ormai obsoleta e come ogni qualsiasi materiale terminato il periodo della necessaria garanzia, anche la più lunga possibile, credo che sia il momento di dire che tale condotta debba essere sostituita con un’altra più efficiente e duratura nel tempo. A questo punto vorrei portare a conoscenza per chi non si è interessato tanto specialmente gli ultimi tempi e  visto il fatto che la Signora Bongiorno  sia residente fuori dal nostro comune, ritengo che non sappia che il nostro comune attualmente ha un finanziamento di ben circa  55 milioni di euro per il cosiddetto “ciclo dell’acqua”, tutta la procedura di progettazione e previsione di spesa di tale cifra sta ormai da 13 anni sotto il commissariamento della “emergenza idrica alle eolie” da parte dello stato che allo stato attuale ha delegato un certo Signor Pelaggi quale commissario di tutta la procedura. Proprio a Canneto con la partecipazione degli abitanti di Serra e Pirrera stiamo lottando al momento per non far realizzare (con una parte di questi soldi) nella zona di Canneto dentro il depuratore per l’isola di Lipari, opera nefasta e insensata che pregiudicherebbe negativamente  in modo irreversibile il futuro non solo di Canneto o Lipari ma di tutto il territorio comunale. Oltremodo si andrebbero a spendere parte di questi soldi in altre opere inutili , che personalmente ho rappresentato in una mia lettera di circa venti giorni fa (prima del consiglio comunale che si è tenuto per il depuratore a Canneto) e allego alla presente. Purtroppo nella previsione di spesa di tutti questi soldi non c’è nessun riferimento a ripristino, sostituzione  o installazione  di nuove condutture d’acqua, cosa particolarmente grave per tutte le borgate dell’isola, compresa quella di Lami che attraversa la parte alta anche di Canneto per l’approvvigionamento idrico. Ritengo doveroso da parte di tutti ad interessarci e lottare affinchè detto commissario venga incontro alle nostre necessità più impellenti e si determini con una spesa più oculata e lungimirante dei nostri soldi.

Ed ecco la lettera: Ai Signori Amministratori del Comune di Lipari, ai Consiglieri del Comune di Lipari, A tutta la cittadinanza eoliana. Egregi Signori, la questione depuratore si pone al centro della vita politica di questo paese e il giorno 9 c. m. ci sarà un consiglio comunale apposito per la discussione della localizzazione del depuratore a Canneto Dentro. Sulla vicenda ormai da tempo si sono intrapresi  vari contenziosi  legali di natura procedurale e sociale (personalmente sono stato già uno dei tanti firmatari in un ricorso al Tar del Lazio), ancora oggi e sicuramente per il futuro ce ne saranno degl’altri, capeggiati dall’instancabile Avv. Intilisano.  Con la presente vorrei, oggettivamente,  rappresentare le storture e gli effetti pregiudizievoli che si abbatterebbero sul nostro territorio, condizionandone negativamente la qualità della vita e lo sviluppo socio-politico di noi abitanti tutti di questo nostro comune, per le già progettate e imminenti opere da realizzarsi, con questa infinita emergenza (siamo già al tredicesimo anno) che comprende il cosiddetto “ciclo dell’acqua”  finanziato con oltre 40 milioni di euro e di cui fa parte la realizzazione del nuovo depuratore dell’isola di Lipari. Ho seguito da qualche anno la questione di tale emergenza e sono sicuro che quanto già progettato e a breve da realizzarsi è svilito della necessaria lungimiranza che questa importante spesa pubblica deve obbligatoriamente avere. Pertanto mi permetto da semplice cittadino di analizzarne e fare delle considerazioni sulle  informazioni  avute fino adesso; Tutti sappiamo che prima dell’emergenza (oltre 13 anni fa) è stato fatto un valido progetto  (tuttora ancora valido), che prevede il nuovo depuratore a Pignataro, dove peraltro è stato previsto anche dal PRG,  l’impianto è stato progettato  in un tunnel  senza effettuare nessun esproprio (almeno a privati), con un impatto ambientale quasi nullo. La progettazione di questo impianto prevede che le acque depurate non vengono buttate a mare ma immesse in una nuova e seconda rete idrica (da realizzarsi con gli stessi fondi) per irrigare i giardini e le campagne dell’isola. La cosa più strategica di questa locazione è  che tale impianto si troverebbe a livello del mare in modo da avere l’adduzione dei reflui fognari quasi esclusivamente per caduta  e non ci sarebbe bisogno di grosse vasche di raccolta e con un limitato pompaggio dei reflui si avrebbe anche il beneficio di un considerevole risparmio energetico.La nuova locazione prevista a Canneto Dentro, sarebbe dentro una valle e nella parte sovrastante ci sarebbero gli abitati di Serra e Pirrera e già i suoi abitanti insieme a quelli di Canneto hanno prodotto vari contenziosi amministrativi e penali per questa procedura. Tale ubicazione andrebbe a pregiudicare un’area già individuata come zona artigianale ed è incomprensibile come il consorzio degli artigiani avendo già proprio lì un progetto per gli insediamenti  produttivi da realizzare (P.I.P.), abbia accettato favorevolmente una conferenza di servizio con l’istituzione commissariale. Per tale realizzazione si prevede uno sbancamento del costone lato nord con un quantitativo di 95.000 mc di materiale di risulta che dovrebbe essere portato nella vecchia discarica di R.S.U. non ancora bonificata a Lami, insomma si andrebbe ai realizzare una sorta di sarcofago su questa discarica che come sappiamo attualmente rappresenta una bomba ambientale e gli abitanti della zona manifestano  già da tempo le giuste apprensioni. I numerosi espropri necessari per la realizzazione dell’impianto hanno già messo in allarme i proprietari che sono pronti per i ricorsi di legge, bisogna anche considerare che alcuni artigiani avevano già di proprio comprati questi terreni in previsione degli insediamenti artigianali, quindi si ha già gente esasperata e avvilita. Risulta inoltre esserci uno studio eseguito anni addietro per individuare fonti termali e proprio in questa locazione risulterebbe la maggior falda di acque termali dell’isola. A differenza della prima locazione di pignataro questo progetto non è previsto il riutilizzo delle acque depurate, ma queste andrebbero addotte in mare (disperse). Ma la cosa che rende veramente raccapricciante e incomprensibile questa locazione è che si andrebbe a collocare a circa duecento metri sopra il livello del mare e gli abitati di Lipari e Canneto che produco  la parte più consistente dei reflui fognari si troverebbero al di sotto di questo livello, nasce cosi l’esigenza progettuale delle due grosse vasche di raccolta per il pompaggio dei liquami a Lipari centro zona di Sottomonastero e a Canneto sulla spiaggia di Unci, dotate delle necessarie valvole di sfogo a mare in caso di guasto o emergenza. Quindi da queste due progettazioni per la realizzazione del nuovo depuratore a Lipari, appare sicuramente molto più valido quello di Pignataro, localizzato e progettato in modo lungimirante e a mio avviso trova un punto forte nel riutilizzo delle acque depurate per l’agricoltura. E chiedo alle S.V. possiamo permetterci  il “lusso” di non avere ancora la seconda rete per l’irrigazione nella nostra isola? Sappiamo tutti che attualmente una grossa quantità di acqua potabile (in parte depurata in loco e buona parte trasportata con costi notevoli da Napoli) viene usata per tale necessità, Quindi il risparmio di questo “prezioso liquido” sarebbe considerevole. Ciò potrebbe sicuramente trovare un punto di forza in una previsione di sviluppo economico futuro per dare corpo all’iniziativa agricola privata,  innescando il circuito del “turismo enogastronomico” con la produzione de i prodotti tipicamente storici e non solo, dai sapori unici. Nel contempo a questa iniziativa si potrebbe  accorpare e recuperare l’invasatura di monte Santangelo  e le strutture annesse che giacciono li, ferme da almeno quarantanni. Questa gestione commissariale ha previsto inoltre due impianti nell’isola di Vulcano, un dissalatore e un altro depuratore che a mio avviso ritengo inutili e gravosi per tutta la cittadinanza del comune di Lipari perché sicuramente per il futuro i soli abitanti dell’isola di Vulcano non potrebbero contenere i costi di manutenzione e gestione. Visto la vicinanza all’isola di Lipari con due condotte sottomarine si potrebbero addurre i reflui fognari nel depuratore di Pignataro e anche per questo risulterebbe ulteriormente strategico, mentre dall’isola di Lipari si porterebbe l’acqua potabile desalinizzata con una condotta che già è stata da anni fatta fino alla parte estrema  di fronte a Vulcano. Quindi l’isola di Vulcano avrebbe ugualmente il servizio fognario e idrico e si eliminerebbe il sicuro impatto ambiatale di queste due strutture, cosa anche importante sirisparmierebbero dei fondi che potrebbero andare per il potenziamento delle reti fognarie e idriche o a riqualificare quelle già esistenti visto le molteplice falle che si verificano ogni giorno sempre più. A questo punto è un obbligo da parte delle S. V. e un Diritto per noi cittadini sapere la verità  sul perché si è voluto accantonare la prima progettazione del nuovo depuratore previsto a Pignataro per ripiegare su una serie di opere particolarmente costose, insensate e inutili. Auspico che nel prossimo consiglio comunale ci venga detto tutto quello che fino adesso non si è detto, facendo piena chiarezza su tutti i retroscena di questa vicenda commissariale.

Salvatore Agrip  cittadino eoliano e abitante di Canneto da sempre e per sempre.

– di Giovanna Bongiorno

Non è per vis polemica ma con il più costruttivo degli intenti che segnalo, anche a reteidrica.JPGnome dei miei vicini di casa, Ing. Ugo La Cava, Sigg.ri Mollica ed altri, l’incredibile vicenda della rete idrica di adduzione che, dal serbatoio di Lami, porta l’acqua ( bene primario) alle abitazioni della costa di Calandra, cui si riferiscono queste immagini.
Da settimane viviamo il calvario di domandarci. di ora in ora, che sarà dei giorni che ci aspettano, sempre con l’occhio alle cisterne ( vuote) e la mano al portafogli per le autobotti. Siamo nel clou della stagione turistica e non discutiamo di dar acqua alle piante, che pure ne avrebbero bisogno, discutiamo di capire come andremo avanti con le necessità primarie degli abitanti di questa zona.
Nulla da dire sulla Ditta che tempestivamente, per ben tre giorni consecutivi, sotto lo schianto del sole, ha inviato le proprie maestranze a riparare le falle, susseguitesi una dopo l’altra, a distanza da poche ore da ogni intervento, portando, così, fiumi d’acqua a perdersi e lasciando vuote le nostre cisterne. Le foto si riferisco all’ultimo intervento di ieri. La domanda che una persona normale si pone è come non si sia pensato, visto che si tratta complessivamente di un tratto di non oltre 10 mt lineari, a fare una unica trincea di scavo, controllare la tubazione, sostituirla adeguatamente e non pezzo a pezzo, e richiuderla a norma, ossia con materiali adeguati, che non consentano al peso dei camion che transitano sulla strada, di schiacciare ogni tratto di impianto già rappezzato, facendolo franare sotto una immane pressione, con la conseguenza dell’apertura di nuove falle e l’assenza di acqua nelle nostre cisterne. Invece continuiamo con questa tela di Penelope ma non aspettiamo Ulisse, che non approderà mai più da queste parti, attendiamo il crollo, la rovina che è già alle porte e che forse lo è più per l’insipienza generale che per le pur drammatiche condizioni economiche e politiche del nostro Paese. Ancora un altro anno di questo trend e verremo cancellati dal mondo. Non servono gli eventi autoreferenziali, non servono le contrapposizioni. I tempi in cui ministri e ministresse approdavano in elicottero in quest’isola, più a caccia d’affari che per amore delle cose, sono lontani. I danni che hanno lasciato, invece, sono molti e vicini. I tempi delle cittadinanze onorarie a squali impresentabili che con le loro degne signore arrivavano sull’Isola sono anch’essi alle nostre spalle, per fortuna, ma a noi restano solo la fatuità, i danni, il nulla, la precarietà, un buco nero sul futuro di domani mattina.
Eppure esistono, qui, uomini di buona volontà e di grandi capacità, e ve ne sono tra i politici, tra gli imprenditori, tra la gente comune, e tutti insieme dovrebbero avere il coraggio di spezzare ogni
barriera e con uno scatto d’orgoglio, di forza e di amore, salvare, dalla rovina che vi iincombe, quest’Isola meravigliosa. Sottrarla al cupo destino d’essere relitto ancorchè Isola, ossia, come in molti
credono, ineluttabilmente destinata al naufragio. come ogni relitto che galleggia sui flutti,

Lipari. La rete idrica e le “Tela di Penelope”. La reazioneultima modifica: 2013-07-28T08:01:11+02:00da leonedilipari
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