Lipari, megaporto turistico&altro

AZIINO1.JPGCaro direttore,

quaranta anni di professione ed un ventennio speso in politica mi hanno insegnato che una minoranza rissosa è bnatale5.jpgquella che urla, manifesta, appare, scrive, si appella, e quanto altro, finendo con il travolgere, all’apparenza, quella che è la maggioranza del comune sentire. Ed a detta minoranza rissosa finisce sempre per accodarsi chi, quanto meno in termini politico-elettorali, ritiene di trarne un personale beneficio. Mi riferisco, nello specifico, al senatore D’Alia (con il quale mi scuso per non rammentarne il nome proprio), mostratosi lestissimo, a cose fatte, a cavalcare la gazzarra. Parlo, ovviamente, del cosi’ detto megaporto di Lipari. In termini oggettivi, la vicenda è paradossale. Si vorrebbe realizzare una struttura che, oltre a garantire il sicuro espletamento dei servizi marittimi, costituirebbe una ineguaglibile fonte di lavoro già a far capo dalla sua realizzazione. Discutere di colate di cemento, di deturpazione del paesaggio, di rovina di bellezze naturali, è semplicemente da idioti.

E’ chiaro che la realizzazione di un porto prevede opere murarie, modificazioni del paesaggio, alterazioni delle bellezze (?) naturali. Chi a tutto questo si oppone, dovrebbe semplicemente, ed onestamente, dire proprio che il porto, un porto, non lo vuole. Con il corollario di non volere che vi sia gente che lavori alla sua realizzazione e, successivamente, alla sua conduzione. Con ancora il corollario ulteriore di sponsorizzare quattro improvvisati “pontilisti” quattro che, confermando una antica tradizione locale, si dedicano alla spoliazione del diportista di passaggio. L’unico atteggiamento “contro”, comprensibile, sarebbe quello teso al miglioramento dell’opera in progetto (cosa che è stata fatta) e che non può che essere il frutto di studi e proposte “qualificate”. Non entro nel merito di scelte tecniche, appannaggio del professionisti del settore e non già barcaioli, ormeggiatori, comandanti di pescherecci o navi.

Mestieri tutti degni di ogni considerazione, a volte difficili, ma che nulla hanno da vedere con la ingegneria. Cosi’ come nulla vi ha da vedere l’aggressione, volgare, patita appunto da un “ingegnere” da parte di un “geometra” che, a detta di un suo collega, pare abbia avuto qualche difficoltà a tracciare una retta anche con l’ausilio di una riga. Torno al punto. L’economia delle Eolie è allo sfascio e mantenendo l’attuale stato di fatto non vi è non solo alcuna possibilità di sviluppo, ma è certo un continuo ulteriore declino. Il porto, un aeroporto, il recupero delle aree dismesse della pomice, costituiscono l’unica possibilità di creare lavoro e ricchezza diffusa. Ove cosi’ non fosse, mi dica qualcuno quale altra o altre alternative esistano in concreto, lasciando stare parchi, riserve e quanto altro per la cui istituzione si battono sopra tutto coloro che, ex legge, vi troveranno un posto nei vari consigli di amministrazione (ambientalisti e simili) e lasciando stare i vuoti appelli a turismo museale, vulcanologico, agreste, etc…

Da ultimo. Sarò grato, per quel pochissimo che possa valere, alla Lipari Porto Spa, se vorrà garantire al neo cavalleggero, al curvilineo geometra, al princice dei locali ambientalisti, una qualche legittima utilità o compartecipazione all’intrapresa. Se del caso, magari con il conforto della legale assistenza del P.D. isolano. Sarò grato perchè è proprio la deficienza di tali garanzie che mi impedirà di vedere crescere le Eolie. Con i migliori saluti.

Avvocato Alfio Ziino   

Lipari, megaporto turistico&altroultima modifica: 2010-12-18T17:34:00+01:00da leonedilipari
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