Rassegna Stampa. Corriere.it”. Salina, Marina Suma da sex symbol a designer

DA SEX SYMBOL A DESIGNER. La seconda vita di Marina Suma. Al banchetto dei gioielli in cartapesta. Vende le sue creazioni sul lungomare di Salina tra una foto ricordo e una creazione: «Una vita stupenda. Meglio che recitare».

fcavallarofelice.jpgdi Felice Cavallaro

 

 

 

Marina Suma e il suo banchetto di gioielli a Salina Marina Suma e il suo banchetto di gioielli a Salina

SALINA – Il suo primo film è del 1981 e dopo «Le occasioni di Rosa» Marina Suma, per tanti anni diventata un vero sex symbol dello schermo, è passata dal cinema agli show televisivi al teatro, fino alle «Pene d’amor perdute», in scena cinque anni fa. Poi, sempre meno apparizioni. Anche con qualche polemica intervista in cui si lamentava che «per lavorare in Rai o a Mediaset devi essere raccomandata… devi essere l’amante di qualcuno…». Ma lei, con quel suo appeal che conserva nelle movenze, uno sguardo felino e dolce insieme, non recrimina e sorride alla sua nuova vita, alla sua nuova attività. In scena ogni giorno, «dal pomeriggio all’alba», sul lungomare di Salina dove se ne sta a creare e vendere i suoi divertenti gioielli di cartapesta dietro un banchetto colorato. Una bancarella sempre circondata da turisti incuriositi. Foto ricordo in continuazione.

Marina Suma, alle Eolie per una nuova vita Marina Suma, alle Eolie per una nuova vita    Marina Suma, alle Eolie per una nuova vita    Marina Suma, alle Eolie per una nuova vita    Marina Suma, alle Eolie per una nuova vita    Marina Suma, alle Eolie per una nuova vita

DAL SET AL BANCHETTO – «Disegno monili da 9 anni. Un’antica passione. Sono andata anche a scuola di cartapesta. Li modello, li rafforzo, li coloro ed ecco venir fuori bracciali e collane con un cuore di cartapesta, solo fili di cotone per assemblare, niente bronzo, oro, argento…», spiega sulla passeggiata di Lingua, Lipari di fronte, il mare oltre il muretto, fra bar, ritrovi e boutique, dove Marina Suma ricomincia la sua nuova vita senza rimpianti per questo passaggio dal set al banchetto.

ALLE EOLIE DA SEMPRE – «Una vita stupenda. Meglio che recitare. Assicurato il contatto con il pubblico. Passano tutti da qui in estate e ci divertiamo con gli altri tre quattro creativi che come me danno allegria al contesto mostrando l’arte del macramè, della ceramica, del legno», dice divertita dalla curiosità dei turisti che la scrutano interrogandosi. «Sì, sono io», conferma lei spiegando perché Salina sta nel suo cuore: «Vengo qui da quando sono nata. Avevo appena un mese, la prima volta. Madre napoletana e padre di Avola, era consuetudine passare anche quattro mesi qui in vacanza».

CAMBIARE NON È UN DRAMMA – Nessun rimpianto per la «prima vita»? «Rimpianti per la tv o il set non ne ho, non me ne frega niente. Ho fatto tanta televisione, tanto cinema, e fermarsi, cambiare non deve essere mai considerato un dramma. Tanti si bloccano davanti al banchetto, guardano la mia nuova vita, le mie creazioni, comprano, si diventa amici… E se non mi riconoscono non sto male. No, non è rassegnazione. Devi fare i conti con una crisi paurosa del mondo dello spettacolo. E poi ti fanno lavorare sempre meno…».

CREARE È PROVA D’ARTISTA – Sarà per la quiete di Salina, ma sembra aver recuperato un pieno equilibrio, lontano dalle frecciate lanciate qualche anno fa al mondo dello spettacolo: «Una donna per strappare un contratto deve essere l’amante di qualcuno…». Adesso ostenta serenità: «Non recrimino, penso alla gioia che provo creando gioielli e alla gioia di mostrarli in un contatto diretto con chi li apprezza. Per il resto, nella vita si cambia. Non sempre la vita va come vuoi che vada. E questa è la mia filosofia di vita da quand’ero bambina. Cambia tutto, intorno e dentro di noi. Dobbiamo vivere con serenità l’evoluzione delle cose e del tempo. Il cinema è stata una esperienza bellissima. Ma anche la parte creativa in cui mi sono tuffata è una prova artistica. E tutto quello che viene è tanto di guadagnato». Niente più teatro? «L’anno scorso, a Castellammare di Stabia, con un giovane regista abbiamo messo in scena l’assedio dei tedeschi nei cantieri navali di Castellammare. Ma senza tournée, non ti finanzia nessuno, mancano supporti, e uno spettacolo muore appena nato». Lo dice mentre raccoglie i bracciali, lascia scivolare un pareo, resta in costume, salta il muretto e si tuffa in acque limpide. Due minuti e rieccola nella sua bottega a cielo aperto. Pronta per nuovi turisti, il suo pubblico.

Rassegna Stampa. Corriere.it”. Salina, Marina Suma da sex symbol a designerultima modifica: 2013-08-13T17:52:00+02:00da leonedilipari
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