Tirrenia, che incertezza…

atirrenia3.jpgIl futuro del trasporto marittimo italiano rimane un’incognita. Il processo di privatizzazione della compagnia pubblica Tirrenia va avanti tra un’incertezza e l’altra. Intoppi che rischiano di danneggiare gli abitanti delle Isole e gli operatori commerciali.
Scaduto il termine per la presentazione delle offerte, sulla scrivania del commissario straordinario del vettore statale Giancarlo D’Andrea, sono pervenuti solo due plichi per Tirrenia e due per Siremar, controllata che opera sulle rotte siciliane. Un risultato ben al di sotto delle aspettative maturate a febbraio quando le manifestazioni di interesse per la capogruppo erano state tredici.

Per Tirrenia solo una si presenta nella forma di un’offerta concreta, quella della neonata Compagnia Italiana di Navigazione (Cin) – la cordata che riunisce i tre big del comparto: Moby, Grimaldi e Grandi Navi Veloci – l’altra offerta porta il nome di Mediterranea Holding ma contiene una mera dichiarazione di interesse a partecipare all’operazione. Cin avrebbe offerto una cifra al di sotto di 300 milioni, decisamente inferiore ai 380 minimi richiesti. I vertici del gruppo avrebbero però stabilito di essere disposti ad aumentare l’offerta in presenza di garanzie precise che dovranno riguardare sopratutto la sovvenzione statale di 72 milioni all’anno da erogare nei prossimi otto anni.

Su questa questione incombe però la decisione dell’Europa. Qualora la Ue decidesse di non permettere la sovvenzione l’esecutivo italiano si impegnerebbe per il 10%, 7,2 milioni all’anno che potrebbero essere insufficienti per motivare la cordata a proseguire nella procedura di privatizzazione. Per Siremar invece sono arrivate solo due lettere di interessamento: una da parte della stessa Mediterranea Holding, nella forma identica a quella inviata a Tirrenia, e un’altra da Ustica Lines. Intanto però si verificano sul mercato i possibili effetti di uno spacchettamento della compagnia controllata dallo Stato. Da qualche tempo le tariffe hanno subito decisi aumenti che non appaiono giustificati nemmeno se li si compara con l’aumento del costo del petrolio. Prezzi che rischiano di mettere in ginocchio le industrie di Sardegna e Sicilia ed il sistema turistico delle due Isole. Un’eventualità che si ripercuoterebbe anche sull’intera economia nazionale. Secondo un’indagine condotta dall’associazione “Altroconsumo” sulle tariffe delle maggiori compagnie di navigazione operanti da e per la Sardegna (Grandi Navi Veloci, Moby Lines e Sardinia Ferries), si evince come si siano registrati rincari medi del 66% con punte massime fino al 131%.

Livelli altissimi totalmente avulsi dalle normali dinamiche di mercato. Questo comporterà che una famiglia media – 2 adulti e 2 bambini – con auto al seguito che volesse trascorrere la vacanza di agosto in Sardegna spenderebbe da un minimo di 722 euro a un massimo di 1.098 euro, rischiando in alcuni casi di pagare più il viaggio del soggiorno. Un pericolo che limiterebbe anche il diritto alla mobilità dei cittadini sardi. Proprio per questo motivo il consigliere regionale dell’Mpa Franco Cuccureddu ha deciso di suggerire al presidente della giunta ed all’assessorato ai trasporti di rivolgersi all’autorità garante della concorrenza e del mercato. Ente che avrebbe le possibilità di verificare se gli armatori abbiano costituito un cartello in grado di annullare la concorrenza. A prescindere dal risultato di una eventuale istruttoria ci si deve impegnare perché lo Stato non abbandoni al suo destino un intero comparto. Una scelta con effetti nefasti.

In ballo non ci sono solo i destini del turismo e delle società operanti sulle due Isole maggiori ma anche gli indotti che ruotano attorno alle banchine dei porti italiani. Senza considerare che il completamento della privatizzazione potrebbe mettere in pericolo i livelli occupazionali dei marittimi, soprattutto se la cessione ai privati dovesse essere considerata l’unica opzione per il salvataggio del vettore Tirrenia. Nelle ultime ore il ministro dei Trasporti Altero Matteoli ha cercato di tranquillizzare Bruxelles sul rispetto delle norme a tutela della concorrenza. Parole che rischiano di essere tremendamente inattuali se la gara per la cessione della compagnia pubblica dovesse essere annullata dal Commissario straordinario. Decisioni che cozzano con gli interessi di sardi e siciliani.

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Tirrenia, che incertezza…ultima modifica: 2011-03-20T14:41:00+01:00da leonedilipari
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