Tirrenia, patto con le Regioni?

atirrenia1.jpgConfitarma propone un patto tra Regioni e armatori privati per la privatizzazione delle compagnie regionali di Tirrenia, fra cui la campana Caremar. Ipotizzato l’insediamento di un tavolo di confronto per produrre un progetto focalizzato sul livello e gli standard dei servizi marittimi. Nel corso della 48 Ore del Mare il presidente della Confederazione Italiana Armatori, Nicola Coccia, propone un’alleanza operativa fra le Regioni marittime, fra cui la Campania, e gli armatori privati per trasformare la compagnia pubblica Tirrenia, quantomeno riguardo alle controllate “regionali marittime Toremar, Caremar, Saremar e Siremar – spiega – da problema in opportunità di sviluppo per la filiera estesa del trasporto passeggeri e del turismo in Italia”.
L’idea lanciata da Coccia è quella di insediare in tempi brevissimi un tavolo permanente di confronto Regioni-Confitarma, che si proponga di produrre un progetto preliminare focalizzato sul livello e gli standard dei servizi marittimi necessari per favorire la crescita e lo sviluppo di alcune regioni strategiche sia per quanto attiene il turismo sia per quanto riguarda la logistica di passeggeri e merci, con un’attenzione focalizzata sulle esigenze delle popolazioni locali interessate alla continuità territoriale. “Sino ad oggi è mancata una vera cabina di regia caratterizzata da un preciso timing operativo. Si è cioè proceduto in modo poco organico e determinato mentre, non solo l’Unione europea richiede un processo di liberalizzazione con tempi certi, ma anche il mercato impone oggi a tutela dei passeggeri il rispetto di standard qualitativi irrinunciabili”, spiega Coccia.
Tuttavia Beniamino Leone, segretario nazionale di Fit-Cisl, coglie una contraddizione nella possibilità che gli armatori possano sedersi a un tavolo a stilare regole a cui poi dovrebbero sottostare. Regole, che Campania, Sardegna e Toscana vedono tutte inquadrate nella stessa cornice: a cominciare da una due diligence che porti a determinare il reale valore delle società.
Ennio Cascetta, assessore ai Trasporti della Campania, ricorda che “quando c’era stata la possibilità della cessione a titolo gratuito, noi c’eravamo”. Ma le carte in tavola da lì in poi sono cambiate più di una volta. “Perché della privatizzazione di Tirrenia si parla da tempo, ma in realtà un vero tavolo di confronto si è aperto solamente il 13 maggio scorso. Il 31 dicembre finisce la proroga, e questa volta, entro la scadenza, qualcosa bisognerà fare”. Per questo le tre regioni (la Sicilia, invitata, non partecipa alla 48 Ore del Mare) si dichiarano pronte a procedere verso la gara a doppio oggetto: una riguardante una parte del capitale della controllata di turno, l’altra i servizi, ovvero le rotte. Le Regioni, cui rimarrebbe una quota delle nuove società regionali, sarebbero in qualche modo i garanti, ovvero controllerebbero per un periodo di sei o dodici anni, quel che accadrebbe. Facile a dirsi, più difficile a farsi. Non è mai sereno su Tirrenia, tantomeno su alcune attuali linee che, come ricordato dal direttore del ministero dei Trasporti Enrico Pujia, perdono 10-12 milioni l’anno.
Ottimista invece il ministro dei Trasporti Altero Matteoli: “L’incontro con i sindacati e le Regioni mi fa dire che è possibile trovare una soluzione. Bisogna fare una gara, perché il 31 dicembre scade il termine per la concessione di Tirrenia. E’ un’emergenza – conclude – che ritengo si stia avviando a una possibile soluzione”.

Tirrenia, patto con le Regioni?ultima modifica: 2009-07-03T17:23:11+02:00da leonedilipari
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