Lipari, banchina di Sottomonastero.Si apre il portellone del traghetto, motori accesi di camion e macchine i cui tubi di scappamento abbandonano nell’aria il contenuto del carburante consumato.
Processione di viaggiatori a piedi, e propio guardando gli arti inferiori, assaporiamo la gomma di nuove ciabatte comprate per l’occasione di un giorno a Lipari.
Una nutrita famiglia di Giammoro, padre, madre e tre figli, attrezzati con uno zaino a testa, due frigo portatili, borsa da supermercato con anguria e borsa con minimo cinque chili di pizza e focaccia.
Assalto immediato all’acquisto di cartoline e francobbolli, il tempo di metterci i saluti e via alla ricerca di una buca.
La mattina si presenta calda ed afosa, l’immancabile bottiglione da litri due di minerale passa già da bocca in bocca ed alla fine è quasi finita questa benedetta acqua che non basta mai.
Ci sentiamo chiedere dove è la spiaggia più vicina. Da cronista inizia anche la nostra difficoltà, vagli a spiegare che in un’isola devono prendere un pullman, o un taxi, o affittare una macchina o una barca.L’ardua impresa tocca al nostro vicino di gomito che si sente rispondere: non ci posso credere.
Decidediamo per onor di cronaca di seguirli (avevamo consigliato di fare un salto al museo, ma non è stato un buon consiglio). Così dopo una interessante attesa, prendiamo un pullman con loro, destinazione Canneto, spiaggia libera naturalmente.
E’ già passata un’ora ed ancora il mare è un miraggio. Le panze sudano, i piedi diventano rossastri e fra le mani il contenuto delle borse di plastica che al caldo si sono pure liquefatte.
Finalmente il bagno rinfrescante con libertà dei bisogni fisiologici per queso gruppo di turisti fai date.
Poi il viaggio a ritroso per riprendere un traghetto di ritorno. Che sudata per loro e per noi.
In compenso la giornata non è stata salata…
Vi abbiamo risparmiato il resto per questione di spazi del giornale.
UN GIORNO D’ESTATEultima modifica: 2008-07-03T05:32:55+02:00da
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