Caro Gilormino, leggo “Il Notiziario delle Isole Eolie On line” e talvolta vorrei scrivere qualcosa ma cosa? Io a Lipari sono per diporto mentre la gente del luogo ha i suoi problemi quotidiani e non puo’ perdere tempo con me. Ormai sono cose che quasi non mi appartengono piú. Solo i ricordi e gli amici di un tempo mi legano alla mia terra. Terra, peró riconosco che non é piú quella dei nostri tempi. È stata giustamente, sventrata,capovolta tutta, rimescolata, ma, capiscimi, non é piú la mia Isola, ove ho vissuto i miei giorni di giovuntú, ove ho lasciato gli amici migliori, gli effetti, i ricordi, le circostanze,ecc. ma quasi…quasi non la riconosco piú, cosí come é stato la prima volta che sono ritornato. Ecco perché, per certi versi, mi sento assente dagli eventi quotidiani.

 

Qualche volta ho interloquito su FB con qualcuno di LIPARI su qualche problema corrente, come quello del porto che vorrebbero fare a marina lunga, di cui sono contrarissimo. ammazzando definitamente la spiaggia che,  invece, andrebbe rivalutata invece di tenerla come un porcile cosí come é successo con la bella scogliera di ” Sutta o Palu “, della spiaggia di ” Porto delle genti “. Tanto ti rispondono che non posso capire perché sono lontano e no ci vivo, ma intanto non capiscono che stanno uccidendo, piano piano, le nostre Isole, la natura selvaggia, e se vogliamo anche scomoda, che peró hanno fatto innamorare i primi ” pioneri ” di turisti, che volevano e amavano questo: il mare pulito, azzurro, variopinto, l’ospitalitá della gente del luogo, la genuinitá dei cibi, la pace, la tranquillitá, i profumi, ecc. Tutto questo, parliamoci chiaro, oggi non c’é piú, se non in certi posti.

 

Chiediamoci perché hanno preso ” piede turistico ” Filicudi e Alicudi, un tempo isole quasi sperdute. Oggi invece si preferisce parlare di topi…..e dó ragione a Salvatore Campo e Gilormino Casali, che certe cose non vanno scritte su quotidiani nazionali, pur rispettando la libertá di stampa, che talvolta compie campagne giuste e sacrosante. Ma talvolta esagerano in nome di un fantomatico principio, per caritá. Silvano Saltalamacchia – Latina.

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