Da Cagliari in linea Felice D’Ambra. Turismo&megaporto

fdambra13.JPGdi Felice D’Ambra*

Ora, nell’Isola di Lipari senza spiagge e senza approdo e di conseguenza, del non ritorno, si prospetta  l’amletico problema del Parco e del megaporto. Dopo l’aeroporto o aviosuperfice che dir si voglia, cancellato inesorabilmente da una indifferenza e spasmodica volontà di popolazione, politici, giovani studenti, non avvezzi, alla “Cultura” del turismo internazionale e di conseguenza senza alcuna mentalità europeista, hanno dimostrato di non capire il senso di larghe vedute (vedi l’avanzamento del turismo dei cinesi attratti dall’Italia). Il Notiziario on line delle Isole Eolie di Bartolino Leone, da qualche tempo, ha dato grande risalto alle varie opinioni suò megaporto. Ma, dove sono i liparoti contrari?  A vedere le foto pubblicate, questo mostro di megaporto sarebbe una ferita mortale per la già penalizzata Isola di Lipari. Secondo, il mio modestissimo parere oso, aggiungere ancora qualcosa a quanto è già stato scritto e pubblicato da tanti altri che hanno a cuore il destino di Lipari e da quanti enunciato enfaticamente a favore tra i quali: i politici in primis, ma anche quelli contrari perché non di loro convenienza.

Secondo il mio parere, la primaria importanza deve essere indirizzata senza perdere altro tempo alla realizzazione di un porto marittimo commerciale paragonato al traffico che potrebbe produrre Lipari anche in futuro, per dare sicurezza a chiunque di arrivare e ripartire senza avere patemi d’animo e incertezza e questo, da sempre è stato  a conoscenza di tutti, bambini compresi. Poiché, Lipari, è, o, dovrebbe essere a vocazione turistica, necessità anche di un porticciolo turistico attrezzato con almeno 3/400 posti barca, importantissimo per un richiamo internazionale e sosta di yacht, panfili e natanti in genere. Non va dimenticato che Lipari si trova nel crocevia delle navi da crociera del mediterraneo che sostano nelle più belle località e Lipari è inserita fra queste. Cosi’ come l’importante flotta peschereccia, anche se il pescato, prende altre strade, ma i pescherecci sostano in loco. Ad ogni modo, mi permetto di dire che sono contrario ad un megaporto in quanto mortificherebbe la già martoriata isola. Salvaguardare la fisionomia di Lipari, senza creare un impatto indecoroso è un’altra valutazione da non sottovalutare. Non entro in merito ad autorizzazioni varie che senz’altro sono state previste dai progettisti. Sono sicuro che valutando con molta attenzione i porti esistenti di Lipari, sarebbero sufficienti alcune modifiche e creare qualcosa d’interessante, salvo che, ci si voglia imbarcare in costruzioni barbare da svariati milioni di colate di cemento e di euro a favore di speculatori (l’interesse è troppo ghiotto), e a discapito della popolazione di Lipari, (Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco).

Non facciamo come nel 1890, ai tempi dei “Savoia”, quando la Regione Sardegna, con lo scopo ufficiale di costruire la ferrovia che sarebbe porto cervo.jpgservita ad eliminare dall’isolamento secolare i paesi della zona montuosa centrale aprendola al traffico e alle iniziative economiche. Ma, ben presto il popolo sardo si rese conto che la concretezza era ben diversa perché numerosi speculatori capeggiati dall’allora governo centrale, volsero lo sguardo alle immense ricchezze boschive di arie intatte del Gennargentu e dell’Ogliastra e che a restare delusi furono proprio gli abitanti dei paesini che avevano sperato di vedere la fine dell’isolamento. Il pittoresco e rumoroso trenino a scartamento ridotto della locomotiva a vapore, sbuffando e con fischi acutissimi, sferragliando lontano dai centri abitati e da stazioncine silenziose a parecchi chilometri di distanza e senza collegamenti, rompeva il silenzio di una terra immobile, correndo verso le stazioni marittime e caricare il materiale sui bastimenti  in partenza per la penisola. Mi permetto di comunicare che, basterebbe non avere presunzione e di prendere l’esempio dei tantissimi porticcioli turistici (e non megaporti), che affollano la costa Orientale della Sardegna: Da punta Nord Est di Santa Teresa Gallura a Cagliari, attraversando Porto Rafael, Palau, La Maddalena, Porto Cervo in Costa Smeralda, Porto Rotondo, Olbia, Porto Ottiolu nei pressi di San Teodoro, La Caletta di Siniscola, Cala Gonone nello splendido Golfo di Orosei, Santa Maria Navarrese ed Arbatax in Ogliastra,Villaputzu del Sarrabus, Villasimius, Porto Armando di Capitana/Flumini di Quartu Sant’Elena, sino a quello di Marina Piccola di Cagliari, la Capitale del Mediterraneo. Tutti questi porticcioli creano un’autostrada del mare, e sono ben incastonati in un ambiente di gran prestigio. Soltanto la Città d’Olbia, porta della Sardegna e della Costa Smeralda, oltre ad avere il suo porticciolo turistico nel Molo Brin a pochi metri dal centro, detiene un megaporto dove approdano contemporaneamente navi da crociera e di linea simile a quello di Nassau alle Isole (Bahamas), ma parliamo di un altro mondo. Secondo la mia opinione, sarebbe opportuno, che la società del megaporto, ridimensionasse il progetto, rendendolo funzionale ed alla reale capacità di un’isola turistica come Lipari. Sarebbe altresì opportuno accorpare i porti esistenti e produrre un progetto che soddisfa l’esigenza della società, popolazione, amministrazione comunale e turisti.

Il lungomare di Marina Lunga e di baia di Porto Salvo, deve assolutamente restare libero da obbrobri scenari che lo renderebbero una porto rotondo.jpgmostruosità, ma questo, ovviamente, è soltanto il mio pensiero ed il sogno di un puro e nostalgico liparoto.  Vorrei, ricordare a quanti si apprestano a far cambiare la fisionomia di un’isola, che Lipari è soltanto una cittadina a vocazione turistica, e che l’unica risorsa resta il turismo. Lipari, deve rinascere e riguadagnare la fiducia d’importanti tour operator che uno dopo l’altro tanti anni fa si ritirarono abbandonando al proprio destino l’isola ad un turismo di massa, quel turismo che gli albergatori, con abnorme volontà, scelsero. Ad, ogni modo credo che se anche si costruirà un porto adeguato alle esigenze di una continua evoluzione, un porticciolo turistico; senza un’adeguata mentalità civica, culturale, turistica che dia una sferzata ad una nuova mentalità alberghiera moderna, l’apertura di una scuola alberghiera, e d’una scuola d’alto profilo post laurea per creare giovani manager del turismo. Lipari, non si risolleverà mai dall’attuale peso e ristagno turistico delle seconde case e appartamenti che dovrebbero essere regolamentate, da un’adeguata legge come quella sarda, legiferata nel 1998. Secondo me, soltanto un’importante vocazione d’alto livello potrebbe riqualificare Lipari e le Eolie per un gran richiamo e rilancio turistico di rilievo Internazionale.  I cittadini di Lipari uniti, dovrebbero dare una svolta decisiva, tenendo in mente di avere a cuore: il bene per la famiglia, l’avvenire dei figli, l’orgoglio e l’amore per la propria Città, “Patrimonio dell’Umanità” e Isola Turistica, ”In bocca al lupo a tutti”.

P.S. E’ necessario sfruttare i porti esistenti, modificandoli nel miglior modo possibile creando:

1) porticciolo turistico attrezzato per almeno 400 posti barca

2) porto commerciale attrezzato per l’approdo di navi, compreso navi crociera.

3) porticciolo flotta pescherecci (lontano dall’ambito turistico e passeggeri)

4) porticciolo Aliscafi.   

*Presidente dell’associazione dei direttori d’albergo – Sardegna

Da Cagliari in linea Felice D’Ambra. Turismo&megaportoultima modifica: 2010-11-13T20:35:03+01:00da leonedilipari
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