Da Leni in linea Gianluca Veneroso

gveneroso.jpgdi Gianluca Veneroso

Ieri sera la piazza di Rinella, per effetto di quell’alchimia inspiegabile che solo un’arte senza tempo quale il teatro può creare, si è trasformata in un ideale anfiteatro greco, ospitando la compagnia liparota “Piccolo Borgo Antico” alle prese con il Dyscolos di Menandro. Su invito del sindaco Riccardo Gullo, cultore della classicità nelle sue svariate forme espressive, la regista Tindara Falanga si è cimentata con una pietra miliare della commediografia antica, un testo impegnativo che ha ispirato, nel corso dei secoli, l’estro dei maggiori nomi della letteratura scenica: da Plauto a Molière fino alla voce contemporanea di Jonesco. Si tratta di una vicenda umana priva di accenti eroici o enfatizzazioni retoriche, tutta giocata sulla capacità dei giovani Sostrato e Gorgia, mossi da sani principi, di smussare le intemperanze del burbero e asociale contadino Cnemone, rendendolo finalmente consapevole del valore della vita e dell’importanza della collaborazione tra gli uomini. Sullo sfondo di una Grecia rurale legata al culto del dio Pan e segnata dalle continue beghe tra individui di diversa estrazione sociale, si muovono e prendono corpo servi, padroni, fanciulli e vecchi “andres” in grado di dar vita a gag e dialoghi dal ritmo serrato, fino all’inaspettata conversione morale del protagonista all’ epilogo dell’opera. Apprezzabile e degno di nota il lavoro arinellaspettacolo.jpgdi regia sotteso all’esito della rappresentazione: non maschere statiche ma tipi verosimili con caratterizzazioni estrose ma mai scontate; battute dialettali che, lungi dal tradire la storicità del testo, trasformano in parola la schietta passionalità dei servi menandrei; musiche new-age e dalle sonorità celtiche che adattano la sacralità pagana alla moderna ricerca del sé; ottimo incastro tra momenti dinamici ad alto coinvolgimento comico e pause centrate sui messaggi “universali” che seducono alla riflessione.
Insomma, a ben guardare questi giovani interpreti, non si è avuta la sensazione di affrontare un lavoro di nicchia, appartenente a un passato che fa fatica a parlarci. Il loro talento è stato proprio quello di costruire sul copione dinamiche aperte, codici comprensibili e spunti etici che tuttora si adattano ai conflitti sociali imperanti e agli ideali del vivere civile.
A ben guardare….tra Grecia e Magna Graecia il confine resta un mero limite geografico ma, sotto il profilo spirituale, finisce col ridursi a un sottile filo di Arianna che si perde tra i bagliori del nostro caro mare eoliano.

Da Leni in linea Gianluca Venerosoultima modifica: 2010-08-09T08:28:49+02:00da leonedilipari
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