Lipari&Liceo

di Enza Scalisi

bnatale45.jpgSettembre 2012.

Sono tornata a scuola per svuotare i cassetti e lasciare agli alunni libri, lavori, residui di scuola.

“Il liceo è stato trasferito alla sede centrale, qui ci sono le classi del Commerciale”. Solo i collaboratori sono gli stessi perché si alternano. Poco male, pochi metri più in là, ma la memoria riemerge oltre ogni rimozione.

Quei locali si identificano con il Liceo, perché sono stati una conquista sofferta. Rimandano a un periodo di entusiasmo, di piccole battaglie quotidiane per sopravvivere, scomoda realtà distaccata del Liceo Milazzo, confino d’oltremare, punitiva gavetta per neodocenti, appendice rimossa da Presidi timorosi del mare.

Bisognava essere efficienti per esserci, contro ogni limite imposto dalla lontananza e da risorse distribuite in modo ineguale. Mancava tutto: telefono, fax, fotocopiatrice, (il computer era ancora raro privilegio), bidelli, insegnanti. Le nomine non tenevano conto dei tempi d’inizio della scuola.

Il senso di abbandono e di isolamento corroborava lo spirito di sopravvivenza: la partecipazione di alunni e genitori era totale, l’anarchia si trasformare in autogestione: dal lavoro d’ufficio (modulistica, iscrizioni, informazioni),  affidato profeticamente all’alunno Gianfranco Tomasello, (che ha svolto in anteprima il suo tirocinio), all’apertura, chiusura della scuola, alle pulizie essenziali quando mancava il bidello, svolta da “volontari”, correndo il rischio di denuncia per “abuso di…mansioni”.

Ma nonostante i limiti si cercava di volare alto. Dagli abbonamenti al teatro Vittorio Emanuele a Messina, al primo viaggio a Praga della sola classe V del Liceo di Lipari, poco dopo la caduta del Muro,  alla consuetudine del viaggio a Siracusa per le tragedie classiche, spesso con i biglietti omaggio da parte dell’Azienda di Soggiorno, agli scambi con studenti stranieri  di Intercultura, ai successi scolastici, universitari e occupazionali di molti alunni…

La collaborazione con l’altro indirizzo  superiore del territorio, l’allora Istituto Tecnico Commerciale, era ispirata a stima reciproca e solidarietà. Solo qualche ricordo: ci fu fornita la modulistica per l’esame di Stato, non pervenuta in tempo da Milazzo; in occasione di un atto di vandalismo presso i locali del Commerciale, i bidelli del Liceo andarono spontaneamente a dare una mano. L’accorpamento avvenuto nel 2000, era stato auspicato e sollecitato in sintonia con la preside  Giulia Mammana.

Se oggi il motivo dello spostamento delle classi del Liceo è ispirato alla volontà di integrazione tra gli indirizzi, ritengo che non sia la vicinanza fisica l’elemento decisivo, ma piuttosto la condivisione di idee, di progetti, di problemi del territorio e nazionali.

Ma è anche vero che la scuola non è l’edificio fisico, ma le persone che lo vivono, alunni e docenti soprattutto: auspico che il Liceo, grazie a loro possa rivivere i suoi momenti migliori. 

P.S.  Non ho resa pubblica questa nota all’inizio della scolastico, per non condizionare  l’esito del provvedimento.  Sento di dover intervenire a seguito di un diffuso disagio di cui ho avuto sentore.

Lipari&Liceoultima modifica: 2012-12-21T10:03:06+01:00da leonedilipari
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