Da Roma in linea Barbara Chiofalo

bchiofalofmalfitano.jpgdi Barbara Chiofalo

Questo Natale, al rientro dalle vacanze, ho appreso, con mio grande stupore, che una donna era stata assassinata nelle nostre meravigliose e pacifiche isole.

Ho visto la foto della signora Eufemia e, immagino come tutti i liparoti, l’ho ricordata con grande tenerezza . Mi sono chiesta perché una donna tanto normale e innocua potesse aver subito quel tremendo gesto!

Pochi giorni dopo ho visto la foto dell’assassino (orribile parola) e ho riconosciuto Roberto un mio fugace  compagno di giochi; sono andata indietro nel tempo, ho pensato a sua madre, alle sue sorelle e mi sono ricordata di  quando, bambini,  giocavamo  spensierati sulla spiaggia di Acquacalda.

Mi si è stretto il cuore a pensare a quelle immagini di spensieratezza e felicità! Mi sono chiesta cosa fosse accaduto nella vita di Roberto, cosa lo avesse spinto ad un gesto del genere; ho pensato alle sue vicende familiari, alla sua storia personale  e mi sono chiesta cosa sarei diventata io in quella condizione, in quella indifferenza umana e sociale:  forse un mostro!

Allora inevitabilmente ho sentito su di me il peso del gesto compiuto da Roberto, ho sentito su di me la disperazione di quell’uomo. Ho riflettuto a lungo su questa vicenda e alla fine ho maturato la convinzione che quando una comunità tanto piccola, come quella di Lipari, non riesce a prendersi cura dei suoi figli essa stessa è responsabile di ciò che accade.

Ho letto sul giornale che gli abitanti dell’isola volevano linciare l’assassino; che la comunità, naturalmente, prendeva le distanze da questo efferato gesto! Ovvio e banale! Ma qualcuno di questi illuminati signori si è chiesto perché, durante il Natale, Roberto per due soldi ha ucciso una donna tanto buona come Eufemia?  Qualcuno si è chiesto perché un ragazzo di trent’anni con due bimbi piccoli sia costretto ad un gesto così estremo?

Davvero qualcuno crede che linciando Roberto si sia  pulito la coscienza? Davvero, qualcuno crede di non avere responsabilità di fronte a questi uomini? Davvero qualcuno pensa che se i propri figli e la propria casa sono a posto, allora il mondo funziona?  Davvero qualcuno pensa che quei  miserabili soldi e quelle miserabili case che custodisce gelosamente lo rendano un uomo migliore?

Tornando a Lipari per le ferie, questa estate, ho notato un disagio sociale e umano che una volta non ci apparteneva; ho visto tanti ragazzi, molti della mia età, persi nella loro solitudine, nel loro disagio e nella loro emarginazione. Penso al mio caro compagno Mariano, morto nell’indifferenza ; penso a Pino, penso a Tony e tanti altri! Lipari, alcuni anni fa non era così…i liparoti erano persone toste, rispettabili, legate al mare e alla terra, legate all’essenziale.

Allora, ciò che chiedo a tutti noi è un impegno collettivo per recuperare ciò che stiamo perdendo, per non permette più che Eufemia debba pagare per tutti. Rimettiamoci al lavoro, ricominciamo a guardarci come Uomini e non come nemici; riscopriamo di essere tutti parte viva ed essenziale dello stesso progetto! Allora sì, sono certa, le cose cambieranno e non ci saranno più Roberto capaci di compiere quei gesti!

Mai dimenticherò quei meravigliosi pomeriggi assolati tra i vicoli della mia Marina Corta; mai dimenticherò il volto di quelle anziane donne isolane, per prima mia nonna, che parlano di una grande sofferenza di vita ma anche di una grande umanità! Questa è l’immagine che custodisco gelosamente nel mio cuore e che, in qualunque posto io viva, mi fa sentire inesorabilmente parte della mia gente e della mia isola.

Con cordialità.

 

Da Roma in linea Barbara Chiofaloultima modifica: 2012-01-19T15:01:11+01:00da leonedilipari
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