Da Roma in linea Stefano Imbruglia

simbruglia.jpgdi Stefano Imbruglia

Chissà se l’illustrissimo, indaffaratissimo e infallibile sindaco di Lipari riesce a  trovare  nella sua giornata pure il tempo per leggere le  puntuali critiche  che gli arrivano dai notiziari locali?

Chissà se la moglie, i parenti o gli amici riescono a ritagliarsi qualche minuto, nella impegnata giornata del sindaco, per informarlo che le critiche che gli arrivano non sempre sono pretestuose e sono in larga parte  documentate? 

Chissà se almeno per pochi secondi nella sua mente affiora il dubbio che non tutto quello che fa –  o almeno pensa di fare, visto che di fatti finora ne abbiamo visti pochi-  ha il marchio dell’infallibilità?

Queste sono le domande che mi pongo constatando l’arrogante silenzio nel quale si sono chiusi il sindaco e la sua amministrazione. Mai che rispondano ad una sollecitazione, mai che sentano il bisogno di dire cosa stanno facendo e spiegare le loro ( poche) azioni. Mai. 

Anzi,  quelle poche volte che il sindaco concede un’intervista ha sempre l’aria scocciata di uno che subisce le molestie da uno stalker. E quando si degna di rispondere è solo  per spiegare all’interlocutore, con l’aria dell’anziano  maestro elementare che si rivolge all’alunno tardo di comprendonio   che non ha capito un accidente.  Ad onor del vero, bisogna dire che  la saccenteria  è una caratteristica comune a molti amministratori di piccoli comuni  inclini  confondere il loro ruolo con quello del Padreterno.

Però il sindaco e la sua giunta dovrebbero sapere che degli amministratori, oltre a godere dei benefici che riconosce loro la carica ricoperta,  hanno degli obblighi che  dovrebbero  rispettare. E per obblighi non si intendono la partecipazione alle processioni ( una vera mania di tutti gli amministratori eoliani)   o la presenza  a  manifestazioni mondane. Occasioni buone per titillare il proprio ego,  ma di scarsa utilità pubblica.

Comprendiamo che è più piacevole rispondere a domande addomesticate che a puntuali critiche,  però con un poco di buona volontà  e con il rispetto dovuto alla cittadinanza si può rispondere pure alle domande “scomode”. E se proprio non volete rispondere, rendete pubblici gli atti.    

Da Roma in linea Stefano Imbrugliaultima modifica: 2012-11-26T08:57:35+01:00da leonedilipari
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