Da Stromboli in linea Roberto Caroppo

rcaroppo1.jpgdi Roberto Caroppo

La nascita dello Stromboli Flora Park risale alla fine dell’Ottobre 1988 , ammirando la Dracena draco di Icod de los Vinos sull’Isola di Tenerife.
Io e mia Moglie Mariella” per sempre” , sposi da pochi giorni, passammo il viaggio di nozze girovagando per tutta l’Isola a bordo di una piccola auto in affitto sfogando la nostra Passione per le Piante Succulente ed i Vulcani, ogni giorno, sottoponendoci a chilometrici spostamenti, facevamo visita a quella maestosa Pianta, uno degli esseri Viventi più vecchi del Pianeta e la nostra domanda era sempre la stessa: come può un essere Vivente così vitale essere uno degli ultimi esemplari della specie Dracena draco? E così siglammo il nostro patto d’Amore , con la promessa della coltivazione di almeno due Dracene draco .
E fu per Amore di Stromboli che dal 1989 decidemmo di cercare sull’Isola alla quale apparteniamo per adozione, il pezzetto di terra necessario aflorastromboli.jpgalla Vita di almeno due Dracene draco.
Naturalmente sensibili alla sorte delle Dracene draco figuriamoci se potevamo trascurare i Cytisus aeolicus ! Alla fine degli anni ’80 venni a conoscenza di questa Leguminosa, leggendo un articolo su “Gardenia” ed il libro di Antonio Canu: ” Lista rossa delle piante italiane a rischio di estinzione”, aggiungendo nel progetto anche la sua riproduzione.

Solamente nel 2000 riuscimmo a trovare della Terra a Stromboli dove poter coronare il nostro sogno ed il XXV Aprile 2002 dopo pochi mesi dall’acquisto iniziava la bonifica della Terra dove “Vive” lo Stromboli Flora Park “.
Come vedete dalla immagine allegata, la via Belfiore finiva contro una “massicciata” di Saccharum aegyptiacum Willd., in realtà la via Belfiore finiva in uno dei meravigliosi sentieri che collegavano le coltivazioni poste fino ai 600 metri di altitudine aflorastromboli2.jpgsul livello del Mare e abbandonate degli anni ’30 , dopo la fuga o migrazione degli abitanti.Quei sentieri che se riaperti , oltre ad una nuova ed importante attrattiva turistica , sarebbero un importante passo verso la messa in sicurezza dell’Isola e la prova è l’incendio a seguito di una grande esplosione di “Iddu”del 30 giugno scorso alle ore 18,35: se i sentieri fossero stati percorribili una squadra di volontari sarebbe subito partita spegnendo con pale e sabbia i principi d’incendio , ed invece si è dovuto attendere l’Alba per l’arrivo dei Canadairs.
Intanto alle 4 della notte il fuoco aveva raggiunto le Schicciole , dove vivono circa 300 dei circa 500 Cytisus aeolicus viventi sul Pianeta: una aflorastromboli1.jpgdecina ad Alicudi e circa 150 a Vulcano.I danni a queste nobili Piante non sono stati ancora valutati perchè “Iddu” è in una fase che desta preoccupazioni a noi umani ed è vietata l’ascensione per motivi di sicurezza. Intanto mercoledì scorso nella zona dell’incendio, dove vivono i Cytisus aeolicus , brucavano circa 20 capre!!! Che cosa aspettano le Autorità ad intervenire? Quelle capre sono state abbandonate una decina di anni fa, non sono selvatiche! Gran parte delle frane a Punta la Bronzo sono dovute al loro continuo passaggio!
(1′ parte).

Da Stromboli in linea Roberto Caroppoultima modifica: 2010-07-28T08:09:00+02:00da leonedilipari
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