Da Torino in linea Michele Sequenzia

msequenzia.jpgdi Michele Sequenzia

Chi è Angelone Rizzoli?

Angelone Rizzoli è stato chiamato in giudizio sei volte dalla magistratura italiana.

Nel 1983 viene arrestato per bancarotta fraudolenta in amministrazione controllata. È accusato di aver fatto sparire i fondi destinati all’aumento di capitale del 1981. Rizzoli è condannato, con pena condonata, a tre anni e quattro mesi di reclusione.

In un processo successivo la Cassazione sentenzia (1992) che l’imprenditore non aveva trattenuto una parte dei fondi pagati da “La Centrale” di Roberto Calvi”.

Quei fondi erano scomparsi per opera di Tassan Din, Gelli e Ortolani.

Tre sentenze successive, pronunciate dalla Cassazione, dalla Suprema Corte d’Irlanda e dalla giustizia elvetica, hanno riconosciuto che i fondi del falso aumento di capitale furono trasferiti sui conti Recioto, Zirka e Telada presso la Rothschild Bank di Zurigo e di lì occultati in paradisi fiscali.

La sentenza del 1992 viene ribadita in corte d’appello nel 1996. Rizzoli era totalmente estraneo all’operazione, come poi dimostreranno con sentenza definitiva i magistrati milanesi che si sono occupati del crac del Banco Ambrosiano.

La Corte d’Appello Civile di Milano, nel gennaio 1996, condanna invece Rizzoli per diffamazione (fatto avvenuto nel 1984) nei confronti di Giovanni Bazoli, allora presidente del Nuovo Banco Ambrosiano. Tale giudizio si è concluso con la condanna dello stesso Angelo Rizzoli a risarcire il danno (come accertato dal Tribunale di Brescia con sentenza del 28 ottobre 1998).

Nel 2006 il reato per cui fu arrestato nel 1983 è stato depenalizzato; successivamente Rizzoli ha chiesto l’archiviazione del caso. Il 20 novembre 2007 il Tribunale di Milano ha rigettato la richiesta, ma Rizzoli ha presentato ricorso avverso la sentenza. Il 26 febbraio 2009 la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso ed ha revocato la sentenza di condanna per bancarotta.

Tolta l’unica condanna,in sede civile,  per diffamazione, Angelone Rizzoli è incensurato davanti alla giustizia italiana. Al termine della lunga vicenda giudiziaria (durata sei processi per 26 anni complessivi) che riguarda la casa editrice, Rizzoli ha ottenuto sei assoluzioni definitive con formula piena.

Successivamente l’imprenditore ha deciso di intraprendere ogni azione legale possibile per vedere ristabilito il suo diritto nei confronti della cordata che, a suo dire, rilevò l’azienda non a prezzi di mercato ma utilizzando il ricatto del carcere.

Resta infatti la grande questione di come le procure abbiano potuto accusare i dirigenti della Rizzoli di bancarotta quando l’azienda rimaneva a tutti gli effetti sul mercato. E ancora, resta fortissima l’impressione generale di un’operazione poco trasparente, considerando anche come i presunti debiti Rizzoli non siano mai arrivati nemmeno ad 1/5 del valore dei beni posseduti dall’azienda.

Nel 2010 Angelone Rizzoli ha avanzato la richiesta di risarcimento danni. Nel gennaio 2012 il Tribunale di Milano ha però respinto l’istanza ed ha inoltre condannato l’imprenditore a risarcire i convenuti per “lite temeraria”.

Il 14-2-2013 viene arrestato a Roma con l’accusa di bancarotta fraudolenta.

In un’intervista aCaludio Sabelli Fioretti, Angelone Rizzoli ha detto:

Sono passato una sola volta in via Angelo Rizzoli, a Milano. Fu un’emozione enorme. Mi trovavo davanti a qualcosa che si chiama Rizzoli, ha sede in via Angelo Rizzoli, è stata costruita da Angelo Rizzoli e io mi chiamo Angelo Rizzoli. Sogno sempre di tornarci da proprietario.

Ma Holderlin diceva: “L’uomo è un dio quando sogna e un pezzente quando riflette”. Quando rifletto mi metto il cuore in pace.

Non tornerò mai più a Milano. Mai più in via Rizzoli. »

Nel 1991 rilasciò un’intervista al settimanaleL’Europeo in cui fece luce sui suoi rapporti con i partiti politici nel periodo in cui fu alla testa del gruppo editoriale. Ebbe a dire: In quella fine degli anni settanta la classe politica italiana, senza esclusione di nessun partito, diventa famelica, dà la caccia ai soldi delle imprese. I partiti sono immense macchine elettorali, costano [così] tanto che non c’è nessun partito in grado di far quadrare i conti. » La pressione pluripartitica [faceva leva] su due punti di forza per incidere nelle decisioni aziendali (…). Uno era l’assillo finanziario, come sapevano egregiamente il segretario della DC Amintore Fanfani o il presidente dell’Imi Giorgio Cappon (…). L’altro era il potere sindacale, cui erano aggrappati il principale partito d’opposizione, il PCI, i comitati di redazione, i poligrafici. » in un dibattito tenuto aCordina D’Ampezzo all’interno della rassegna Cortina Incontra per la presentazione del libro “Vaticano spa” di Gianluigi Nuzzi, ha ribadito di essere tuttora incensurato ed ha ricostruito e raccontato la sua personale esperienza giudiziaria ..che definisce “persecuzione”… idem  …..oggi 10  marzo 2013… la linea di difesa di Silvio Berlusconi …

In un’intervista successiva, Rizzoli rievoca le circostanze che determinarono, nel 1983, l’inizio del suo calvario giudiziario:

L’insolvenza  aziendale si verificò nel momento in cui il Banco Ambrosiano disse di aver sottoscritto un aumento di capitale, che in realtà non venne mai versato: quei soldi finirono su conti esteri e io fui accusato di aver distratto i fondi. Una trappola studiata a tavolino. » In una lettera aperta al Corriere della Sera, Rizzoli fornisce maggiori particolari: si trattò di un aumento di capitale di 150 miliardi di lire, sottoscritto da «La Centrale Finanziaria S.p.A.» (finanziaria presieduta daRoberto Calvi). >Il denaro, invece di essere depositato nelle casse della Rizzoli, fu trasferito presso alcuni conti della Banca Rothschild di Zurigo denominati “Zinca, Recioto, Telada”, ad opera di funzionari di quella stessa Banca fiduciari diBruno Tassan Din e Umberto Ortolani. Rizzoli aggiunge che i vertici della Banca svizzera furono condannati a vari anni di reclusione per avere distratto circa 180 milioni di dollari di fondi destinati alla Rizzoli verso conti del cosiddetto «gruppo dei BLU» (Bruno Tassan Din, Licio Gelli, Umberto Ortolani). Fonte Wikipedia

Da Torino in linea Michele Sequenziaultima modifica: 2013-03-10T12:20:00+01:00da leonedilipari
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