Da Torino in linea Michele Sequenzia

msequenzia.jpgdi Michele Sequenzia

Caro Bartolino, sappiamo quanto bene fai non solo a tutta la  tua comunità delle Isole Eolie, ma quanto il tuo Notiziario fa del bene anche a noi .

Simone Antolini che vive in Australia ci manda una testimonianza preziosa per i tantissimi giovani che  aspirano a farsi strada nel mondo. Auguro a loro tutti  ogni bene. 

Te la trasmetto integralmente, come la si può leggere sul web all’indirizzo:

www. L’arena di Verona.

Aria di crisi. Voglia di volare via. Dove? Tra le mete lontane c’è pure l’Australia. Terra di nuove speranze anche per i veronesi. La «colonizzazione» veneta ha già avuto inizio lo scorso secolo. Questione di opportunità. Le stesse, probabilmente, che oggi muovono i nuovi viaggiatori della speranza.

Giovani, soprattutto. Ma anche qualche «cervello in fuga», alla ricerca di posto fisso, nuovi orizzonti, remunerazione sicura. Australia, si può?

Il veronese Giordano Dalla Bernardina ha fatto la sua scelta due anni fa. Ha toccato con mano e a distanza di un po’ di tempo si è fatto venire un’idea.

Creare un blog (www.lif3zero.com) diventato meta di tanti aspiranti emigranti che leggono i suoi racconti cercando informazioni e storie di vita vera in Australia. «Purtroppo – spiega Dalla Bernardina – molte persone sono male informate o peggio, disinformate.

Molto spesso ricevo email con richieste di consigli per situazioni a volte disperate, non solo giovani quindi». Oltre al blog Giordano ha pubblicato un libro (eBook) che si concentra maggiormente sugli aspetti su cui riflettere nel caso si stia pianificando la partenza, in modo da prendere una decisione il più possibile basata su informazioni dirette. Il libro è disponibile a questo link: www.lif3zero.com/australia.

L’Australia è terra conosciuta dai veronesi. Basti pensare che nella cittadina di Griffith, nel Nuovo Galles del Sud, esiste la più numerosa enclave di veronesi emigrati alla ricerca di fortune. Il dialetto ha subito mutazioni foniche, ma resta nella parlata dei veronesi d’Australia. E ogni anno viene celebrata la «serata degli gnocchi» con presenza anche di un indigeno “Papà del Gnoco”  ( si tratta di una  maschera  popolare tipica medioevale veronese del Carnevale).

La tradizione, si sa, è dura a morire. Dalla Bernardina, invece, regala i suoi personalissimi consigli ai veronesi. Prima un dato però: tra il 2011 e il 2012 più di sedicimila italiani hanno scelto l’Australia come terra sulla quale scommettere.

 Bisogna tornare al 1962 per registrare un dato così importante.

«Entro i 31 anni non compiuti si può facilmente ottenere un Visto Vacanza Lavoro – spiega il blogger veronese -.

Con questo visto è possibile rimanere un anno in Australia e lavorare a tempo pieno. Unica limitazione: dopo sei mesi bisogna cambiare datore di lavoro. Una volta compiuti i 31 anni la scelta cade sul visto studentesco. Questo è accessibile a tutti ed è ottenibile a patto di dimostrare l’iscrizione e la frequenza ad una scuola australiana.

Il corso deve essere riconosciuto dal governo e può essere di vari livelli: corso professionale o universitario. Dato lo scopo del visto, si hanno delle restrizioni in termini di lavoro: non si può infatti lavorare per più di 20 ore settimanali.

Cosa da valutare bene in termini economici, soprattutto viste le spese da affrontare per il corso, l’assicurazione medica, il vitto e l’alloggio». Dalla Bernardina ha iniziato con la consegna delle pizze a domicilio: «Poi ho trovato un posto nel casino di Sydney, il famoso «The Star», dove sono tutt’ora.

Qui lavoro come cameriere addetto al servizio in camera nei tre hotel compresi nella struttura. Per me che non ho mai lavorato nel campo della ristorazione è stata una buona occasione». Le difficoltà per chi cerca lavoro?

 «Il visto e l’inglese. Per lavorare in ufficio o per una carriera più classica l’inglese viene richiesto a livello medio alto: bisogna saper sostenere un colloquio telefonico e poi uno di persona, sempre riuscendo a fare una bella impressione.

Se arrivi qui con tre lauree ma zero inglese e zero esperienza è come se ricominciassi da capo». Ma chi sta aspettando l’Australia?

 «Nel West Australia e nelle zone centrali si è in pieno boom in fatto di miniere. Ma anche in questo caso servono qualifiche specifiche.

La ristorazione è sempre in cerca di personale, ma la concorrenza è molta e bisogna accettare parecchi compromessi in termini di flessibilità.

Hanno anche bisogno di professioni specifiche, come alcune specialità mediche o ingegneristiche, ma l’iter per il riconoscimento delle qualifiche può costare molto in termini di tempo e denaro. Esiste comunque una lista speciale, chiamata Skill Occupation List in cui sono elencate le professioni più richieste.

Viene aggiornata ogni sei mesi». E siamo ai consigli: «Chi ha vent’anni parta e non ci pensi”. L’esperienza, comunque vada, si ripaga da sola.

Intorno ai trenta è meglio valutare bene quello che si lascia. Cerca di partire con un bagaglio di qualifiche ed esperienze il più ampio possibile. Qualche fortunato che trova il lavoro perfetto entro pochi mesi c’è sempre, ma è meglio partire consapevoli che si può aspettare per mesi e mesi o anni. Accettando di perdere quello che hai di sicuro».

Adulti senza lavoro? «Meglio decidere con molta cautela. Spesso ricevo richieste di consigli da parte di giovani famiglie che sono disposte a tutto pur di tentare l’impresa. Attenzione: l’Australia luccica parecchio dall’Italia, ma una volta qui si vedono anche ombre e spigoli duri.

Tutto si paga, scuole, servizio sanitario inclusi e i prezzi sono alti. Se non si possiedono qualifiche e competenze assolutamente competitive direi di valutare altre destinazioni».

Da Torino in linea Michele Sequenziaultima modifica: 2013-05-26T09:18:00+02:00da leonedilipari
Reposta per primo quest’articolo