Il 19 giugno 1901 nasceva a Torino Piero Gobetti.
Giovanissimo sente l’urgenza di un profondo rinnovamento della vita culturale e politica italiana. Con spirito pionieristico, ricco d’entusiasmo, fonda il primo novembre 1918, la rivista “ Energie Nuove” . Attorno a Gobetti, nel primo dopo guerra, si viene lentamente a formare la migliore intelligenza italiana.
“ Energie Nuove”..”sintomo prezioso di rinnovamento” scrive Salvemini, ospita firme prestigiose: da Benedetto Croce a Luigi Einaudi. Gobetti lavora fanaticamente, senza riposo.
Il suo è un impegno tutto morale, mira alla crescita del senso ideale della politica, della libertà di pensiero, di partecipazione popolare contro ogni forma di totalitarismo. L’Italia è uscita assai impoverita, distrutta dal conflitto mondiale, costato all’Europa 600 mila morti. Il suo pensiero politico mira alla diffusione di una nuova, alta, spirituale, innovativa cultura liberal-democratica che elevi le masse dei lavoratori verso una loro migliore coscienza. “ La rivoluzione si pone oggi in tutto il suo carattere religioso …. Si tratta di un vero e proprio grande tentativo di realizzare non il collettivismo ma una organizzazione del lavoro in cui gli operai o almeno i migliori di essi siano quel che sono oggi gli industriali».
Senza partecipazione popolare…non esiste democrazia.
Fonda, nel 1923,con grandi sacrifici,la casa editrice Gobetti una delle voci più chiare ed impegnate contro il fascismo militante. Nasce la rivista “ La Rivoluzione Liberale”, una delle più importanti opere di cultura politica.
Da quel momento la vita di Gobetti diventa una persecuzione. Il regime vigila che le masse operaie siano tenute in schiavitù dai padroni.
Il regime odia chi ama la lettura e la cultura. Il regime ama chi si allinea.
Per molti italiani si avvicina sempre più la fine delle libertà di riunione, di stampa, di opinione. Il buio nero del regime fascista in Italia, durerà fino all’ 8 settembre 1943…
I giornali, le riviste culturali e politiche, tutta la Stampa, che non si “allinea” e si prostituisce al Potere di Mussolini, con il sistema del Regime “ Bastone e della Carota” , vengono fatti chiudere.
Di grandissima attualità è la parte dedicata al problema dei contribuenti. Scrive Gobetti: «Il contribuente italiano paga bestemmiando lo Stato. Non ha coscienza di esercitare, pagando, una vera e propria funzione sovrana. L’imposta gli è imposta”.
La libertà democratica è sempre di più in pericolo. Piero Gobetti è ritenuto un delinquente, persona pericolosa socialmente, viene gettato in carcere, più volte. Subisce ogni tipo di sopruso. Anche il Parlamento Italiano, in camicia nera, assieme alla stampa fascista attacca violentemente le idee e le opere di Gobetti.
Gobetti diventa il nemico pubblico, da abbattere.
Il 5 settembre 1924, Gobetti a Torino in via settembre viene aggredito e percosso gravemente da fanatici fascisti, la sua rivista “ La Rivoluzione Liberale” viene sequestrata. Il 23 dicembre Gobetti, mai domo, fonda “ Il Baretti”che pubblicherà, malgrado ogni opposizione, articoli di Benedetto Croce, Eugenio Montale, Umberto Saba, Natalino Sapegno, Leone Ginzburg e molti altri scrittori e pensatori liberali.
L’11 novembre 1925 la rivista “ La Rivoluzione Liberale” cessa le pubblicazioni. Gobetti è sofferente : la notizia della fine della sua Rivista lo aggrava.
Le sue condizioni di salute peggiorano. Gobetti decide di andare a Parigi per poter continuare il suo lavoro di editore. Prima di partire, solo senza famiglia, scrive il 26 febbraio 1926..“ Io sento che i miei avi hanno avuto questo destino di sofferenza, di umiltà sono stati incarcerati a questa terra che maledirono e che pure fu loro ultima tenerezza e debolezza”.
Muore per gravi complicazioni polmonari, il giorno 15 febbraio in una clinica parigina. Piero Gobetti viene sepolto al Père Lachaise, poco lontano dal Muro dei Federati . Una edizione speciale del “ Baretti” che continuerà le pubblicazioni, malgrado ogni divieto, fino al 1928, con articoli di Einaudi, Emery, Ruffini, Prezzolini, Fortunato.