Dalla Romagna in linea Massimo Ristuccia. I ricordi

mristuccia.jpgdi Massimo Ristuccia

SCUOLE MEDIE, alcuni ricordi…

Alle MEDIE, ritrovai quasi tutti i compagni delle elementari, qualcuno è andato via ma c’è  anche qualche compagno nuovo. Eravamo divisi in
due sezioni “A” e “B” in leggera rivalità. Il passaggio dalle elementari alle medie sicuramente per qualcuno non coincide con un salto di maturità, direi che in generale le ragazze erano più mature sia mentalmente che fisicamente. A Canneto esisteva un solo edificio scolastico, quindi, bisognava dividerselo tra elementari e medie; per le elementari la mattina, per le medie il pomeriggio. Andare a scuola il pomeriggio era un po’ strano, la mattina bisognava studiare e non restava molto tempo  per giocare. Neanche te ne accorgevi che era già l’ora di pranzo, mentre alla radio mio fratello ascoltava un trasmissione di Renzo Arbore, io dovevo mangiare in fretta perché entro le 13.00, 13,30 bisognava andare a scuola. Dopo si usciva intorno le 17.00/18.00, e non è che rimanesse tanto tempo per giocare o studiare,  ma in qualche modo bisognava “sfogarsi”. Nelle ore di educazione fisica dei bravi insegnanti ti facevano fare qualche esercizio con  i pochi attrezzi a disposizione non essendoci una vera e propria palestra. Spesso non avevamo tuta o scarpe da tennis, non è che c’era la scelta di oggi “acetato”, “scarpe ammortizzate con valvola d’aria” e via dicendo, ma ci si arrangiava lo stesso.

Sotto la scuola c’era un campetto di cemento dove poter svolgere l’attività fisica, calcio, pallamano ecc. Quando il pallone finiva al di là del muro nella casa adiacente, era un classico litigare con la padrona di casa per poterlo recuperare. Un giorno erano mancati degli insegnanti, così quel pomeriggio  da un possibile giorno di “festa” si tramutò in una “tragedia”. Il preside per farci passare il tempo ebbe la “felice” idea di riempirci di compiti, così all’unanimità, non essendo nessuno riusciti a finirli, l’indomani  si organizzo quella che potrei definire la prima protesta
“sindacale” organizzata da tutta la classe, decidemmo di non entrare a scuola, ma come al solito ci fu chi entrò, esattamente solo uno, e
rimanemmo tutto il pomeriggio ad aspettarlo, chissà per dargli quale punizione, ma il tutto si concluse tranquillamente. Uscendo da scuola il pomeriggio, tornando a casa ,magari insieme ad un amico in bicicletta, in due sulla stessa, ci si fermava nel minimarket lungo la strada per comprare qualcosa , tipo  un pacco di “ringo”, e mangiarselo strada facendo.

Nei mesi primaverili la classe ogni tanto faceva qualche passeggiata verso la campagna, con un insegnante, senza andare chissà dove, nelle
vicinanze, ad esempio, c’era un posto  detto  “sotto l’ilici” molto suggestivo, ma l’importante era svagarsi tutti insieme, magari sottobraccio ad un ragazza. Già! le ragazze, tante fisicamente dimostravano anche più dell’età che avevano; ebbene, nell’ultimo anno, in terza media, vi fu un periodo in cui per qualcuna di queste ragazze nacquero i primi amori e forse, prematuramente, troppo impegnativi. Intorno all’orario di fine lezioni si aggiravano nei paraggi dell’edificio scolastico ragazzi molto più grandi, vi furono anche delle liti tra alcuni genitori e qualcuno di essi, ed alla fine anche qualche “fuitina”(1), io mi auguro, comunque sia andata, che queste ragazze oggi siano felici. L’ultimo anno prima di lasciare le medie per le superiori, a sezioni unite, ragazzi e ragazze delle terza organizzammo una festa, che si svolse a scuola. Dopo giorni di prove, si rappresentò una scenetta comica, si mangiò qualcosa, si salutarono gli insegnanti, si ballò, canzoni che si ascoltavano con gli strumenti di allora, mangiadischi, dischi 45 giri, tanto per intenderci, ed anche quello rimane un bel ricordo.
Con qualcuno di essi si proseguì alle superiori con altri no, per altre iniziò come detto, una nuova vita, in ogni caso ogni volta che
torno giù fa sempre piacere rivedere qualcuno di quei compagni con cui non abbiamo proseguito gli studi insieme, con cui ci si è  persi un po’ prima, ma negli anni ci si saluta e si scambia sempre qualche parola volentieri.

(1) “fuitina” praticamente la ragazza, di solito più giovane, scappava di casa con il ragazzo rifugiandosi in una casa isolata o da parenti
compiacenti di lui, mettendo praticamente i genitori di fronte al fatto compiuto perché approvassero quest’unione, il tutto si concludeva spesso con le nozze ma qualche volta i genitori riuscivano a spuntarla.

Il problema degli spazi, delle strutture, delle attrezzature, era comune a tanti luoghi e bisognava arrangiarsi e sopperire con l’ingegno, la buona volontà degli insegnati e la fantasia dei ragazzi.

Dalla Romagna in linea Massimo Ristuccia. I ricordiultima modifica: 2010-12-05T17:13:35+01:00da leonedilipari
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