Ho letto con attenzione l’articolo che il buon Stefano Imbruglia ha scritto in merito ai dati poco confortanti forniti dalla Federalberghi e dalla Confturismo sui quali coscenziosamente dovremmo anche fare alcune considerazioni. Il clima di crisi, che attanaglia l’intera economia mondiale, rischia di colpire pesantemente il nostro arcipelago, già travagliato da problematiche antiche e radicate, mai affrontate con la volontà politica necessaria e, forse, con la indispensabile capacità professionale. Nell’ultimo triennio (o poco più), l’offerta logistica dell’isola è fortemente aumentata grazie alle corpose previdenze e provvidenze che la legislazione nazionale e regionale ha messo a disposizione di diversi settori imprenditoriali, compreso quello della ricettività turistica, il che ha incentivato e propiziato diverse iniziative. Oggi, una analisi serena ed obiettiva degli accadimenti, porta anche ad evidenziare come, all’aumentata potenzialità della ricettività alberghiera classica e qualificata, (con i costi, i vincoli e le rigidità proprie delle attività industrialmente e legalmente organizzate) si sia massicciamente aggiunta una incontrollata proliferazione delle mini e micro iniziative private e familiari, connotate da una visione reddituale ed a volte priva di cultura dell’ospitalità e da una quotidianità operativa ai margini (o in alcuni casi fuori da essi) di ogni norma comportamentale. Duole confessarlo, ma occorre spesso confrontarsi con episodi che appalesano robuste pulsioni rapinatorie … ascrivibili, forse, a confusi ed ancestrali sedimenti di antiche origini saracene … ! Il disordinato aumento dell’offerta logistico-ricettiva, purtroppo, in aggiunta ai limiti più sopra appena accennati, … è rimasta solo un’offerta ricettiva in senso rigorosamente tecnico e quasi letterale, perché non è mai diventata una offerta turistica. E’ mancato, cioè, e permanentemente manca, il tessuto organizzativo di connessione e di propedeutica tra l’offerta di alloggio e le attività, gli accadimenti, gli eventi sul territorio oltre alla mancanza di infrastrutture moderne ed efficienti. L’assenza, o la grave sporadicità di essi, crea un vuoto di concomitanza, riempito da una colpevole staticità, della cui correzione, ovviamente, i privati non possono farsi carico. Le strutture pubbliche rappresentative locali sono state lodevolmente, ripetutamente, ma inutilmente, sollecitate ad attingere al mercato nazionale, così ricco di figure giovani e brillanti, forti depositarie di professionalità dinamiche, innovative ed evolutive, capaci di trasfondere nel nostro ambiente politiche di obiettivo, indirizzi di merito, programmi d’ambito e tutto quant’altro costituisce sicuro viatico di affermazione e di successo. Da noi, per contro, la stanza dei bottoni continua ad essere frequentata, anzi affollata, da personaggi di levatura ancora inespressa, privi di professionalità specifica e di esperienze nel settore, clonati soltanto da trite alchimie politiche e da sterili, spesso inconfessabili, compromessi elettorali : con le conseguenze devastanti che sono sotto gli occhi di tutti. La nostra offerta turistica, come fatto di risulta e non di iniziativa, può definirsi di livello almeno basso : ma anche questo, nella sua limitatezza ed approssimazione, è da ascrivere a pochi privati coraggiosi, e consiste, nella buona sostanza, nella offerta di escursioni nelle isole di Stromboli, Panarea, Salina, Filicudi ecc. La drammaticità di questa cruda analisi sta nel fatto che di questa involuzione si sono appropriati Operatori Turistici siciliani e calabresi che hanno prostituito le nostre isole a meta delle loro escursioni quotidiane (durante i circa 50/60 giorni di estate) mordi e fuggi . Gli Albergatori del milazzese, del messinese e della costa calabra nostra dirimpettaia, alla ricerca di .. “ eventi “ per i loro Ospiti, hanno eletto (e declassato) le nostre isole a meta delle loro escursioni quotidiane. Siamo quindi in presenza di qualche migliaio di persone (e nel clou della stagione, anche più del doppio) che sbarcano tra Lipari e Vulcano, per poi mordere rapidamente Salina, o Panarea, o Stromboli, … con soste di qualche ora e con vantaggi per l’economia locale sinceramente inesistenti, .. o quasi. Globalmente, invece, (pur non dimenticando che questi gruppi pagano, o dovrebbero pagare, un ticket di ingresso) determinano danno: infatti, intasano i servizi, producono sporcizia e rifiuti, ingenerano nervosismo nel turismo stanziale, oltre che nei residenti, con atteggiamenti da pasquetta e comportamenti invadenti e fracassoni, ecc. Tutto questo, e molto altro ancora, non rappresenta un aiuto allo sviluppo della economia turistica delle Eolie, .. ma, di converso, spesso frena e sterilizza gli sforzi di tutti per superare lo stato di crisi esistente ed incombente. Permane una confusa e pasticciata precarietà nei trasporti, aggravata nell’ ultimo periodo dall’indiscriminata ed a volte ottusa politica dei tagli da parte delle Autorità centrali. La contingente scadenza delle convenzioni Stato-Regioni per i collegamenti marittimi con le Isole minori italiane, ha fortemente appesantito la situazione che procede fruendo di provvedimenti tampone e brevi proroghe, tali da impedire ogni ragionevole forma di programmazione, legittimamente ingenerando infinite lande di insicurezza e di sfiducia in chi ha investito e rischia del proprio. Va anche detto, con umiltà e coraggio, ma anche con diffusa frustrazione, che sfugge al Cittadino-contribuente-operatore il reale contorno del fenomeno trasporti marittimi, mentre è evidente che svolgono un ruolo forse decisivo le sfuggenti, e certamente inquietanti, pressioni di una arrembante armatoria privata … pronta, efficiente e fervorosamente avida.. Abbiamo ragionevoli speranze che l’attenta ed indefessa azione degli operatori turistici locali possa, nel tempo, avere successo, consentendo, grazie alle incomprese e mortificate potenzialità dell’isola, di ottenere una più incisiva collocazione dell’iniziativa ed una soddisfacente remunerazione degli investimenti. Auguri Isole Eolie