I furbetti delle isole

SIMBRUGLIA3.jpgdi Stefano Imbruglia

Una tecnica molto utilizzata dai politicanti è quella di sviare l’attenzione dai problemi, creati dalle proprie incapacità, verso altre questioni non direttamente riconducibili alla propria responsabilità. In questi giorni abbiamo assistito ad una caso rappresentativo di una situazione sopra descritta: il sindaco di Lipari che incontra le banche per chiedere sostegno alle imprese eoliane in difficoltà e la lettera di Silvia Carbone sul suolo pubblico.

Non bisogna essere raffinati osservatori per rendersi conto e che il problema della concessione al credito alle piccole e medie imprese non può essere risolto da un sindaco, che amministra 10.000 anime, e da direttori di filiali bancarie che sono dei semplici funzionari con limitata autonomia. Un gravissimo problema che sta impegnando ( senza risultati) il governo e le parti sociali tutte. Quindi dall’incontro tra il sindaco e i direttori delle banche ( che immagino abbiano partecipato per pura cortesia) non esisteva minima possibilità che ne uscisse una soluzione. Questo il sindaco, visto le sue esperienze professionali, lo sapeva benissimo. Però l’incontro è servito( ?) a dimostrare agli imprenditori locali che il sindaco ha a cuore le sorti dell’economia eoliana. Poi è arrivata la lettera di Silvia Carbone che riportava la voce secondo cui lo stesso sindaco pare voglia aumentare di 5 volte il prezzo che gli imprenditori turistici ( gli stessi che sostiene di voler tutelare con le banche) pagano al comune per occupare il suolo pubblico. Senza entrare nel merito della questione, immagino che gli imprenditori eoliani, quantomeno i più avveduti, sarebbero forse contenti di pagare di più, di quanto non facciano adesso, se questo significasse migliori servizi alla collettività e indirettamente alle loro imprese. Quindi: una seria politica di promozione turistica ( una reale valorizzazione del riconoscimento dell’Unesco sarebbe un ottimo veicolo, come dimostrano esperienze di altri luoghi turistici) e non un giro turistico a spese della collettività per le capitali europee, spiagge e strade pulite, un traffico civile e non caotico, tutela dell’ambiente che è la ragione principale che spinge milioni di turistici a scegliere le Eolie come meta di vacanza e tanti altri problemi che aspettano la soluzione da decenni.  Invece i soldi che la collettività paga vanno ad alimentare le spese clientelari di questa amministrazione (per la verità non solo di questa) per garantirsi la sopravvivenza, senza rendersi conto che una politica di questo tipo gratificherà sull’immediato alcuni, ma tra qualche anno a farne le spese saranno anche i loro figli. Ma il furbo, si sa, oltre ad avere scarsa considerazione dell’intelligenza altrui, non è mai lungimirante.

I furbetti delle isoleultima modifica: 2009-04-01T18:08:39+02:00da leonedilipari
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