”…ora Agnellone non c’è più. E resta sintesi di Lui solo in quel sopranome che, da ragazzi, gli avevamo stampato. Una similitudine al suo essere: mansueto. Antitesi paradossale alla stazza che, di fatto, aveva solo il compito di custodire un’anima così…maestosa e ricca di tenerezze
.Lo conoscevo benissimo il mio “agnellone”: lo stimavo volendolo bene e lo volevo bene per la spontanea disponibilità sempre e comunque manifestata verso tutti. Sapevo realmente chi fosse “agnellone: bastava penetrarli lo sguardo per assaporare la gracilità espressa in quegl’occhi confortanti ma, nel contempo impauriti.
Sì, impauriti: agnellone aveva paura! Era terrorizzato dal suo futuro e scosso dal presente che lo frustrava. Un presente, per Lui, privo di futuro ed un futuro che deve ignorare questo presente! Ciao, montagna di batuffoli…”