Isole minori di Sicilia&Sciame sismico

fmartin.jpgdi Franco Foresta Martin*

Se osserviamo una carta della sismicità del basso Tirreno in cui i terremoti registrati negli ultimi decenni sono rappresentati sotto forma di pallini di grandezza variabile in funzione della magnitudo, restiamo sbalorditi nel constatare che l’isola di Ustica quasi scompare, sotto una gragnuola di pallini che si addensano nel mare tutto attorno ad essa, e in particolare sui versanti Ustica-Alicudi, Ustica-Palermo e Ustica-Cefalù. Dunque, una prima considerazione basata sulla più recente sismicità storica, ci permette di affermare che proprio lungo queste direttrici esistono delle sorgenti sismiche (in linguaggio geologico denominate faglie), che liberano frequentemente energia.

Per capire perché ciò avviene, dobbiamo mettere in relazione i ricorrenti terremoti di quest’area con la dinamica della crosta terrestre in corrispondenza del basso Tirreno. Recenti lavori di geodinamica permettono di ricostruire il seguente quadro.

Da poco meno di un milione di anni, a causa del movimento verso Nord della placca africana, di cui geologicamente fa parte la Sicilia, una fascia tirrenica situata immediatamente a Nord della costa settentrionale della Sicilia, da Marettimo (isole Egadi) ad Alicudi (la più occidentale delle Eolie), lambendo l’isola di Ustica, è sottoposta a forze compressive che hanno come effetto la formazione di un complesso sistema di faglie con orientamenti Est-Ovest e Nordest-Sudovest. Sono proprio tali faglie ad accumulare stress e a scattare, abbastanza frequentemente, liberando l’energia accumulata e generando terremoti.

Tali terremoti in mare sono, per fortuna e per lo più, di magnitudo inferiore a 4-4.5 Richter, con ipocentri poco profondi (non oltre i 40 chilometri) e sono risentiti a Ustica e in molte località della Sicilia settentrionale con intensità non superiori al sesto grado della scala Mercalli. Per inciso ricordiamo che la magnitudo Richter misura l’energia liberata dal sisma; l’intensità in gradi Mercalli indica invece gli effetti risentiti dagli abitanti e dalle opere dell’uomo.

Tutto questo complesso quadro di conoscenze è stato acquisito sia grazie agli straordinari sviluppi degli strumenti di registrazione sismica, sia dei metodi di elaborazione dei tracciati sismici, che oggi permettono di calcolare tempestivamente l’energia liberata da una scossa, di determinare con precisione l’ipocentro e l’epicentro, di ricostruire la geometria della faglia che si è attivata e la sua dinamica: se di tipo compressivo o distensivo.

Alla definizione di questo quadro geodinamico hanno anche dato un notevole contributo, negli ultimi anni, le misure degli spostamenti relativi fra varie parti della crosta terrestre, effettuate per mezzo di reti geodetiche collegate a sistemi satellitari di tipo GPS (Global Positioning System). I dati raccolti per mezzo della rete RING (Rete Integrata Nazionale Gps) hanno indicato che Ustica, nel contesto della Sicilia, rappresenta una singolarità. Infatti, mentre le località sulla costa settentrionale e occidentale della Sicilia esibiscono spostamenti verso Nord e Nord-Ovest dell’ordine di un centimetro l’anno, partecipando così al moto della placca africana, l’isoletta risulta quasi ferma, come la Sardegna e come gran parte dell’Europa continentale. È la dimostrazione che Ustica si trova nella zona di confine fra la placca europea e quella africana, a ridosso di una porzione di crosta che si comprime, assorbendo la spinta verso Nord di quest’ultima.

Tirando le somme, si potrebbe trarre la rassicurante conclusione che la sismicità di Ustica, provocata dall’attività delle faglie compressive del basso Tirreno, appare caratterizzata, per lo più, da una moltitudine di innocui eventi di piccola e media intensità. È da rilevare, tuttavia, che il comportamento sismico relativo ad alcuni decenni, oppure anche a qualche secolo, non permette di trarre conclusioni impegnative poiché non si può escludere il manifestarsi di più forti terremoti con tempi di ricorrenza plurisecolari.

Inoltre, pure nell’arco dei decenni più recenti, non sono mancati terremoti più vigorosi del solito, da attribuire agli stessi ipocentri in mare tra Ustica e la costa palermitana, cui abbiamo fatto riferimento. Ultimi, in ordine di tempo, sono stati il terremoto del 15 gennaio 1940 che ebbe, a Palermo, un’intensità massima dell’ottavo grado Mercalli; e, più recentemente, il terremoto del 6 settembre 2002, di magnitudo 5.9, la cui intensità massima è stata valutata, a Palermo, del settimo grado Mercalli. Entrambi causarono seri danni al patrimonio edilizio della città di Palermo – quello del 1940 fece anche vittime: un morto e una cinquantina di feriti –, e furono notevolmente risentiti a Ustica, sia pure con intensità di uno o due gradi inferiore rispetto al capoluogo siciliano.

In conclusione, con riferimento alle quattro classi di pericolosità sismica (basate sul picco massimo di accelerazione del suolo), in cui è stato suddiviso il territorio nazionale: 1=alta, 2=media, 3=bassa, 4=molto bassa, Ustica si trova al secondo posto (media). Di conseguenza, l’edilizia pubblica e privata dell’isola è sottoposta a precise procedure fissate da recenti ordinanze. L’osservanza di questi vincoli, come ha dimostrato la recente storia sismica in varie regioni italiane, rappresenta il miglior strumento oggi disponibile per prevenire i danni arrecati dai ricorrenti terremoti cui è soggetta la maggior parte del nostro territorio nazionale.

Una miriade di pallini multicolori si addensa attorno all’isola di Ustica in questa rappresentazione ventennale (1983-2003) dei terremoti che si sono verificati nel basso Tirreno. Il diametro dei pallini è proporzionale alle magnitudo Richter, il loro colore esprime la profondità degli epicentri, secondo le scale indicate ai margini. Si può stimare anche ad occhio che i terremoti tirrenici vicini a Ustica non superano, tranne qualche eccezione, la magnitudo 4 Richter. (Fonte: C.Chiarabba et al, A new view of Italian seismicity, using 20 years of instrumental recordings, Tectonophysics, 2005).

*Giornalista scientifico e geologo

Isole minori di Sicilia&Sciame sismicoultima modifica: 2012-02-28T14:16:28+01:00da leonedilipari
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