La parola e l’immagine

di Enza Scalisi

email.jpgCiao Bartolino, la tua cortese sollecitazione di inviare una foto, mi ha suggerito una riflessione sulla forza dell’immagine, di fronte a cui la parola, spesso,  resta gregaria.

È scontata la caratterizzazione della nostra realtà come società dell’immagine, del prevalere dell’homo videns sull’homo loquens, (sarebbe blasfemo evocare, ai nostri tempi l’homo sapiens).

Tuttavia io mi ostino ad amare le parole, ritengo che noi siamo le nostre parole, quelle sussurrate, quelle declamate, quelle urlate, quelle soffocate, anche quello non dette.

In questo ho assimilato la lezione di Gorgia, che in “Encomio di Elena”, paragona la forza delle parole a quella dell’amore o della violenza fisica: “La parola è una potente signora che pur dotata di un corpo piccolissimo e invisibile compie le opere più divine; essa può far cessare il timore, togliere il dolore, suscitare la gioia ed accrescere la compassione. Chi la ascolta è invaso da un brivido di terrore, da una compassione che strappa le lacrime e dà una struggente brama di dolore. Ma il fascino divino che suscita la parola è anche generatore di piacere e può liberare dal dolore. La forza dell’incantesimo, accompagnandosi all’opinione dell’anima, la seduce e la persuade e la trasforma per mezzo del suo incanto.”

Oggi le parole sono tutt’altro che sparite, un’orda di termini ci investe e riempie l’etere, suoni spesso insignificanti, come quelli del politichese, parole omologate, che l’uso ha svuotato di senso. Le parole sempre più raramente svelano pensieri, sciolgono emozioni.

Anche le parole fortemente destabilizzanti del fenomeno Grillo, non sarebbero altrettanto efficaci senza il supporto del corpo, del gesto, di cui sono complemento.

Ho cercato di resistere alla forza invasiva dell’immagine: la mia pagina Facebook non aveva una foto: una sagoma mi contrassegnava. Quindi, considerando che anche quella era un’immagine, ho preferito scegliere, tra le tante con cui venivo “taggata”. Anche il termine suggerisce una qualche “violenza”, a cui mi sono arresa.

Ma perché la rimozione dell’immagine non appaia come fuga di chi teme lo svelamento senza difese di una foto, te ne invierò una alla prossima occasione.

La parola e l’immagineultima modifica: 2012-11-13T16:11:25+01:00da leonedilipari
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