Lipari, Menandro “varca” l’anfiteatro ed è un tripudio di consensi

gveneroso.jpgdi Gianluca Veneroso

Un altro esilarante successo portato a segno dalla compagnia teatrale “Piccolo Borgo Antico” di Pianoconte di Lipari! Dopo la prima, presso Rinella, in data 08 Agosto, la “scuderia di Tindara Falanga” ha ritentato la carta del Dyscolos di Menandro, ridandogli vita e voce ieri sera, 19 Agosto, nella nota- ma pur sempre d’impatto- cornice dell’anfiteatro del Castello. L’opera classica, che vanta al suo attivo la veneranda età di 2300 anni, ha subito una scoppiettante rivisitazione a cura della regista e dei giovani interpreti che l’hanno “indossata”, uscendo dagli steccati della letteratura di selezione per adattarsi alle corde emotive di una platea ad ampio raggio. Il pubblico è tfalanga.JPGstato trascinato, per oltre un’ora e mezza di spettacolo, in un turbinio di azioni e reazioni scatenate dall’intrattabile Cnemone (magistralmente interpretato da Giuseppe Villa), vecchio contadino dal piglio aggressivo con cui tutti si ritrovano a fare i conti, scansando i colpi della sua cinica lingua…e soprattutto… del suo indomito bastone. Particolare gradimento hanno riscosso le figure dei servi, animate da Bartolo Acquaro, Gabriele Furnari Falanga, Gabriele Famularo e Maria Luisa Tesoriero, capaci di regalare irripetibili spaccati di comicità dialettale in cui l’improvvisazione fa da ingrediente necessario per trasformare un’opera d’autore in energia comunicativa palpabile. Immancabili pilastri della pièce i giovani e scaltriti Sostrato (Marco Tesoriero) e Gorgia (Gabriele Biviano), prototipi di un’ostinata ricerca dell’amore che non scade mai nell’ovvietà ma si pone- piuttosto- come l’obiettivo principale per tutti e ciascuno.

Una visione del mondo- quella che Menandro ha suggerito al “Piccolo Borgo Antico”- dalle multiformi sfaccettature, passando, con stacchi mai abbaglianti ma oculatamente sfumati, dai toni saggi e ravveduti del consigliere Cherea (Andrea Lorizio) alle virtù di donne vereconde e pietose (Tiziana Lauricella) tutte casa e “tempio” o – ancora – dagli sbuffi di un padre ubriaco e ingordo (Gianluca Veneroso) che non vede aldilà delle sue ricchezze alla grazia ninfale di una fanciulla (Cristina Sardella) ignara del peso che la sua bellezza determinerà nel fitto ordito dell’intreccio. Ottime ricostruzioni scenografiche in cui l’antico non evolve in “ruggine” ma evapora in sobria ricostruzione; musiche perfettamente in simbiosi con le voci del copione; accorgimenti nel trucco/parrucco e nei costumi mirati a rendere fisici e visibili i caratteri distintivi di ogni singola vita che incrocia il destino di Cnemone. Da segnalare la presenza, tra gli spettatori, del noto regista Luca De Fusco, sperimentatore instancabile delle inferenze che la cultura classica ha conferito e continua a regalare all’arte scenica, soprattutto in questa Sicilia che trasuda reminiscenze elleniche ancora ben radicate nei suoi accenti artistico-culturali . Entusiastici e positivi, al termine della rappresentazione, i giudizi che De Fusco ha speso in favore della compagnia, stringendo la mano ai suoi singoli componenti e sollecitando la “sua anima creativa”, la sig.ra Falanga, a percorrere ulteriori forme di sintesi tra tradizione e modernità.
Grazie ancora una volta a Tindara e ai suoi artisti per aver rispolverato dal mondo classico un magnifico carillon di colori e impressioni, sospesi in perfetto equilibrio tra il ricordo del passato e l’evidenza del presente!
Grazie per essere riusciti a trasferire l’audace consapevolezza che il teatro si nutre non di sole parole, ma di emozioni vive…impastate di gesti, citazioni, timbri e pulsioni che un semplice canovaccio a stento riuscirebbe a contenere

Lipari, Menandro “varca” l’anfiteatro ed è un tripudio di consensiultima modifica: 2010-08-20T19:28:03+02:00da leonedilipari
Reposta per primo quest’articolo