Lipari, oltre i proclami

agiorgianniagostinopiccola.jpgCaro Bartolino,

come sai rifuggo ogni tipo di pubblicità mediatica essendo io particolarmente schivo e riservato.

Ma questa volta (e probabilmente l’unica) chiedo ospitalità sul tuo sito per quanto segue.

Sarò breve e spero estremamente chiaro nell’esprimere pochi concetti a me cari e che mi auguro in qualche modo possano interessare te ed i tuoi lettori.

Per ovvi motivi seguo con particolare attenzione gli accadimenti eoliani, e onestamente di alcuni fatti non comprendo il senso.

A ragione la collettività si è mobilitata per la difesa del sacrosanto diritto alla salute.

Ho sentito dichiarazioni di guerra e minacce di proteste eclatanti…..ma…….NESSUNO HA FORMULATO PROPOSTE COSTRUTTIVE.

Mi spiego meglio.

Quello che non è stato detto è che gli atti adottati dalla Regione (Presidente o Assessore) in materia, non sono altro che documenti obbligatoriamente adottati e derivanti da precedenti decisioni assunte in sede centrale.

Roma decide- Palermo esegue, per intenderci. Mantenendo un minimo di discrezionalità circa le metodiche per raggiungere determinati obiettivi.

Obiettivi che allo stato attuale (e in particolare dal 2007), sono contrassegnati da una drammatica riduzione degli investimenti in sanità (come in altri aspetti della vita civile, del resto…scuola, enti locali, ecc…).

La logica di fondo è stata quella della rifunzionalizzazione e riorganizzazione dei servizi.

Cioè evitiamo i doppioni, facciamo funzionare quello che non funziona, e quello che funziona che operi ancora meglio.

L’Assessorato ha adottato provvedimenti in tale direzione, anche sulla base di precise direttrici nazionali (per tutte si veda il provvedimento ministeriale circa i 500 parti l’anno necessari per il punto nascita), e molto probabilmente ha palesemente errato nel non applicare la deroga anche a Lipari.

In tutto questo la cittadinanza si è giustamente ribellata, lanciando segnali di protesta civile e facendo sentire la propria voce.

L’Amministrazione, probabilmente valutata l’eco della questione, e la vicinanza di maggio 2012, ha cavalcato l’onda…….platealmente…formalmente……MA NELLA SOSTANZA?

Tutto fumo e niente arrosto.

Cosa avrebbe fatto un buon padre di famiglia?

Io (che da anni parlo con la gente per strada e rappresento un certo tipo di problematiche e che dall’interno cerco di partecipare ai processi decisionali anche tutela della sanità eoliana), dapprima avrei avanzato delle proposte alternative concrete, e poi, se l’asinello fosse ancora rimasto comodo nel suo lenzuolo, sarei passato a forme di rimostranza pubbliche (o magari avrei fatto pervenire delle mie censure all’operato dell’Assessorato nel ricorso proposto dal Comune di Messina quale rappresentante dei Comuni della Provincia, come hanno fatto Mistretta e Barcellona, ad es….!).

Dove sono le proposte concrete? Chi è il soggetto in possesso delle dimostrate competenze per analizzare la materia e formulare idee sostenibili? Non certamente colui il quale capeggia la passeggiata all’ospedale di pochi giorni addietro.

E che senso ha ancora perseverare in un’azione INUTILE.

Il neo Direttore dell’ASP dott. Francesco Poli, manager super navigato e di chiarissima competenza ha speso la sua parola (e tra uomini con spina dorsale, tanto dovrebbe bastare!)

Ha garantito che in tempi brevi ripristinerà la funzionalità di tutto l’ospedale, e non solo del punto nascita. Di recente l’Azienda ha adottato atti concretamente ed incontrovertibilmente diretti alla tutela dei servizi sanitari eoliani attraverso la destinazione di personale specifico ed autonomo.

…..e per conoscere e risolvere la reale situazione del PO di Lipari, non mi pare che abbia attinto alla scienza dei massimi sistemi, ma, oltre alla sua concreta esperienza, ha dato fiducia ai suggerimenti di un pater familias, di un magazziniere magari (un tempo), ma certamente di colui, o coloro, che da anni concretamente agiscono sul campo e che (sommessamente lo ammetto), per varie ragioni (più esterne che aziendali), in un recente passato non hanno potuto (e non “voluto”) dire la propria.

Allora perché continuare……forse perché serve provare a ottenere il consenso della cittadinanza in vista di maggio 2012?

Serve distrarre l’opinione pubblica da 10 anni di insuccessi e di un patrimonio in caduta libera?

Allora, se davvero si vuole protestare, se si vuole ottenere il consenso, e se si vuole dimostrare di non essere INADEGUATI propongo un compitino semplice semplice ed alternativo:

“che si affronti (e possibilmente si risolva) con proposte concrete il tema dei servizi marittimi”.

Lunedì e martedì le società Siremar e Ustica non hanno navigato.

I servizi sono stati garantiti (a costi folli, sempre per il buon pater familias) dalle compagnie private.

Se le condizioni del mare non erano proibitive e le linee predette non hanno viaggiato, due sono le possibili vere cause: o non si voleva fare soffrire l’utenza, e quindi si voleva (anche) evitare che sozzassero con il vomito il prezioso pellame dei rivestimenti degli aliscafi….o i mezzi non sono idonei alla navigazione.

E se non sono idonei alla navigazione in condizioni marine tranquillamente sopportate dai mezzi più piccoli delle compagnie private…siamo sicuri che siano efficienti davvero con il mare piatto?

Che su questo l’Amministrazione si industri…formuli proposte concrete di verifica e di protesta….

Agostino Giorgianni

Lipari, oltre i proclamiultima modifica: 2011-10-12T17:09:00+02:00da leonedilipari
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