di Davide Starvaggi*

Il comune di Lipari titolare di autorizzazione allo sfruttamento minerario della sorgente termale di San Calogero, in deroga alla L.R.54/56 (Disciplina della ricerca e coltivazione delle sostanze minerali nella Regione) si trovava a detenere un bene che per lo sfruttamento minerario ai sensi della L.R. 54/56 art.36 …. entro il perimetro della zona concessa per la coltivazione le opere necessarie per il deposito, il trasporto e la elaborazione dei materiali ricavati, per la produzione e la trasmissione dell’energia, il transito dei materiali occorrenti all’esercizio della miniera, e, in genere, tutte le opere necessarie per la coltivazione e la sicurezza sono considerate di pubblica utilità a tutti gli effetti della legge 25 giugno 1865, n. 2359, e successive modificazioni.

Cio’ per comprendere che alla scadenza del termine, qualora la concessione non sia stata prorogata, o della proroga, se questa ha avuto luogo, il concessionario deve consegnare la miniera e le sue pertinenze all’Amministrazione regionale ed infine la L.R. 54/56 stabilisce che appartengono al concessionario cessante gli oggetti destinati alla coltivazione che possono essere separati senza pregiudizio della miniera. Egli può asportarli, con le cautele stabilite se l’Amministrazione regionale non intende ritenerli, corrispondendone il valore.

La Cooperativa F.S.C. Group Service Soc. Coop. Soc. che ha in convenzione l’ex stabilimento di San Calogero dall’analisi della documentazione ha rilevato tale discrepanza e cioe’ che il bene e le aree annesse non appartenevano al comune di Lipari e quindi al patrimonio, bensi’ identificati come pertinenza mineraria e quindi la stessa cooperativa si e’ attivata dapprima confrontandosi con il Sindaco pro tempore e successivamente con l’Assessorato Regionale all’Industria i quali increduli di tale errore si sono resi disponibili a svolgere tutto quanto necessario per eliminare l’errore, e nel 2010 con apposito documento sono stati svincolati i beni ivi compresi gli scavi archeologici adiacenti il fabbricato di San Calogero.

Questa breve illustrazione delle vicissitudini degli ultimi anni spiega quanti e quali problemi negli anni si sono vissuti a causa di questi errori. Oggi pero’ alla luce di questi risultati si leggono notizie a cura di chi vuole vendere San Calogero e chi lo vuole usucapire perche’ detiene l’uso da chissa’ quanti anni.

*Presidente cooperativa Fsc Group Service

Ricorre al tribunale per impossessarsi dell’area limitrofa allo stabilimento termale di San Calogero. Domenico Mammana, di Lipari,  ha presentato un ricorso  per essere reintegrato nel possesso
oltre che del terreno prospiciente le terme, anche del tholos del periodo miceneo (tra i piu” antichi del mondo), l’area archeologica e la piscina con acqua termale,  nell’attesa dell’usucapione (per rivendicare la proprietà dopo oltre 20 anni di possesso).

Dallo scorso giugno è stato “sfrattato” dalla giunta Bruno che ha affidato l’immobile e l’area prospiciente alla cooperativa “Group Service” che oltre a bonificare l’area, ha anche riaperto l’immobile destinandolo però alla promozione di mostre anche di un certo rilievo. Il cittadino di Pianoconte nel ricorso ha sostenuto che “da oltre venti anni ha detenuto in possesso l’area limitrofa alle terme”. L’istanza è stata presentata dall’avvocato Antonino Costa di Messina e ha inserito un elenco di testimoni. Ha anche allegato una cospicua documentazione (articoli apparsi su “Il Notiziario”, 207 fotografie e relazioni dei carabinieri). Ora si è in attesa del pronunciamento del giudice. Il dirigente del Comune di Lipari

Francesco Subba per risanare le casse dell’ente ha proposto di vendere lo stabilimento termale di San Calogero le cui acque miracolose sin dai tempi dei romani avevano rimesso in piedi tanti pazienti provenienti da ogni parte d’Italia, ma da oltre 30 anni è incredibilmente chiuso. E ora il “palazzo delle terme” che rappresenta un pezzo di storia dell’isola, rischia di fare una fine davvero ingloriosa.(bl)

di seguito il documento possesso-sancalogero.pdf