di Pietro Lo Cascio*

Come cittadino eoliano e come consigliere di un comune del nostro arcipelago, desidero esprimere la mia piena solidarietà al sindaco di S. Marina di Salina, Massimo Lo Schiavo, per l’iniziativa di protesta messa in atto con il simbolico trasferimento della sede comunale nei locali del porto. Un porto, ottenuto anni fa con meritoria lungimiranza dall’amministrazione Gullo, che – è opportuno ricordare – è stato realizzato con soldi pubblici, ma che la Regione Siciliana concede a un soggetto privato senza che sia possibile garantirne l’accesso e l’utilizzo alla comunità residente a prezzi ragionevoli ed economicamente sostenibili. La protesta del sindaco Lo Schiavo mette opportunamente in evidenza l’importanza del legame tra i cittadini dell’arcipelago e le proprie strutture portuali, che rappresentano parte essenziale del proprio territorio. Si tratta di un’ulteriore dimostrazione di come, in Sicilia, il denaro pubblico venga troppo spesso impiegato a beneficio dei privati e in spregio assoluto alle fondamentali esigenze dei cittadini, e le recenti vicende che hanno riguardato i nostri trasporti marittimi ne hanno offerto un esempio ancora più drammatico. Senza alcuna velleità di strumentalizzazione, la vicenda del porto di S. Marina e dei suoi prezzi insostenibili induce tuttavia a una riflessione su quello che rischia di essere il destino di altre comunità eoliane: se oggi accade questo a S. Marina, dove un porto pubblico viene affidato in concessione a privati per periodi tutto sommato brevi e dove – dunque – si può ancora intervenire per “correggere il tiro”, cosa potrà accadere a Lipari, dove in un porto messo in sicurezza con soldi pubblici dovrebbero innestarsi lavori eseguiti da privati, ai quali poi l’intera portualità verrebbe concessa per cinquanta anni?

*Consigliere comunale di Sinistra Ecologia e Libertà