Oltre il 50% dei lavoratori controllati e cioè ventinove lavoratori su cinquantasette non a norma. E’ questo il bilancio di un intervento a massa eseguito nei giorni scorsi dai reparti dipendenti del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Messina a contrasto del lavoro sommerso nei settori turistico-ricettivi e dell’edilizia nell’intera Provincia.
In particolare, sono stati sorpresi 27 lavoratori “in nero”, dei quali 23 nel settore dell’edilizia e 4 della ristorazione, nonché due lavoratori “irregolari” nel settore della ristorazione.
I titolari delle imprese che hanno assunto manodopera in nero, rischiano – per ciascun lavoratore ingaggiato illegalmente – una sanzione che varia da un minimo di € 1.500,00 ad un massimo di € 12.000,00.
L’attività ispettiva posta in essere, si inserisce in un più ampio contesto di controllo economico del territorio che testimonia la costante presenza delle Fiamme Gialle anche a tutela del regolare impiego delle risorse nelle attività produttive.
L’effettuazione di tali mirati servizi è volta a salvaguardare sia il mercato dei prezzi – che l’impresa con carattere di irregolarità fiscale e contributiva distorce, potendo “abbattere” il costo del lavoro – e sia, ovviamente, gli stessi lavoratori i quali, oltre a ricevere un salario non conforme al CCNL e ad essere privi di qualsiasi tutela previdenziale e assicurativa, perdono tutti i diritti derivanti dall’avere un regolare contratto di lavoro (tutela sindacale, straordinario, ferie, assenze retribuite per malattia, maternità ecc.).
*Comandante provinciale della Guardia di Finanza di Messina