-A Madrid duri scontri durante i cortei di sabato: almeno 40 le persone medicate e 45 quelle arrestate dalle forze dell’ordine. Migliaia i manifestanti che hanno protestato nelle piazze madrilene contro la corruzione politica e contro i tagli del governo
-Il cdr di Rcs risponde al piano di tagli annunciato ricordando i premi dei dirigenti che hanno guidato il gruppo: dai 3,4 milioni di buonuscita per Antonello Perricone ai 7,8 milioni incassati da Vittorio Colao. Il più pagato stato Maurizio Romiti: 17 milioni dopo due anni al timone della società. Altri dirigenti hanno addirittura percepito il premio miliardario di “buonentrata”.
-Al Rialto studio 2 di Bologna, unico cinema nell’intera Emilia Romagna dove si proietta il film di Ben Lewin, “The Sessions” (film sui disabili). Due ripide rampe di scale tagliano fuori carrozzine e disabili dalla visione della pellicola.
-La crisi si abbatte sulle aziende italiane: tra il 2009 e il 2012 si è registrata una perdita media annua dell’11,1% rispetto al dato del 2008. Oltre all’Imu, è l’Irap l’altra tassa che mette in difficoltà gli imprenditori. Il 63% delle aziende, s’indebita per pagare le tasse.
-Tra i virtuosi da “Tripla A” solo la Finlandia è sicura. Anche Germania, Olanda e Lussemburgo rischiano.
-I tifosi della Roma calcio sono in preoccupati. La Consob vuol fare luce sulla trattativa fra i soci americani con Adnan Adel Aref al Quddumi al Shtewi, sceicco arabo con figlio carabiniere in Italia. L’accordo preliminare è stato seguito anche da Padovano, ex calciatore della Juve salito alla cronaca giudiziaria per uno strano traffico di droga.
-Imu, addizionali Irpef e tariffe dei servizi locali ai massimi almeno fino al 2022. È la prospettiva certa dei 2 milioni di italiani che vivono nei Comuni ai margini del dissesto, oggi impegnati nei piani di riequilibrio per evitare il default. Nella prima tornata del meccanismo, introdotto dal Dl enti locali di novembre, salgono 47 fra Comuni (la maggioranza) e Province. Tra i casi più pesanti ci sono Napoli (3,2 miliardi da recuperare), Catania (528,8 milioni) e Messina (392,4 milioni). In aggiunta all’aumento delle entrate, i piani prevedono consistenti riduzioni di spese: i problemi storici della riscossione e dell’organizzazione rischiano però di lasciare molti risultati sulla carta.