L’attacco cibernetico è stato sferrato grazie a una vulnerabilità della piattaforma Java, ma non si sa se l’azione di hackeraggio coinvolga la Cina, come – stando alle accuse ribadite dagli Usa anche dopo le smentite di Pechino – sembra essere accaduto per un’ondata di altri casi recenti.
-Rispetto al 2011 le aperture delle partite IVA sono cresciute del 2,2% (per un totale di 549.000 partite Iva aperte), tra i giovani l’aumento è stato quasi “esponenziale”: 8,1%. Una vera esplosione secondo quanto riferisce la Cgia Mestre. Un segnale positivo? Pare proprio di no, anzi. “L’aumento del numero delle partite Iva in capo ai giovani – spiega il segretario della CGIA di Mestre, Giuseppe Bortolussi – lascia presagire, nonostante le misure restrittive introdotte dalla riforma del ministro Fornero, che questi nuovi autonomi lavorano prevalentemente per un solo committente. Visto che questo boom di nuove iscrizioni ha interessato in particolar modo gli agenti di commercio/intermediari presenti nel settore del commercio all’ingrosso, le libere professioni e l’edilizia riteniamo che la nostra chiave di lettura non si discosti moltissimo dalla realtà”.L’area territoriale che ha segnato l’incremento maggiore tra gli under 35 è stata il Mezzogiorno.
-Dal 20 giugno 2012 all’8 febbraio 2013 sono state pubblicate 518 ricerche condotte da 30 società. Ma chi sono, i sondaggisti, e cosa fanno quando non ci sono le elezioni di mezzo?
Dove girano i soldi – Qualche interessante risposta è fornita da un articolo di Giuseppe Sarcina su Sette. Un dato su tutti: questi stregoni dei numeri, nonostante le apparenze, non si arricchiscono con la politica. Il motivo? I soldi si fanno in altri modi, con altre indagini: quelle sulle abitudini alimentari in particolare, sfruttate dalle multinazionali per non fallire nel lancio dell’ultimo snack. Ecco le cifre. In Italia il mercato dei sondaggi vale 500 milioni di euro, in Europa 5 miliardi e nel mondo 18 miliardi (nel Vecchio Continente chi spende di più è la Francia, nel mondo Stati Uniti e, in rimonta, la Cina). In Italia gli incassi fruttati dai sondaggi politici non superano i 5 milioni di euro, pari a un centesimo del totale europeo. Le spese – L’istituto Piepoli, a Sette, spiega che fattura 5 milioni all’anno e soltanto 500mila arrivano dalla committeza interessata alla politica: tutto il resto arriva da aziende o istituzioni. Anche l’illustre Mannheimer spiega di “non campare con la politica, che copre non più del 20% del fatturato di Ispo”. Poi c’è la fida Ghisleri, la sondaggista di fiducia di Silvio Berlusconi, che riporta un mercato di circa 300 milioni che derivano da elezioni e dintorni. Poi ci sono le spese per le ricerche. In media, un’indagine condotta su un campione di 1.500-2mila intervistati, può costare tra i 5mila e i 7.500 euro. Un intervistatore telefonico, in media, viene pagato tra i 10 e i 15 euro all’ora (gli intervistati, invece, non vengono retribuiti).