Questa fortuna mi dà l’occasione di sorseggiare con loro un lungo caffè, sempre con davanti il mare e la voglia di ascoltare, di ascoltarli.
Gli anziani sono i nostri saggi, la fonte dove “bere” i consigli. A loro chiedo in questi tragici momenti di futuro negato cosa si può fare andando a San Remo digiuni, stanchi, deboli, piatti e scoraggiati per “elemosinare” una nave.
Il primo amico mi risponde subito:” fossi il sindaco mi porterei dietro la banda musicale, facendola suonare interrottamente per tutta la durata del festival, gli farei suonare l’Inno d’Italia e “Ciuri Ciuri”. sempre queste due musiche intercalandole, fino all’ultimo fiato, all’ultima energia.Farei piangere la gente, commuoverla, entrando nelle radici del cuore.”
Gli altri annuiscono, consenzienti ed proprio a voler essere pignoli, mentre la banda suona a San Remo, tutta la gente delle sette isole si dovrebbe mettere in fila ed incatenarsi, gli uni accanto all’altro per ore e ore fino all’estremo.
Questa è l’unità di un popolo, il segnale certo che non dobbiamo dare all’Italia soltanto, ma all’Europa ed al resto del mondo.
Non ci vuole coraggio, ci vuole unione e basta.
Il caffè è finito, ma la storia continua…
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Prima Paginaultima modifica: 2009-02-19T08:19:51+01:00da
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