Rassegna Stampa. “Repubblica.it” e il premier. “Non mollare sui costi della politica”. Le lettere dei cittadini a Monti

arepubblica.it.jpgLa funzionaria di Palazzo Chigi, in servizio da dieci anni, davanti a una tazzina di caffè racconta: “L’ultimo anno del precedente governo è stato terribile. Arrivavano migliaia di lettere e mail piene soltanto di insulti. Solo qualcuna conteneva richieste di aiuto economico diretto a Berlusconi. E venivano girate alla sua segreteria. Il resto le cestinavamo”.

E adesso? Adesso la mail di Mario Monti è piena, intasata. E’ un flusso continuo, dal giorno dell’insediamento sono arrivate oltre duemila mail. Senza contare (nessuno le ha contate ancora) le lettere scritte a mano e inviate attraverso la posta ordinaria dalle persone anziane. Così Monti, d’impulso, ha preso la sua decisione: “Voglio rispondere a tutti. Personalmente”. E, con metodo, ha messo al lavoro lo staff per dare soddisfazione a tutti, coinvolgendo magari l’Inps, o gli altri ministeri, quando i quesiti erano più tecnici. Ne è nata una sezione ad hoc del sito del governo, in cui molte questioni – ad esempio sullo scottante capitolo della riforma delle pensioni – sono state accorpate per argomento. Dove, tra pochi giorni, si potrà anche lasciare la propria opinione partecipando a dei sondaggi on-line sulle iniziative del governo.

Eppure la parte più gustosa di questo enorme flusso di scrittura sono le storie personali. Nel punto in cui i decreti dei tecnici impattano la vita delle persone, ne cambiano il corso. La gran parte, il 56%, esprime comunque “gratitudine e fiducia”. I critici sono solo l’8 per cento, forse perché gli arrabbiati preferiscono manifestare in piazza piuttosto che scrivere al premier. Ben il 44%, hanno calcolato a Palazzo Chigi, chiedono invece un maggiore impegno per tagliare i costi della casta e della pubblica amministrazione e una maggiore attenzione ai giovani, al lavoro, alla famiglia. “Sig. Presidente – scrive un imprenditore da Brescia – chiedo che il suo governo, prima di decidere nuove tasse, usi la scure e tagli sprechi e privilegi. Senza raccontarci che non si possono toccare i diritti acquisiti, i privilegi non sono mai acquisiti, sono semplicemente un furto ai danni dei cittadini”.

Pochissimi sono quelli che criticano il governo per quello che fa – sono arrivate a Monti lettere-fotocopia preparate da avvocati, autotrasportatori, farmacisti, lobby varie – ma sono molti, la stragrande maggioranza, i cittadini che si firmano con nome e cognome. E lo incitano a fare di più, ad andare “fino in fondo”, senza guardare in faccia nessuno. “Sig. Presidente, pagherò volentieri il bollo di 100 euro sul mio c/c corrente bancario se lei mette in cassa integrazione a 1000 euro mensili la gran parte dei 4600 dipendenti di palazzo Chigi che sono molti di più dei 1337 del Cabinet Office di David Cameron”. C’è lo scontro generazionale, dovuto alla riforma delle pensioni. “Noi 45enni – sostiene un romano impiegato nel pubblico – , siamo noi gli sfigati. Io e miei coetanei ci guardiamo intorno e ci facciamo due conti, forse andremo in pensione poco prima dei 70 anni. Nel frattempo la generazione prima della mia, che lascia il mio ufficio adesso, va in pensione prima dei 60 anni, grazie a scivoli e buonuscite. Baldi 58enni che, magari dopo una dura vita di mezze giornate lavorative (da me nei giorni dispari si esce alle 14) è pronta per una nuova giovinezza lavorativa, al nero, liberi di fare l’artigiano o il consulente. Tutti felici di gravare sull’Inps per altri 30 anni, secondo le statistiche sull’allungamento della vita. Noi continueremo a fare gli impiegatucci e verremo in ufficio dopo i 60 anni: ma a fare che? ma con che voglia, con che stimoli?”.

Tanti, tantissimi, inneggiano ai tecnici contro i politici. “Le vorrei fare i complimenti – scrive Rodolfo – per quanto già fatto, che a me potrebbe anche essere parso normale, fisiologico, per certi versi scontato e ancora poco equo; ma che comunque una classe politica inetta e incapace non ha mai avuto il coraggio di fare”. “Se c’è una cosa – sostiene Claudio, 52 anni – che noi, “cittadini normali”, abbiamo capito di questo strapazzato governo tecnico è che di lui, con tutte le incertezze del caso e un po’ come nella vita, ci si può, una volta tanto, fidare”. La gente, in maggioranza, si sente sotto pressione, ma mostra di aver capito. Come Ferdinando, molto schietto: “Avanti così anche se è dura. Ci avete spremuto tantissimo, spero basti”. E poi molti, in numero crescente, gli chiedono di buttarsi in politica. “Le propongo di restare al governo per qualche lustro”, scrive Marco, giovane architetto. Edi, da Modena, si preoccupa persino per la sua salute: “Vedo i segni della stanchezza sul suo volto”. Tutti riceveranno una mail di risposta dal Professore. Che inizia decisamente a prenderci gusto. 

Rassegna Stampa. “Repubblica.it” e il premier. “Non mollare sui costi della politica”. Le lettere dei cittadini a Montiultima modifica: 2012-01-29T18:52:00+01:00da leonedilipari
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