Regione&stipendi

di Giuseppe Lipari

ARS.jpgQuanto guadagnano esattamente i deputati regionali? Il mistero non è più tale. Ora siamo in grado di riferirvi che si portano a casa una cifra cospicua, grazie ad una sentenza del tribunale amministrativo regionale. Tutto è cominciato nel febbraio 2010, con un’istanza in cui SiciliaInformazioni chiedeva all’Ars di ricevere copia della busta paga dei deputati regionali siciliani. L’Ars si è opposta (marzo 2010) e il mese successivo SiciliaInformazioni si è rivolta al Tar Sicilia (1°). I giudici siciliani il 3 maggio 2011 hanno dato ragione a Siciliainformazioni e il 24 giugno la redazione ha potuto visionare i documenti richiesti ed ottenerne copia. L’Amministrazione non ha proposto appello, e questo è una decisione apprezzabile, e ci ha consegnato 60 buste paga di dieci deputati che, ci viene riferito, sono stati scelti in maniera casuale. Tra di loro ci sono cinque deputati senza incarichi e cinque deputati che rivestono cariche (presidente di commissione, segretario di commissione, vicepresidente di commissione e deputato segretario).

Le buste paga non contengono i nomi dei destinatari: sono state consegnate in forma anonima, come chiesto da Siciliainformazioni e come disposto dal Tar, e si riferiscono al periodo che va da luglio a dicembre 2009. Poiché negli ultimi due anni non ci sono stati grandi cambiamenti le retribuzioni dei deputati sono quelle in corso: la modesta riduzione applicata a partire dal 2011 (500 euro in meno nella “diaria”) è stata infatti in buona parte compensata da alcuni aumenti nell’indennità e dalla riduzione delle trattenute per le assenze ingiustificate dei deputati. I tagli  del 10 per cento molto reclamizzati,nella sostanza, non ci sono stati.

Nell’ultimo semestre del 2009 le buste paga dei dieci deputati regionali ci segnalano che la retribuzione mensile media oscilla tra 9.073 e i 13.429 euro netti. Questa cifra, tuttavia, non comprende il contributo per il “supporto all’attività parlamentare”: altri 4.678 euro mensili netti per singolo deputato (dal 2011 ridotti a 4.178 euro) che vengono accreditati dall’amministrazione ai rispettivi gruppi parlamentari che li dirottano ai singoli deputati.
 
Non comprendiamo per quale ragione il trasferimento del contributo debba fare questo percorso. Ipotizziamo che questo avvenga per non appesantire la retribuzione complessiva mensile.
 
Ipotizzando che la cifra sia stata ripartita in maniera eguale, e non potrebbe essere divetrsamente, il compenso mensile dei deputati salirebbe in media da 13.751 a 18.107 euro.
 
Le buste paga, naturalmente,  contengono le somme accreditate mensilmente ai deputati (non quindi i 4.678 mensili versati al loro gruppo di appartenenza). La busta del deputato “Alfa” ci riferisce che in dicembre 2009 il parlamentare ha ricevuto lo stipendio più più alto con 15.880 euro, mentre la busta del deputato “Beta” ad agosto 2009 contiene il compenso più magro: appena 7.415 (dovuta a una trattenuta di 1.500 euro per il mutuo e una di 1.500 in favore del suo gruppo).
 
Le retribuzioni mensili variano da mese a mese. Dipende dalle assenze ingiustificate, dalle trattenute, dai conguagli, dalle missioni e da rimborsi speciali. Inoltre alcune  di queste somme – come i rimborsi per i trasporti pubblici – vengono accreditati su base trimestrale. Sicché alcune mensilità sono più pesanti di altre. Il deputato “Gamma”, per fare un esempio, nell’agosto 2009 ha ricevuto 9.499 euro mentre il mese successivo ne ha portati a casa 14.377.
 
Tutte le voci retributive sono esenti da imposte e contributi. Fa eccezione  l’indennità parlamentare, unica voce per cui è necessario fare una distinzione tra importo lordo e importo netto; in tutti gli altri casi (indennità di carica, diaria, rimborsi…) gli importi percepiti dai parlamentari vanno sempre considerati come netti.
 
L’indennità parlamentare, uguale per tutti i deputati, nel periodo in esame è stata pari a 11.703 euro lordi mensili, ossia 5.250 euro netti. Alcuni deputati hanno però ricevuto anche un’indennità di carica: al Presidente dell’Assemblea spetta un bonus mensile di 7.724 euro, ai vicepresidenti 5.149, ai questori 4.642, ai deputati segretari e ai presidenti di commissione 3.316, ai vicepresidenti di commissione 829 e ai segretari di commissione 414.
 
La “diaria”, uguale per tutti i deputati, è stata di 4.003 euro, ridotti di 258 euro per ogni assenza in aula (dal 2011 la diaria è stata diminuita di 500 euro e la penalità per le assenze di 34).
 
I rimborsi costituiscono una parte rilevante dello stipendio. A ogni deputato spettano 4.150 euro all’anno per “spese telefoniche” (la rata è accreditata mensilmente). Il rimborso è a forfait: in pratica viene assegnato anche se il deputato non ha sostenuto spese telefoniche. E’ previsto anche un rimborso annuale per la benzina, l’“indennità trasporto su gomma”, pari a 6.646 euro per chi risiede a Palermo, 13.293 per chi risiede entro 100 chilometri e 15.979 per tutti gli altri. Anche per questo rimborso valgono le regole previste per le spese telefoniche. Viene da chiedersi l’utilità di questa voce, visto e considerato che alcuni noti gestori telefonici offrono abbonamenti per cellulari a cifre mensili di gran lunga inferiori a quelle garantite dall’Ars.

L’automatismo e la forfettizzazione dei rimborsi è un criterio seguito nelle assemblee legislative. Avviene esattamente la stessa cosa con i rimborsi elettorali che hanno sostituito il finanziamento pubblico ai partiti, bocciato da un referendum. Qualunque sia la spesa, il rimborso è sempre lo stesso.
 
I benefit non finiscono qui: è previsto un rimborso per le spese di trasporto ferroviario, aereo e marittimo: 10.095 euro annui liquidati trimestralmente, anche in questo caso in maniera del tutto automatica.
 
Accanto a queste voci ve ne sono altre molto particolari, non menzionate neanche nel sito dell’Ars, dove è presente un’apposita sezione sulla retribuzione dei deputati. Nel novembre 2009 il deputato “Zeta” ha ricevuto 3.900 euro come rimborso per un “apparato informatico e telefonico” mentre il deputato “Sigma” a luglio ha ricevuto 3.400 per una missione e 230 euro di rimborso per l’acquisto di giornali e riviste.
 
Nel 2011 l’assemblea ha stanziato 22,3 milioni di euro per gli stipendi dei deputati e 5,5 milioni per il supporto all’attività parlamentare. Ognuno dei 90 deputati peserà per 309 mila euro sulle tasche dei cittadini. I costi salgono se si considerano i vitalizi degli ex deputati (22,3 milioni) e le spese per il funzionamento dei gruppi parlamentari (8 milioni destinati in gran parte a pagare gli stipendi del personale): in totale si arriva a 58 milioni di euro. Il costo complessivo dell’Ars è invece di 177 milioni.
 
Tiriamo le somme. La parte più importante della retribuzione è esentasse perché costituita da “rimborsi” e/o indennità non tassabili. Questo significa che, a parità di reddito, percepiscono molto di più rispetto a un cittadino comune. La pensione dei deputati – ossia il vitalizio – è invece molto superiore a quella di un lavoratore: varia dal 25% al 80% dell’indennità parlamentare a fronte di contributi previdenziali mensili pari al 10,75%. I siciliani, grazie alla iniziativa di SiciliaInformazioni ora hanno le idee più chiare sulle retribuzioni dei deputati.

Il Tar Sicilia ha dato un segnale importante con una sentenza che farà certamente giurisprudenza. L’Ars ha dato il suo contributo rinunciando a proporre appello. Manca l’ultimo traguardo. La pubblicazione integrale delle retribuzioni dei deputati regionali come previsto dalla riforma Brunetta (art. 11, comma 8, lettera h del d.lgs 150/09). La norma impone la pubblicazione delle retribuzioni “di coloro che rivestono incarichi di indirizzo politico amministrativo”. Molti comuni stanno già provvedendo.

Regione&stipendiultima modifica: 2011-06-27T10:37:00+02:00da leonedilipari
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Nonostante i tagli, nonostante l’austerity, nonostante la crisi gli incarichi concessi dalla Regione siciliana restano migliaia. I nomi, circa mille, nel lunghissimo elenco dei posti di sottogoverno – come spiega il Giornale di Sicilia in edicola oggi – sono circa quattrocento in meno e gli stipendi hanno subito un ridimensionamento del trenta per cento, ma i compensi possono ancora sfiorare i settantamila euro l’anno (è il caso di Francesco Riggio, presidente del Ciapi di Palermo).
Alla cabina di regia della presidenza della regione per migliorare l’uso delle risorse comunitarie e statali, sono andati circa 100 mila euro lordi: 32 mila all’avvocato Aurelio Bruno, e 9.500 l’uno agli altri componenti: Vincenzo Fazio, Francesco Faraci, Giuseppe Lapis e Robert Leonardi che hanno dedicato all’incarico sette ore e mezzo di lavoro tra giugno e ottobre.
Al direttivo del Corecom sono andati 150 mila euro lordi, 50 mila ciascuno a Salvatore Sammartino e Giuseppe Verde, come componenti della commissione paritetica dello statuto per la riforma federale della Sicilia.

Regione&stipendiultima modifica: 2011-04-02T09:46:21+02:00da leonedilipari
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asordi.jpgStipendi record, boom degli effettivi, balletto di dirigenti a spese del contribuente: la regione siciliana ha uno strano modo di interpretare la crisi nella gestione dei propri funzionari”: lo si legge in un commento in prima pagina del quotidiano francese Le Figaro.
“Fra il 2004 e il 2008, secondo l’ultimo rapporto della Corte dei Conti – prosegue il giornale – gli stipendi sono aumentati del 38% mentre il governo aveva imposto la crescita zero nelle remunerazioni del settore pubblico. Questi stipendi raggiungono in media 42,756 euro all’anno, cioè più del 40% di quello che guadagna un dipendente di ministero”.
Dopo aver illustrato l’aumento degli effettivi nella Regione, Le Figaro scrive che “nel corso del solo2009, l’attuale governatore Raffaele Lombardo ha proceduto a due ondate successive di assunzioni di una ventina di dirigenti, pagati ognuno 150.000 euro l’anno, senza contare la macchina di servizio con autista.
Tuttavia è al suo predecessore Salvatore Cuffaro, oggi accusato di connivenza con la mafia, che va soprattutto la censura dei magistrati. Gli ci sono voluti otto anni per far applicare la riforma che adegua le pensioni ai versamenti e non agli stipendi. Per sua fortuna, la Sicilia, regione a statuto autonomo, non deve rendere conti a Roma”.

Regione&Stipendiultima modifica: 2010-02-02T11:10:25+01:00da leonedilipari
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