Rubrica Religiosa a cura di mons. Alfredo Adornato

aadornato2.jpgdi Alfredo Adornato*

Il Vangelo. VI Domenica di Pasqua Anno A. Il sogno di Gesù è abitare nell’uomo.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui». Se mi amate osserverete i miei comandamenti. Nessuna minaccia, nessuna costrizione, puoi aderire e puoi rifiutarti in totale libertà: Gesù, uomo libero, parola liberante. Se mi amate osserverete… Gesù non impone: «Dovete osservare».

Non si tratta di una ingiunzione, ma di una constatazione: quando ami accadono cose, lo sappiamo per esperienza: tutte le azioni si caricano di gioiosa forza, di calore nuovo, di intensità inattesa. Lavori con slancio, con pienezza, con facilità, come il fiorire di un fiore spontaneo. Osserverete i comandamenti miei. La costruzione della frase pone l’accento su miei. E miei non tanto perché dettati da me, ma perché da me vissuti, perché mia vita. Non si tratta di osservare i 10 comandamenti, ma la sua vita! «Se mi ami, osservi la mia vita. Se mi ami, diventi come me!» Amare trasforma, uno diventa ciò che ama, le passioni modificano la vita. Se ami Cristo, lo prendi come misura alta del vivere, per acquisire quel suo sapore di libertà, di mitezza, di pace, di nemici perdonati, di tavole imbandite, di piccoli abbracciati, di relazioni buone che sono la bellezza del vivere. Per sette volte nei sette versetti di cui è composto il brano, Gesù ribadisce un concetto, anzi un sogno: unirsi a me, abitare in me. Lo fa adoperando parole che dicono unione, compagnia, incontro, in una specie di suadente monotonia: sarò con voi, verrò presso di voi, in voi, a voi, voi in me io in voi. Uno diventa ciò che lo abita! Gesù cerca spazi, spazi nel cuore, spazi di relazione.

Cerca amore. E il Vangelo racconta la passione di unirsi di Gesù a me usando una parola di due sole lettere in: io nel Padre, voi in me, io in voi. Dentro, immersi, uniti, intimi. Tralcio unito alla madre vite, goccia nella sorgente, raggio nel sole, scintilla nel grande braciere della vita, respiro nel suo vento. Gesù ribadisce che l’amore suo è passione di unirsi a me. E questo mi conforta: che io sia amato dipende da Lui, non da me; l’uomo può anche dire di no a Dio, ma Dio non può dire di no all’uomo. Tu puoi negarlo, lui non potrà mai rinnegarti. Infatti: non vi lascerò orfani. Non lo siete ora e non lo sarete mai, mai orfani, mai separati. La presenza di Cristo in me non è da conquistare, non è da raggiungere, non è lontana. È già data, è dentro, è indissolubile, fontana che non verrà mai meno. E infine l’obiettivo di Gesù: Io vivo e voi vivrete: far vivere è la vocazione di Dio, Gesù è venuto come intenzione di bene, come donatore di vita in abbondanza (Gv 10,10). La sua è anche la nostra missione: essere tutti nella vita datori di vita. 1

Rubrica Religiosa a cura di mons. Alfredo Adornatoultima modifica: 2011-05-28T08:40:00+02:00da leonedilipari
Reposta per primo quest’articolo