Salvo Lima&Amarcord

Egregio Direttore,
 
aziinoavvocato.jpgavantieri Giovanni Brusca, il feroce mafioso a tutti noto, ha dichiarato al G.I.P. di Palermo che il destinatario del famoso “papello” era Nicola Mancino, ex Vice Presidente del C.S. M., ex Ministro degli Interni, ex democristiano di sinistra. Ha pure dichiarato che l’assassinio di Salvo Lima, leader riconosciuto della corrente andreottiana in Sicilia, fu un “messaggio” al Presidente Giulio Andreotti.
Ho scritto più volte che Salvo Lima fu assassinato per il motivo diametralmente opposto a quello che la Procura di Palermo ha conclamato e conclama. Salvo Lima non  era nè mafioso, nè contiguo ad essa. Venne barbaramente ucciso dopo che la corrente andreottiana in Sicilia, avuta la maggioranza nel gruppo democristiano alla Assemblea Regionale Siciliana, si apprestava a rivendicare a sè o la Presidenza della Regione, o la Segreteria Regionale del Partito.
Rientrando da una riunione di corrente in quel di Mistretta, Salvo Lima disse agli onerevoli Nino Drago e Giuseppe Merlino che intendeva si viaggiasse tutti insieme in auto, lontano da orecchie indiscrete.
L’ onorevole Giuseppe Merlino propose me, noto sia a Nino Drago che a Salvo Lima, come autista, e così fu.
In auto, Salvo Lima comunicò quanto appena sopra riferito, la volontà cioè di rivendicare al gruppo andreottiano la Presidenza della Regione o la Segreteria del Partito, e tanto, specificò, nell’ intento di spezzare il circuito politico affaristico tra sinistra, quella democristiana inclusa, e mondo degli appalti, con le ovvie ricadute su quello dei sub appalti, luogo di pascolo della mafia.
La risposta di Nino Drago fu immediata e terrificante: Salvo, ci vuoi morti.
Non divago rammentando che circa il 90% dei grossi appalti in Sicilia erano, e sono nulla essendo cambiato, appannaggio di imprese che con la Sicilia nulla avevano da vedere, a far capo dalla Cooperativa Muratori e Cementieri Ravennati ed altre coop rosse, ed eran queste a gestire i sub appalti.
L’assassinio di Salvo Lima fu un messaggio in questo senso: non ci provate. Procure varie completarono l’opera distruggendo gli andreottiani di Sicilia senza riuscire a condannarne alcuno, me incluso. E tutti insieme, con slancio e passione, provvidero anche a distruggere quelle ormai divenute grandi imprese siciliane che la concorrenza a nordisti e cementieri l’ a’vevano vittoriasamente portata al Nord Italia.
Il rapporto con la mafia l’aveva la sinistra, così come quello con la ndrangheta lo aveva il P.C.I.. E Giovanni Brusca, dichiarando che destinatario del “papello” era il senatore Mancino non fa che confermarlo.
Fiducioso in una pronta lapidazione, Le invio i migliori saluti.
 
Alfio Ziino
Salvo Lima&Amarcordultima modifica: 2013-02-04T08:07:01+01:00da leonedilipari
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