Elogio del Padre

mcarnevale.JPGdi Maria Carnevale

Ancora oggi il termine “diritto” è spesso utilizzato senza piena consapevolezza sulla complessità del suo significato bnatale40.jpge della sua applicazione nei vari aspetti della vita civica e sociale. Si invoca il diritto alla propria felicità ma non si riflette sulle implicazioni che il raggiungimento di questa può produrre sul diritto alla felicità degli altri, e ciò in ogni campo che sia per obiettivi professionali e di carriera, che sia per prestigio o per potere, per denaro o per avidità, per appagamento dei sensi o della vanità personale.
E in tal senso la “massa degli umani” corre e si spintona, e più corre più si spintona e non vede. o non osserva, e dunque non si accorge di quel che è, di chi e di che cosa c’è intorno, dimenticando anche da dove viene ed origina, scrollandosi da dosso “il vestito dei padri”, cioè la memoria delle tradizioni, l’orgoglio dell’identità.
Ma dove voglio arrivare? Voglio parlare del mio paese, Lipari.
Un posto in cui, per la sua stessa conformazione geografica, si dovrebbe poter non correre, si dovrebbe riuscire a fermarsi per riconoscersi e ritrovare la comune appartenenza, per riscoprire quell’eolianità che in tante occasioni della nostra storia ci ha visti uniti per la difesa del comune patrimonio, civico, umano e morale.
Lontani liparoti, arroccati entro le mura del “Castello”, hanno lottato uniti per resistere all’invasione dello straniero, Ariadeno; avi più recenti hanno distrutto a picconate le case che nello stesso “Castello” ospitavano i Coatti prima e durante il regime fascista; nonni e padri sono insorti contro il Governo della cosiddetta prima repubblica che aveva rispolverato le isole minori come luogo di confino, e questa volta per “gente di mafia”. Si pensi poi alla difesa del territorio anche nei confronti delle pretese della Chiesa, locale e “oltremare”!!
E noi? Un pronome svuotato di significato. Eppure è lo stesso pronome – NOI – che appare, quale firma,  in calce alla lettera aperta datata 20 dicembre 1914 in cui, a nome del popolo, si chiedeva all’allora Sindaco di Lipari di intervenire contro “le brame di Monsignor Vescovo” in difesa del demanio comunale. “NOI”, per indicare, attraverso il pronome che esprime l’insieme, il vincolo comunitario, l’orgoglio dell’identità eoliana.
Noi invece non insorgiamo, neanche ci supportiamo. Acquacalda? Il problema è di pochi. Siremar e nave per Napoli? Qualche manifestazione, poi ognuno a casa sua.
Padre Gaetano Sardella? – Si dice – sia amareggiato..si dice che Sua Eccellenza il Vescovo..no, non vescovo di Lipari come lo era Bernardino gsardella3.JPGRe, perché questi vi dimorava e quindi amava e conosceva le Sue pecorelle, ed anche i Suoi lupi! Dopo la soppressione della sede vescovile, il Vescovo è soltanto “anche” di Lipari! Si dice insomma che il Vescovo che a Lipari non arriva poi tanto spesso, vorrebbe..cioè..sempre questioni di diritti, vorrebbe conoscerne “le anime” meglio del nostro Parroco.
E allora? Una parola per Padre Gaetano che non sia soltanto la mia! Un plauso e un sostegno degno dell’orgoglio eoliano verso un Sacerdote che si è prodigato per far “vivere” spiritualmente la nostra comunità, che ha provveduto a far “rivivere” le tante chiese e cappelle del territorio, che ha arricchito di gioia e di umanità il rituale liturgico, che con l’immediatezza della Sua oratoria e del suo abbraccio cristiano ha tratto alla Chiesa giovani, lavoratori stranieri, turisti in vacanza.
Il nostro elogio a questo Padre è anche il tributo che dobbiamo ai nostri Padri.

Elogio del Padreultima modifica: 2009-12-30T08:03:02+01:00da leonedilipari
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