Quando fa caldo ci sono sempre i migliori arrivi. A Lipari oltre al caldo ci sono tante di quelle cose al caldo che rischiano di bruciare insieme. Non aver convocato al Comune di Lipari il commissario Luigi Pelaggi, il “Maigret dell’acqua e delle fogne”, ha lasciato un sentiero di domande senza risposte oltre che d’interrogativi su che cosa intende fare l’amministrazione ricordandosi delle promesse elettorali garantite. Con molta difficoltà cerca di uscire dallo stallo in cui si trova. L’amministrazione del Comune, forte del suo portavoce, avrebbe potuto combinare un libero incontro con l’avvocato-commissario Pelaggi, avrebbe potuto far sapere, tranquillizzare gli animi preoccupati ma ancora silenziosi e dire apertamente se l’ordine del giorno sul depuratore é stato spedito al governo, oppure si impolvera su qualche scrivania. Intanto i grillini eoliani hanno fatto inviare una interpellanza al ministro dell’Ambiente. Nel mentre fra “l’intervista non concessa”, si inaugura un nuovo pezzo di desalinizzatore mentre i sigilli della procura al vecchio impianto di pretrattamento liquami sono l’indicatore di come la storia rischia di ripetersi quando si sbagliano i modi, i tempi e i luoghi.

di Salvatore Leone

Si avvicina il tempo dei sandali e si parla di scandali. Con i sandali stromboliani già lucidati il primo turista eoliano Napolitano, dopo i risultati elettorali, sbotta come il suo vulcano dicendo che é uno scandalo rivedere un provvedimento anticostituzionale che ha soppresso le sedi distaccate dei Tribunali (per economie di spese). Lo Stato deve garantire l’amministrazione della giustizia, consentendo il mantenimento delle sedi nelle zone disagiate. Alle Eolie, non si accetta per nulla lo scandaloso proclama del nostro onorevole Presidente della Repubblica. Gli scandali sono altri, l’aumento della disoccupazione giovanile, il fallimento della politica, il fallimento del governo Monti voluto proprio da Napolitano, la soppressione del punto parto, le intercettazioni telefoniche, le tangenti, il finanziamento pubblico ai partiti e soprattutto il non volersi rendere conto di cosa significa richiedere giustizia “oltremare”. Bisogna vivere e toccare per mano questi aspetti, prima di gridare allo scandalo. E…speriamo che la Corte Costituzionale non si lasci influenzare dalle parole del nostro Presidente della Repubblica, altrimenti in queste isole elemosineremo sempre di più anche la giustizia come facevano i frati cappuccini con i sandali ai piedi, sia in estate che in inverno.

Baciamo le mani