Lipari, consiglio comunale. Longo&Lo Cascio

plongopiccola.jpgdi Pino Longo*

Nei giorni scorsi, il consigliere Lo Cascio ha pubblicato su questo quotidiano on line le sue riflessioni su ciò che, secondo lui, sarebbe accaduto durante la seduta del Consiglio Comunale del 27 gennaio scorso.

Nonostante la mia avversione ad accettare confronti su questioni sterili e pretestuose, non posso in questo caso fare a meno di intervenire, perché nell’articolo mi vengono attribuite intenzioni sotterranee e piani occulti che, in realtà, sono frutto soltanto della fantasia del consigliere Lo Cascio (il quale, evidentemente, ha familiarità con un certo tipo di strategie politiche).

Secondo il consigliere dell’opposizione avrei  tentato di boicottare la votazione del consiglio sulla ben nota questione delle caserme e,  a votazione avvenuta, avrei sminuito la volontà manifestata dal Consiglio, inventando il concetto di “minoranza non qualificata” a deliberare (per chiarezza del lettore: minoranza che non può deliberare su un dato argomento perché manca il quorum richiesto dalla legge per la validità della votazione, c.d. quorum strutturale o costitutivo) .

Volendo tralasciare il  fatto che il dott. Lo Cascio mi attribuisce la paternità di uno dei concetti  basilari in materia di funzionamento degli organi collegiali (e questo la dice lunga sulla serietà delle sue considerazioni), vorrei sottolineare che ciò che accade in consiglio comunale è documentato da verbali ufficiali, non può quindi essere oggetto di racconti “liberamente ispirati” ai fatti accaduti, opportunamente riveduti e corretti a beneficio del proprio tornaconto elettorale.

Purtroppo, invece, dato che la campagna elettorale è di fatto già iniziata, non si esita a distorcere gli accadimenti (confidando sul fatto che pochi cittadini avranno interesse a verificare una questione tecnico-procedurale)  per piegarli alla tesi preconfezionata che meglio può essere usata per screditare l’avversario politico.

Questi i fatti:

Nella seduta del consiglio comunale del 27 Gennaio scorso, era stata posta all’ordine del giorno una delibera avente ad oggetto il programma costruttivo di alloggi e caserme.

Al momento in cui la suddetta proposta è stata messa ai voti, erano presenti undici consiglieri.

La norma in materia (art. 16 L.R. n. 78/’76) prevede, per l’adozione di questo tipo di delibere,  la maggioranza qualificata di due terzi dei componenti del consiglio comunale (quindi 14).

Dato il tenore letterale della norma, si è posto allora il seguente dubbio interpretativo: il quorum è richiesto per la validità della deliberazione (quindi anche per potere bocciare la proposta) o solo per la sua approvazione?

Nella sostanza, dal punto di vista dei risultati politici sarebbe cambiato poco, poichè comunque la proposta non sarebbe stata approvata, ma il consiglio deve esprimere la propria volontà nel rispetto delle procedure di legge e quindi non è indifferente stabilire se l’assemblea sia validamente costituita per deliberare su un determinato argomento. In questo caso la proposta può essere respinta, nel caso contrario la votazione è invece nulla  (per il consigliere Lo Cascio questa distinzione non esiste ed è stata inventata dal presidente del consiglio al fine di boicottare la votazione ).

E’ stata allora interpellata la segretaria comunale, la quale ha chiarito che, non essendo presenti i due terzi dei consiglieri, la delibera non avrebbe potuto essere adottata e quindi la votazione sarebbe stata “inutile ed infruttuosa”.

Nonostante l’opinione della segretaria, permanevano opinioni discordanti tra i consiglieri sull’opportunità di porre comunque ai voti la delibera all’ordine del giorno.

Ho allora rimesso al civico consesso la decisione sulla proposta di procedere alla votazione. Tale proposta è stata approvata con 10 voti favorevoli su 11 (compreso il voto favorevole del sottoscritto) e pertanto si è messa ai voti la proposta di delibera all’ordine del giorno che non è stata approvata.

Considerati i fatti (la proposta, nonostante il legittimo dubbio interpretativo e il parere negativo della segretaria, è stata comunque posta ai voti per permettere al consiglio di esprimere la propria volontà), non si capisce proprio cosa abbia ispirato la polemica del consigliere Lo Cascio.

Tale polemica è proseguita nella successiva seduta consiliare dello scorso Giovedì, ove alcuni consiglieri di opposizione hanno fatto recapitare una cesta di frutta. “ Sottile” ed “elegante” ironia sulla infruttuosità della delibera.

Due sono le possibilità: che la polemica sia stata costruita in mala fede o che alcuni consiglieri non abbiano proprio capito cosa sia successo in consiglio.

Quel che è certo è che sollecitare l’attenzione su questioni procedurali, strumentalizzate ad arte, confidando sul fatto che nessuno andrà ad approfondirle, contribuisce ad allontanare i cittadini dai temi di interesse comune e rende la politica sempre più autoreferenziale.

In consiglio è stato concesso il più ampio spazio al dibattito sulle ragioni pro e contro la costruzione delle caserme, accogliendo le preoccupazioni espresse da più parti in ordine alla sottrazione di aree al verde agricolo e sollecitando proposte alternative per risolvere il problema del  potenziamento forze dell’ordine.

Forse sarebbe più opportuno e responsabile coinvolgere l’opinione pubblica e confrontarsi su questi temi, invece che alimentare la cultura del sospetto con improbabili processi alle intenzioni.

*Presidente del consiglio comunale di Lipari

Lipari, consiglio comunale. Longo&Lo Cascioultima modifica: 2012-02-04T13:48:00+01:00da leonedilipari
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